Luciano Padovani e la sua scommessa:

ed è subito OTHELLO TANGO

PUBBLICATO IL 15 Luglio 2022

Luciano Padovani, direttore artistico della compagnia di danza Naturalis Labor ha scelto di creare un vero ecosistema musicale, dove la danza contemporanea si fonde con il tango, nella sua continua evoluzione ci parla del nuovo progetto Othello Tango in uscita il 26 Luglio a Verona, al Teatro Romano alle ore 21:00.

Padovani ci è apparso subito entusiasta e completamente preso da questa sua ultima creazione, il volto segnato dalla stanchezza ci parla di tante ore di lavoro e dedizione spese nella realizzazione di questo progetto danza–tango-teatro.

Luciano Padovani perché cimentarsi in Otello, un classico che ha ispirato e continua ad ispirare l’espressività artistica dei nostri contemporanei e perché esprimerlo attraverso il tango?

“La mia prima grande scommessa fu proporre Shakespeare attraverso il linguaggio del tango, scommessa che abbiamo vinto con Romeo y Julieta Tango, uno spettacolo che è piaciuto molto al pubblico.

Tutti i lavori che propongo, legati al tango,  hanno questa formula: utilizzo un linguaggio di tango contaminato dalla danza (contemporanea); credo sia proprio questo mio personale modo di proporre il tango che mi contraddistingue all’interno del panorama sia nazionale che europeo; è la mia peculiarità.

In tutte le creazioni cerco di mantenere sempre un’alta qualità sia di tango che di danza e per poter realizzare questo tipo di spettacoli devo disporre di un cast di ballerini adatti e ben disposti verso questo tipo di ricerca.

Non tutti i tangueros si prestano ad un lavoro di contaminazione e non tutti i danzatori contemporanei riescono ad avvicinarsi al tango. Se pur sembrano linguaggi molto simili, in realtà sono molto diversi, il tango è un ballo di coppia mentre la danza contemporanea è un codice, un lavoro del corpo molto diverso.

Ritornando all’Otello, mi piaceva associarlo al tango. Ho parlato del progetto anche in fase di “gestazione” con amici e collaboratori, per capire . Nell’immaginario di tutti ho trovato che la loro idea (da neofiti) del tango è associata alla passione. E per Otello alla passione e alla violenza.”

È da molto che ci stai lavorando?

“Quasi due anni di gestazione, prima ho maturato l’idea, poi la drammaturgia ed infine abbiamo iniziato le prove. Un avvicinamento lento, con danzatori provenienti da esperienze diverse (anche se devo dire che mi sono stati molto d’aiuto i mie danzatori “storici”)per trovare un punto di sintesi, un linguaggio comune.”

Quale è stata la difficoltà maggiore che hai incontrato nel realizzare Othello Tango?

“La difficoltà maggiore riscontrata ad oggi, a poche settimane dal debutto, è stato individuare il cast nella fase iniziale. Non è stato facile trovare le persone adatte nei ruoli. Oltre alle capacità professionali di ognuno, c’è un ulteriore elemento che considero fondamentale: lo spirito di gruppo. E’ importante per me lavorare con persone che credono nel progetto e creare quella armonia interna per la quale la compagnia di ballo si sente bene. Questi 12 ragazzi sono veramente un bel gruppo!”

Quindi avete lavorato su due fronti, comprendere le emozioni e le dinamiche di Otello per metterle in scena e contemporaneamente lavorare sulle vostre per creare l’armonia di gruppo?

“Si infatti è così, è stato un lavoro faticoso e colgo l’occasione per dire ai tanti, tangueri e non che  verranno in teatro, di non aspettarsi di vedere il classico tango di coppia. Meglio, non solo. Nel mio gruppo tutti ballano con tutti. È un’esigenza importante per sviluppare la drammaturgia nello spettacolo. Devo essere libero dai legami di dover far ballare quella coppia con quel partner. Questa è una condizione che non tutti i ballerini professionisti di tango accettano, perché richiede di doversi mettere in gioco diversamente, abituati a lavorare solo in due, rompere questi schemi e confrontarsi con altri non è facile. Siamo molto lontani dalla visione comune dello spettacolo di tango tradizionale. Dall’inizio alla fine si è immersi nella storia.”

Otello è un’opera anche al femminile, 4 sono le donne di cui Shakespeare tratteggia un carattere psicologico chiaro e preciso: Desdemona, Emilia, Bianca e Elena, le hai rappresentate o hai scelto altri personaggi e perché?

“Ho semplificato il testo. Quando ci si pone di fronte ad un testo importante e conosciuto ci si pone sempre le stesse domande. Lo rispetterò? Dovrò raccontare esattamente la storia di Shakespeare?  Il mio approccio è stato quello di raccontare alcuni aspetti del dramma shakespeariano, sfrondandolo da alcune figure per me non necessarie. Jago è per me la figura più importante di questa storia, è lui che tesse la trama, che muove tutti questi meccanismi legati alla gelosia e all’invidia. Ho ovviamente mantenuto le tre figure principali Otello, Desdemona e Jago, inserendo una nuova figura, la lunga mano di Jago. Personaggi che incarnano il “male”, l’invidia, la gelosia, l’oscurità, figure molto importanti nello sviluppo scenico della storia.

Scene romantiche?

“Si assolutamente, soprattutto all’inizio sono quelle legate all’intreccio affettivo tra Desdemona e Otello. “

La parola in questa rappresentazione sarà sostituita dalla musica quali pezzi sono stati scelti e come li hai armonizzati tra loro?

“Scelta difficilissima, mai stato così difficile, con Romeo y Julieta avevamo utilizzato molte musiche di Piazzolla, alcuni brani barocchi e contemporanei, era una colonna sonoro molto varia.

Con Othello la scelta musicale è stata molto più complessa perché non volevo usare musiche conosciute e neppure Piazzolla, soprattutto quelle più note come Oblivion, Libertango… Siamo andati a cercare la musica adatta al contesto e funzionale alla storia. Non ci saranno solo musiche di tango, anzi, e con Carlo Carcano abbiamo trovato una linea musicale molto coerente.

Carlo Carcano, arrangiatore compositore  e  caro amico mi è stato di grande aiuto. Carlo da molti anni mi accompagna nelle mie produzioni. Insieme abbiamo lavorato  per La CatedralRomeo y Julieta e Piazzolla Tango. E’ insostituibile… Tra l’altro è un tango DJ. molto apprezzato nell’ambiente. Grazie al lavoro di Carlo, siamo riusciti ad armonizzare i vari pezzi grazie ad un “tappetto sonoro” . Delle musiche di tango che ho scelto  alcune sono poco conosciute, per me sono veramente belle.”

La voce di Luciano Padovani acquista nel parlare una morbidezza emozionale che potrete ascoltare seguendo la trasmissione radiofonica del programma Backstage Othello Tango in onda la settimana prossima sulla webradio di faitango.it

Ci presenti i tuoi più stretti collaboratori in questo progetto?

“I miei più stretti collaboratori oltre a Carlo Carcano per la musica, Chiara Defant per i costumi, è di talento e collabora con gli enti lirici, a lei è aspettato il compito di vestire bel 12 danzatori che hanno interpretato più ruoli e quindi più costumi. È stato veramente impegnativo.

L’inseparabile Mauro Zocchetta che è lo scenografo, al quale mi lega un’amicizia trentennale. Dopo anni ci siamo ritrovati alla stazione di Vicenza: io stavo andando a Milano per un lavoro alla Scala e lui a Venezia all’Accademia delle Belle Arti dove è docente. Da quell’incontro è nata una collaborazione che dura da 30 anni! Mauro Zocchetta è molto noto per curare l’allestimento di  mostre nazionali e pochi lo conoscono nelle vesti di scenografo. Ha ideato le scene di quasi tutti i miei lavori.”

Ci stati raccontando della profonda armonia del gruppo?

“Lavorando tante ore insieme si crea è una collaborazione molto stretta anche con i danzatori, mi piace confrontarmi con loro tutti: lo spirito critico all’interno di un gruppo di lavoro è assolutamente necessario perché in questo modo lo spettacolo cresce e migliora.”

Le prove generali si avvicinano ed è il momento nel quale si vedrà se tutto si incastra perfettamente, il conto alla rovescia è partito, mancano 10 giorni un grande in bocca al lupo e buon weekend a tutti.

I biglietti sono acquistabili: https://www.boxol.it/boxofficelive/it/event/othello-tango-teatro-romano-verona/402241

Nello Back Stage in onda la settimana prossima abbiamo raccolto anche le voci di due note ballerine che si sono fatte portavoce dei due corpi di ballo, Loredana  De Brasi per il tango e Jessica D’Angelo per la danza ,contemporanea, oltre alla testimonianza di Mauro Zocchetta scenografo e Chiara Defant costumista.

L’intervista si potrà ascoltare su LA VOCE DEL TANGO su https://webradio.faitango.it/it

On line Martedì alle 10:00, Giovedì alle 13:00, Sabato alle 18:00 e Domenica alle 20:00

 

Barbara Savonuzzi

ARTICOLI CORRELATI #

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*