La gelosia

nel tango argentino

PUBBLICATO IL 29 Aprile 2019

I tangueros sono umani e siccome la gelosia è un sentimento umano è facile che la provino anche loro.
Spesso hanno timore che qualcuno ottenga attenzioni da chi è a noi caro, ma spesso la gelosia è confusa con l’invidia.
Nei tangueri osserviamo tale sentimento nelle nostre milongas. Generalmente si parla di una gelosia adulta o romantica, ma tale sentimento non è solo rivolto alla persona che stabilmente è compagno/a,  ma anche alla terza persona tanguera, quella cioè che consideriamo come rivale. In pratica i gelosi si sentono minacciati nella loro autostima e soprattutto per la relazione che hanno di base.
Nel tango argentino tale sentimento è di fatto un nonsense poiché la prossemica intima tra due perfetti sconosciuti o al massimo amici che ballano una tanda, mal si addice all’indifferenza. Tale comportamento non può essere contestualizzato come risposta cognitiva, emotiva, comportamentale e come minaccia relazionale nella danza del tango poiché si suppone che la triade composta da un individuo geloso, un partner e una percezione di una terza parte o di un rivale, sia la routine.
Nessun gesto che segue la passione per il tango può essere definito impuro poiché tale concetto deriva dall’intenzione di chi lo compie. Se il vedere il contatto con l’’altro, come chi soffre della sindrome di Otello, compromette la relazione con il partner è meglio evitare di andare a ballare insieme perché ci si rovina la serata inutilmente. Ma la gelosia non sempre è sinonimo di amore. Si può amare senza essere gelosi, e si può essere gelosi di persone che non ci amano.
Silvia conobbe in milonga Francesco. Egli era un bravissimo tanguero, più grande di lei, qualche capello bianco, da avere quasi l’età del padre, però ne rimase affascinata dalla sua esperienza e cultura tanguera. Prese a corteggiarla discretamente e la invitava per più tande durante una serata in milonga. Silvia la vedevi arrivare con vestiti casual, ma poi a furia di frequentare il nostro ambiente cominciò ad abbigliarsi da vera tanguera. Se lei si avvicinava agli stand dei vestiti lui accorreva a darle dei consigli e si offriva di regalarglieli e, si vedeva che non gli pesava e che anzi, ci teneva che lei lo scegliesse accuratamente riempiendola di pareri e di suggerimenti. Lo si vedeva guardarlo mentre lei indossava i vestiti, la mano al mento e con una espressione pensosa rifletteva prima di darle il suo parere. Da fuori si capiva benissimo che lei era la sua bambolina da plasmare secondo le sue esigenze e per questo era impaziente di fare di lei una vera tanguera anche se Silvia non se ne rendeva conto. E così pian piano passò dal suo look di ragazzina tanguera sbarazzina a donna sofisticata e la cosa la riempiva di piacere. Francesco era il risultato dell’assiduo lavaggio del cervello che suggestionava Silvia. Era un tanguero affermato anche nella vita, stava bene economicamente e lei ovviamente ne era lusingata, si sentiva appagata nel suo istinto di seduttrice tanguera. Almeno inizialmente. L’uomo senza fretta procedeva nella sua conquista e piantava la bandierina in quel pezzo che lei lasciava nelle sue mani. Lui la voleva e lei lo lasciava fare senza opporre resistenza. Silvia ammirava il suo comportamento milonguero, era simpatico e amabile con tutti. Pian piano Silvia si accorse di non avere niente che fosse solo suo. Nè una tanda con un ballerino di suo gradimento, nè una milonga alla quale voleva andare per conto suo o con le amiche. Per tutti in milonga oramai erano una coppia. Un giorno gli regalò un anello di brillanti poiché voleva che tutti sapessero che lei era la sua fidanzata. Una sera a Silvia proposero di andare in una milonga fuori porta dove non andava dai tempi in cui usciva con il suo gruppo di amici tangueri e accettò di buon grado e con entusiasmo. Non lo disse a Francesco e quando egli lo venne a sapere ci rimase malissimo iniziando a fargli la predica sul fatto che dovevano condividere tutto e che poi proprio quella sera aveva preso i biglietti per il festival del tango nella città vicina tra l’altro piuttosto costosi. Alla fine Silvia rinunciò all’uscita con gli amici. E così successe altre sere. Prese a invitare solo lei nelle tande in milonga e appena vedeva arrivare qualcuno che veniva a invitarla, lui la portava in pista per ballare. In pratica ballavano solo loro due per una intera serata. Una sera in milonga mentre Francesco era andato in bagno Silvia accettò la mirada di uno dei tangueros presente in sala. Quando tornò a sedere lui esordì piuttosto adirato: “Perché hai ballato con lui?” e altre mille domande alle quali Silvia rispose balbettando rendendosi conto di essere chiusa in una gabbia tanguera dorata. Da quel giorno si svegliò dall’incubo e cominciò a elaborare un piano per recuperare la propria libertà. Iniziò a rendergli pan per focaccia e cominciò ad assillarlo. Era diventata una partita a scacchi. Silvia in pratica si accorse che lui andava a ballare anche senza di lei perché quando lo chiamava alle volte non rispondeva o si sentiva il classico rumore di milonga in sottofondo. Lei non era gelosa prima di conoscere lui, ma tale sentimento è una malattia contagiosa e lei ne rimase coinvolta. Così cominciò a seguirlo e una sera lo vide parcheggiare la sua Jaguar con tutto il suo savoir fare, la cultura e la brillante conversazione per aspettare la tanguera di turno che salì in macchina per destinazione milonga. A quel punto Silvia chiuse la relazione, rendendosi conto di non amare in realtà quell’uomo, ma di essere rimasta lusingata soltanto dalle sue attenzioni e adesso si gode le sue milongas ballando con tutti i tangueros che più le aggradano.

In queste situazioni ci si possono ritrovare anche i maschietti tangueros, ma ci tengo a ricordare a tutti che il tango è libertà e non può essere ingabbiato!!!

 

HA SCRITTO PER NOI #
Maria Caruso

Marilù (Maria Caruso) Marina de Caro ha visto il primocielo a San Felipe (Venezuela), ha fatto il primo ocho atras a Pisa. E’ in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga

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