Un tango a parole vostre. Partendo da «Malena» o «Media Luz»

PUBBLICATO IL 28 Aprile 2014

di Mario Abbatiun tango a parole vostre

E se il tango andasse oltre una combinazione di figure codificate come ganchos, boleos, sacada…?  In teoria sotto la voce «tango» potrebbero ricadere infinite manifestazioni dello spirito umano. Quadri, libri, film, opere teatrali. Non solo ballo. Eppure la vita vissuta contraddice questa affermazione: ogni volta che viene lanciato un evento di danza si registra sempre il tutto esaurito, ma quando l’attenzione viene spostata dai passi allo spirito immateriale che alimenta i passi allora i locali puntualmente si svuotano e per raggranellare un pubblico sufficiente bisogna raccomandarsi al santo protettore delle  milonghe.

Alla gente piace ballare il tango, ma non parlarlo o leggerlo.

Per fortuna il progresso l’hanno sempre alimentato i precursori, i pionieri, quei pochi o tanti che hanno deciso di opporsi alla corrente e navigare in senso contrario. Fra cui anche noi, gli organizzatori di “Una storia lunga un tango”, il concorso letterario per racconti brevi che culminerà la sera dell’8 marzo, allo Spazio Orizzonte, in Via Barberini, a Roma.

Cosa si richiede ai partecipanti? Il minimo indispensabile, di partire cioè da un incipit fisso che può essere scelto fra due stralci di noti brani tangueri – “Malena” e “A media luz” – e di concludere a piacere la storia senza andare oltre le 3000 battute, ossia creare un racconto che a una lettura in pubblico non duri più di un tango.

Se entro la data di scadenza del 6 marzo riceveremo un buon numero di racconti allora avremo raggiunto il nostro obiettivo, dimostrare cioè che il tango può stimolare non solo i muscoli ma anche la creatività, altrimenti pazienza, c’inventeremo qualcosa di alternativo. Le statistiche comunque sono dalla nostra parte e ci permettono d’impostare un facile sillogismo:

– solo il 43% degli italiani legge almeno un libro all’anno.

– in Italia c’è più gente che scrive che gente che legge.

Da cui possiamo concludere che come minimo 43 italiani su 100 sono scrittori. Se i tangueri che imperversano nelle milonghe della penisola sono, poniamo, 10000, significa che almeno 4300 sono capaci di scrivere un racconto e mandarlo a unastorialungauntango@gmail.com.

Forse siamo troppo presuntuosi ad aspettarci questi risultati altisonanti, ma in un mondo omogeneizzato che ogni giorno si rimpicciolisce di una tacca, a volte pensare in grande è l’unica ancora di salvezza.

Per maggiori informazioni sul concorso:

www.omero.it/un-nuovo-concorso-una-storia-lunga-un-tango/

Concorso per racconti ‘Una storia lunga un Tango’

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