“Busco abrazo redondo” conquista Vicenza

PUBBLICATO IL 12 Ottobre 2015

 di Franco Garnero 
 
“Busco abrazo redondo” è il ben scelto nome del primo encuentro milonguero che si è tenuto a Vicenza, dal 2 al 4 ottobre. E di abrazos rendondos se ne sono visti a decine nella città del Palladio nelle quattro milonghe organizzate con straordinario entusiasmo e totale dedizione da Alessandra Gasparinetti, Patrizia Gasparin, Andrea Vassallo, Bruno Massimo Bertoldo ed Elena Zambonin. Alessandra e Patrizia hanno dato vita, nel 2008, all’associazione di tango Rossovermiglio. Andrea e Bruno sono due imprenditori di successo “malati“ di 2×4 mentre Elena si occupa di comunicazione e marketing.
 
“Nel contesto del nostro lavoro organizzativo – spiegano Alessandra e Patrizia – mancava un encuentro milonguero e i tempi erano ormai maturi”. “Volevamo riunire insieme – continuano – amici, appassionati e conoscenti che praticano il tango milonguero e dar vita, nella nostra città, a un appuntamento annuale”. “La presenza e la disponibilità di Elena, Andrea e Bruno – dicono ancora – ci ha convinte a intraprendere l’avventura, per noi due sole sarebbe stato un impegno organizzativo troppo gravoso”. Elena invece preferisce ricordare il suo primo encuentro. “In Francia, non potrò mai dimenticarlo – racconta – un’atmosfera magica che mi è rimasta nel cuore, fatta di silenzi quasi religiosi durante le tandas, dove l’unico rumore al di fuori della musica era lo strusciare dei piedi sul pavimento, sono rimasta ammaliata e mi son detta: se devo impegnarmi per organizzare un evento, devo avere questo obiettivo, generosità di abbracci, rispetto dei codici milongueri e tango di qualità”. “Organizzare l’evento – riconosce Bruno – è stato faticosissimo, soprattutto perché tutti e cinque siamo anche molto impegnati nelle nostre attività professionali; ci siamo ritrovati la sera, rigorosamente per cena, e per sere e sere abbiamo fatto le ore piccole alla ricerca dei testi giusti per il sito, dell’immagine coordinata, delle foto da postare, quali musicalizadores scegliere, suddividerci le milonghe fuori zona da visitare per uscire dal circuito abituale ed entrare in contatto con persone diverse e ampliare l’offerta, insomma dei mesi faticosissimi ma felici”.
 
“Ci sono stati anche momenti di confronto tra noi – ammette Elena- dovuti alla mole di lavoro da suddividerci, alla stanchezza, ma le cene sono state galeotte per riappianare ogni controversia con qualche bicchiere di buon vino”. E non poteva essere diversamente, in Veneto.
 

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L’evento ha potuto contare anche sulla presenza degli abiti di Luisa Rock, di Bassano del Grappa, delle scarpe, purtroppo solo femminili, di TangoLeike, commercializzate dal fondatore, Fernando J. Eidis, dei pantaloni di Enrique Manente – “Los pantalones que bailan solos”, importati direttamente da Buenos Aires – e della collaborazione di due eccellenti fotografi, Vincenzo Cerati e Arianna Tassotti.

 

Il programma originale prevedeva due musicalizadores esteri, il francese David Alvarez (venerdì sera), il serbo Nemanjia (sabato e domenica pomeriggio) e l’italiano Nico Portioli (sabato sera). Sopratutto Nemanjia era molto atteso perché pare essere l’astro nascente dei tdj europei. Purtroppo, però, il giorno della sua partenza da Belgrado, si sono riscontrati grossi problemi alle frontiere perché, per via dei noti problemi, si prevedeva una coda di una quindicina di ore di attesa e non c’erano più voli disponibili. “Per fortuna – racconta Andrea – Alessandra e Patrizia conoscono bene il mondo dei musicalizadores e hanno colto al volo l’opportunità offerta dalla presenza in città dell’argentino Gabriel Sodini e dall’amicizia collaudata da anni con Paolo Persiani, che ci hanno risolto il problema e regalato due pomeridiane veramente memorabili; nella sfortuna, diciamo, siamo stati fortunatissimi”.

 

In effetti le due pomeridiane sono state strepitose, soprattutto quella condotta da Sodini, che i ballerini non volevano più lasciar andare via. Decisamente più ordinaria, invece, la sera del debutto mentre quella di gala ha fatto storcere qualche naso: brani “incollati” uno all’altro che non davano il tempo di respirare o di avviare un minimo di chamuyo e, specie nella prima parte della notte, troppi pezzi “da intenditori”, vale a dire quelli che quasi nessuno conosce e che i musicalizadores dovrebbero imparare a centellinare con grande parsimonia.

 

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Comunque è andata bene, anche dal punto di vista dell’affluenza, tanto che si parla già di seconda edizione. Il periodo è lo stesso: dal 30 settembre al 2 ottobre. “Per i musicalizadores – osserva Patrizia – siamo orientati a chiamare tutti italiani dato che abbiamo un vivaio straordinario, certo faremo qualche considerazione su una presenza straniera che spesso può favorire l’adesione di un pubblico estero”. “Un’altra cosa che dobbiamo perfezionare – prosegue Elena – è programmare incontri conviviali anche a mezzogiorno per poter stare assieme; quest’anno avevamo delegato, per motivi di tempo e nell’impossibilità di curare tutto, a un’agenzia esterna che potesse curare per noi sia l’aspetto delle visite culturali sia i pasti di mezzogiorno, ma non abbiamo avuto grandi risultati, le cose vanno gestite direttamente e il prossimo anno me ne occuperò personalmente”. Questo è un punto da dibattere perché certo il pranzo insieme fa molto gruppo ma non sempre le visite culturali hanno entusiastiche adesioni, considerata l’ora in cui ci si corica e che vanno per forza di cose fatte al mattino. Tuttavia Vicenza è una città di tale bellezza e custodisce talmente tante occasioni di turismo culturale di alto livello che sarebbe un peccato non offrire anche questa opportunità. “Pensavamo – afferma ancora Elena – anche a degustazioni di specialità del territorio e del periodo e, sebbene l’albergo sia molto bello e offra un’ampia gamma di servizi, come l’apprezzatissima Spa, faremo delle convenzioni anche con i B&B della zona”.

 

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Il livello dei ballerini era molto alto, come sempre negli encuentros, il clima generale, soprattutto grazie agli organizzatori, molto cordiale. A voler cercare il pelo nell’uovo, però, i puristi degli encuentros hanno avuto qualcosa da recriminare, per via delle innovazioni apportate. In particolare sono stati venduti gli ingressi anche per le singole milonghe e perché si è cercato di superare la tradizionale disposizione in sala maschi/femmine in file contrapposte.

 

La prima è stata una scelta obbligata dal fatto che non si è venduto il numero di pacchetti completi previsti – e anche qui bisognerebbe aprire un dibattito sulle ragioni per cui gli encuentros all’estero vanno esauriti in poche ore e in Italia invece spesso faticano a riempirsi – la seconda invece rientra nell’ambito delle diverse opzioni organizzative. “Abbiamo iniziato a gennaio – racconta Alessandra – a progettare l’evento, le date, i contenuti e siamo stati molto combattuti su come promuoverlo: il desiderio di poter contare su un gruppo di ballerini di qualità andava contro una modalità di promozione massiccia, che avrebbe comportato dei rischi in questo senso”. “La data poi ipotizzata a inizio anno – continua – nel corso dei mesi è risultata penalizzata dai numerosi eventi che si sono accavallati nei mesi e che hanno coinciso con il nostro.” “E quindi, – rileva ancora Elena – i primi di settembre, per poter arrivare a una minima copertura delle spese dell’evento, ci siamo visti costretti ad aprire a persone diverse in giorni diversi; molti volevano partecipare ma non potevano o per ragioni di lavoro o perché avevano aderito ad altri eventi, senza contare chi aveva garantito a voce che sarebbe intervenuto e invece non è fatto vedere”. “Detto questo – interviene Andrea – alcuni di noi sono anche convinti che il fatto di aver dato la possibilità alle persone di partecipare anche in parte all’encuentro sia stato un valore aggiunto e non una penalizzazione, tutti si sono arricchiti di nuovi ballerini e coppie brave che, per i più disparati motivi magari non avrebbero potuto, in ogni caso, essere con noi per tutto l’encuentro, che può essere inteso anche come un encuentro nuovo a ogni singola milonga, con persone che si integrano e altre che vanno, così secondo me rimane vivo e stimolante, anche lo spirito della scoperta”. “Rimane comunque il fatto – riprende Elena – che avremo da discutere come organizzazione e capire come impostare le presenze, un’idea potrebbe essere privilegiare prioritariamente le adesioni fisse a tutto l’encuentro e assicurare solo pomeridiane aperte a un 20 per cento in più”.

 

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Per quanto riguarda l’idea di sistemare i presenti in tavoli determinati dagli organizzatori nelle due serali e di lasciare piena libertà nelle pomeridiane, Elena sottolinea che “abbiamo avuto riscontri che la scelta dei tavoli numerati, per altro a rotazione nelle due serate, è stata molto apprezzata”. “Questo – osserva – ha favorito la socializzazione dei gruppi, la parità di componenti al tavolo m/f e la rotazione nella sala in serate diverse”. “Quando questo non avviene – afferma Bruno – si trovano generalmente tavoli sempre con le stesse persone che ballano solo tra loro e magari non sono in parità uomini/donne”. “Nelle pomeridiane – dice ancora – dato che appunto c’erano persone diverse, anche per una questione logistica, non abbiamo adottato lo stesso criterio”. Elena riconosce tuttavia che “la maggior parte degli encuentros prevede una separazione uomini/donne e una frontalità nella sala, ma ci risulta che in altri encuentros di rilievo in Italia ciò non accada”. “Noi – rileva ancora Patrizia – in questa prima esperienza abbiamo privilegiato il rispetto dei codigos, la qualità del ballo e la dimensione di socialità, avevamo appunto molti gruppi e conoscenti che desideravano rimanere insieme e poter chiacchierare tra loro e molti di loro ci hanno esplicitamente richiesto con chi volevano sedersi e abbiamo pensato che mirada e cabeceo si possono tranquillamente praticare tra un tavolo e l’altro così come avviene anche alle milonghe a Buenos Aires che non prevedono la separazione uomini/donne”. C’è anche chi ha lamentato, in alcuni casi, troppe evoluzioni in pista, rese possibili dal fatto che lo spazio a disposizione dei ballerini era maggiore di quello di solito disponibile negli encuentros. “La pista – osserva Alessandra – era predisposta per un numero di persone che, soprattutto nelle pomeridiane, non è stato raggiunto e la riduzione dello spazio ballabile avrebbe necessariamente comportato la disposizione in tre/quattro file di sedie, costringendo alcune persone a sentirsi un po’ in disparte e nelle retrovie, abbiamo fatto una scelta ma faremo delle valutazioni per la seconda edizione”.

 

 

 La Foto in copertina è di Arianna Tassotti che gentilmente ce ne ha concesso l’uso
www.ariannatassotti.it
 
 

     Arianna Tassotti x FAiTango

HA SCRITTO PER NOI #
Franco Garnero

Torinese, amante dei viaggi, dello sport, della vita all'aria aperta e delle buone letture, inciampa nel mondo del tango nel febbraio del 2010. Grazie a una dedizione ossessiva e monomaniacale è da tempo, per unanime giudizio, il miglior ballerino del suo pianerottolo e l'indiscusso punto di riferimento tanguero di tutto il (piccolo) condominio dove abita.

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