Devo incontrare Eric Dinzel e Flavia Kohut e sono molto emozionata. Insieme portano avanti l’enorme eredità dei genitori di Eric, il Sistema Dinzel, studiato in tutto il mondo.
Entro nella bella sala del Cicala Club e li vedo abbracciati in pista, muoversi all’interno di una cornice per quadri dorata. Resto incantata a fissarli finché qualcuno mi nota e interrompe la magia per presentarci. Subito percepisco la loro spontaneità e simpatia. Che sollievo. Eric è preoccupato per il suo italiano, lo tranquillizzo “va benissimo” e ci accomodiamo sulle belle poltrone rosse che Romedio Tobaldini ha preparato per noi in centro sala.
Ho con me un malloppo di stampe traboccanti di informazioni su Gloria e Rodolfo Dinzel e il loro Sistema, ma decido di mettere i fogli da parte e di attenermi ad un semplice elenco di argomenti da trattare. Accendo il registratore audio, faccio partire la registrazione video del cellulare e iniziamo l’intervista. Subito in partenza dimentico dove siamo, il Comune che ospita il Cicala Club. Ma arriva puntuale dal fondo sala il suggerimento “BOARA!”. Ah già, Boara Pisani. Iniziamo bene!…L’emozione…

Tiziana-Faitango: E’ un grande piacere incontrarvi, sarete qui al Cicala Club per tutto il mese di ottobre con lezioni, pratiche e milonghe. Ovviamente ispirate al sistema Dinzel che i tuoi genitori in 40 anni di studio, attività, spettacoli, iniziative e vita nel tango/per il tango, hanno creato. Un Sistema conosciuto, studiato e sperimentato in tutto il mondo.
Eric Dinzel: Il programma inizia il lunedì con lezione per principianti e lezione sulla milonga. Il martedì lezione di musicalità/improvvisazione e lezione livello avanzato. Il mercoledì lezione livello intermedio e pratica. Nel fine settimana milonga.
T: Cosa proporrete nella lezione di stasera, ce lo puoi anticipare? Forse quell’abbraccio dentro la cornice?
E: Non lo so poi vediamo… no oggi faremo il fuori asse piccolo, per poi ballarlo in milonga.
T: Piccolo per occupare poco spazio in milonga?
E: Sì esatto.
T: Prima mi dicevi che quando tornerete a BA, qui al Cicala arriveranno altri docenti che si sono diplomati al Centro Studi sul Tango di Bueno Aires (CETBA), la scuola fondata da Rodolfo e Gloria nel 1991 e di cui sei direttore.
E: Esatto, l’idea del progetto con Romedio Tobaldini, qui al Cicala Club, è di proporre una scuola di tango con diversi maestri che si alternano, ma in continuità, per approfondire il Sistema Dinzel.

T: Nella vostra scuola ogni anno si diplomano molti docenti, con un percorso lungo tre anni se non sbaglio.
E: Sì il Centro è una istituzione pubblica, appartiene al Ministero dell’Istruzione del Governo della Città. Questa istituzione pubblica gratuita opera da più di 33 anni ed è aperta a chiunque abbia più di 18 anni e voglia immergersi nel dosporquatro. Anche io e Flavia ci insegniamo, io sono il direttore.
T: Gloria e Rodolfo Dinzel hanno fatto tantissimo, su Wikipedia c’è un lungo elenco tra esibizioni, spettacoli, premi ecc. Secondo te qual è il traguardo o successo del quale erano più orgogliosi e amavano ricordare, anche con te.
E: Penso fossero orgogliosi di molte cose. Sicuramente lo erano del loro lavoro artistico e poi lo spettacolo “Tango Argentino” che ha girato il mondo, credo sia stato molto importante per loro. Ma anche il lavoro di ricerca e approfondimento che hanno fatto nella coppia, per la coppia. “Noi siamo uguali”, tutto il loro lavoro è stato per questo.
T: Uguali, oltre il leader e il follower, oltre i ruoli tradizionali del tango…
E: Sì infatti noi siamo 50/50 e dobbiamo farlo insieme. Io ho la mia responsabilità coreografica e lei ha la sua. Siamo uguali. Decidere di stare dentro dei ruoli non è un problema, va bene, ma è solo una delle possibilità.
T: Mi piace riflettere su questo, non so se sei d’accordo. Molti animali, per esempio gli stormi di uccelli e i branchi di pesci, si muovono insieme in sincronismo creando delle figure nello spazio, ed è una abilità che abbiamo anche noi come animali e umani. E il tango ci permette di ritrovare questo sincronismo. Diventiamo un unico corpo energetico che si muove insieme alla musica. C’è questo scambio e connessione continua, un ascolto che ci permette di improvvisare, di essere presenti sgombrando la mente e creando qualcosa di nuovo e irripetibile.
E: I miei genitori dicevano che uno più uno è uno. Nel tango deve essere così, bisogna cercare questa unità e questo ascolto.
T: E quindi se Flavia vuole proporti qualcosa tu devi capirlo e seguirla..
E: Sì esatto. Questo per noi è molto importante perché io ascolto lei anche per guidare, perché altrimenti come si guida? Non si può guidare se non si ascolta. Se si apre la porta della possibilità, per cui lei dal suo ruolo mi comunica alcune cose che desidera, chi sono io per dire no tu non puoi. Nessuno. Questo è importante.
T: Come dicevi è un gioco che si fa in due al 50%
E: L’importante è come si fa. Il cosa si fa è secondario. Il come è l’espressione della coppia insieme.
T: A proposito di espressione. Nel Sistema Dinzel non si approfondisce solo l’aspetto coreografico e la tecnica ma anche l’espressione. Anche lo sguardo è importante. E l’atteggiamento di apertura, non pensare troppo, svuotare la mente, ballare diventa una forma di meditazione.
E: Sì, devi essere nel presente. Nel sistema ci sono differenti modalità di allenare il tango. Una è la coreografia, l’altra è la tecnica, poi la teoria.. Il fine è la libertà creativa.
T: Gloria e Rodolfo distinguevano tre tipologie di improvvisazione, è corretto? Ci puoi dire qualcosa su questo?
Sul tavolino di fronte a noi ci sono i tre testi pubblicati da Gloria e Rodolfo:
La Improvisación volume 1
La Improvisación volume 2
Esquema Dinzel de Notación Coreografica

Eric ne raccoglie uno e sfogliandolo inizia a rispondermi.
E: Si parte dal passo basico e si esplorano tutte le possibilità coreografiche del tango. E’ un testo con molte immagini e schemi.
Mi mostra uno schema enorme che si sviluppa su due pagine fitte di segni e simboli.
E: Questo schema sintetizza tutte le coreografie del tango, è come un vocabolario del tango. Il libro è pedagogico/teorico di coreografia, utilissimo per imparare ma anche per insegnare. Alla fine c’è uno schema che parla delle possibilità di improvvisazione. La prima possibilità è l’improvvisazione “tradizionale” cioè improvvisando su una figura di tango completa, una sequenza.
T: Com’è possibile improvvisare se si segue una sequenza?
E: E’ possibile perché in questo momento ricordo la sequenza imparata prima e la adatto al momento, alla musica e alla ballerina. E cambierà sempre anche se la sequenza è la stessa. Per esempio la coppia balla il passo basico e improvvisa sequenzialmente. Ma il passo basico è composto da diversi elementi: salida, camminata, incrocio, risoluzione. La sequenza lega questi diversi momenti. Se improvvisiamo solo facendo i singoli momenti stiamo parlando di improvvisazione “mista”. Non è la sequenza ma una parte della sequenza e la sviluppiamo come piace a noi. La terza possibilità di improvvisazione è improvvisare senza sequenza o parti di essa facendo solo un movimento. Passo da un movimento all’altro e stiamo facendo improvvisazione creativa, insieme, e questa è l’improvvisazione “pura”. Sia io che lei ci spostiamo da un movimento all’altro senza l’idea di riprodurre una figura o una sequenza.
Il primo libro è più generale , il secondo sviluppa questa terza possibilità di improvvisazione.
T: State promuovendo i testi, stasera hai portato un po’ di copie in spagnolo.
E: Al momento abbiamo queste in spagnolo ma penso che in futuro potremmo pubblicare anche in altre lingue.
T: Quali sono i ricordi ricorrenti con i tuoi genitori? Loro ti hanno trasmesso questa passione per il tango…
E: Con loro ho molti ricordi di viaggio, le lezioni nei teatri, nei diversi Paesi. E ne parlo spesso con Flavia. In ogni posto dove sono già stato le dico “ah qui sono stato con i miei genitori quella volta…”. A volte per me era un po’ noioso. Mi ricordo che guardavo le coppie durante le lezioni e giudicavo chi faceva bene e chi no. Poi andavo da mia mamma e le dicevo “questi non stanno facendo molto bene secondo me..”.
Ridiamo.
T: Avevi già da bambino quest’occhio critico…

Facciamo una piccola pausa e ci beviamo la Coca Cola che Romedio ci ha versato nei tre bicchieri.
T: Abbiamo un po’ di pubblico che ci segue dal vivo. Signore tanghere se avete una domanda per i nostri maestri, volentieri.
Eric e Flavia Voi vi siete conosciuti a scuola, nel centro Dinzel, giusto?
Si guardano, sorridono e insieme: Sììì!
T: Flavia vuoi raccontarci la tua esperienza, come ti sei appassionata al tango?
Flavia, intimorita dall’Italiano, lascia che sia il marito a rispondere per lei: Si è presentata alla scuola per imparare il tango ed ha iniziato a studiare con papà. Dopo un anno abbiamo iniziato a parlare e ballare un po’ insieme. Poco dopo che mio padre ci ha lasciato ho avuto la possibilità di fare un viaggio in Spagna, il lavoro andò bene ma mi dissero che dovevo tornare in coppia. E le ho detto: “Flavia impara, abbiamo sei mesi per farlo, impara perché io non voglio andare in viaggio con un’altra persona. Voglio farlo con te”.
T: Flavia tu avrai colto al volo l’occasione!
F: Eh sì!
E: In questi sei mesi ha studiato tanto e finalmente siamo partiti. Abbiamo fatto la lezione e l’esibizione. Andò molto bene e da allora non ci siamo più fermati.
T: Questa vostra prima volta che anno era?
E: 2015
T: E da quel momento tutto è cambiato…
E: Sì abbiamo diversi progetti, lavoriamo con la scuola, facciamo esibizioni, stiamo iniziando un progetto in un teatro con la nostra direzione.
T: Eric state portando avanti l’eredità dei tuoi genitori e il loro progetto sta crescendo sempre più a livello internazionale. Ma ovviamente lo farai a modo tuo, con il tuo sentire. Quali sono secondo te gli aspetti innovativi di Eric nel Sistema Dinzel?
E: l’idea e l’essenza sono le stesse ma noi siamo di un’altra generazione in un altro momento storico e il tango cambia continuamente.
T: Certo cambia continuamente come tutti i linguaggi artistici..
E: E noi lo facciamo a modo nostro. Noi balliamo e ci esprimiamo nella nostra modalità. Anche se l’idea di partenza è la stessa.
T: E’ un adattamento al nostro tempo.
E: Si altrimenti ci si limiterebbe a riprodurre una idea che non è propria. Il Sistema è una base, poi quello che fai è tuo. Non è un ripetere, cerchiamo la possibilità di farlo in modo autentico.
T: Ho l’impressione che sempre più scuole di tango propongano il cambio di ruolo, ma cambiando l’abbraccio da leader a follower e viceversa quindi resta sempre quell’impostazione legata ad un ruolo. Se non baglio invece nel vostro Sistema Flavia può fare la sua proposta mantenendo l’abbraccio da follower.
E: Si lei esprime se stessa e la sua musicalità. Io cerco di coordinare la coppia nello spazio ma lei è libera di fare come vuole.
T: C’è un altro aspetto molto interessante, i tuoi genitori forse per primi hanno visto le potenzialità del tango come terapia e oggi vediamo un fiorire di esperienze di Tangoterapia e questo conferma ancora una volta che il tango è una danza che ha qualcosa di speciale… finisci tu la frase…
E: Il tango è universale, eterno, del cuore. Possiamo ballare con tutti, tutta l’umanità, perché è un linguaggio di contatto.
T: Un linguaggio universale come la musica…
E: E’ universale e tu sei unico, non c’è nessun altro come te. Questo è il bello del Tango, ogni ballerina e ballerino è unico.
T: Siamo unici e irripetibili e possiamo creare sempre qualcosa di nuovo. E questo eleva l’essere umano..
E: Sì questa è una elevazione.
T: Come concludiamo l’intervista? Secondo me tra un po’ dovete iniziare la lezione…
E: Siamo molto contenti di iniziare questo progetto al Cicala Club con Romedio. E’ una opportunità molto importante e siamo veramente felici.
T: Siamo molto felici anche noi di avervi qui al Cicala Club di Boara Pisani per tutto il mese di ottobre. I primi tre giorni della settimana lezioni e pratica e nel fine settimana milonga. E poi siamo felici di questa continuità. A partire da novembre avremo un’altra coppia di vostri diplomati. Chi saranno? Possiamo anticiparlo?
E: Jessica Estigarribia y Vicente Alvarengo staranno per tutto il mese di novembre e anche un po’ dicembre.
T: E quindi il progetto continuerà per tutto l’anno?
E: Sì l’idea è di creare una continuità nel tempo con una nuova coppia di maestri ogni uno/due mesi.
T: Bene siamo molto contenti di questo. Prima di concludere, Signori del pubblico per caso c’è una domanda per i nostri maestri?
Pubblico: Come conciliate vita privata e professionale visto che siete sempre insieme?
Eric e Flavia ridono un po’ imbarazzati.
E: Devo rispondere adesso, qui?
Risate.
E: Sì è difficile perché stiamo insieme tutto il giorno ma stiamo facendo qualcosa che rappresenta la passione della nostra vita e questo è un privilegio per noi. Alcuni momenti sono difficili, come per tutti immagino, ma l’importante per noi è il progetto, di vita e di coppia. E farlo insieme è quello che voglio.
T: Dobbiamo chiudere, avete una lezione da fare. Grazie a voi, a Romedio Tobaldini, al pubblico. A tutti voi una bellissima serata, alla prossima.

La lezione è molto bella, sul fuori asse. Scopro che Flavia si fa capire molto bene in italiano. Alla prossima occasione non mi sfuggirà!
Durante la milonga li guardo ballare, non solo tra di loro ma con tutti i presenti, senza risparmiarsi. E mi sembra bellissimo e così raro.
Chiacchieriamo a lungo, gustando la buonissima pasta ai broccoli. Gli accenno del ruolo importante che il tango ha avuto nella mia vita, salvandomela letteralmente. Allora Eric mi confida che a 17 anni, nell’arco di pochi mesi, perse due importanti amici ed entrò in depressione. Un giorno il padre gli disse: “oggi vieni a lezione, una ragazza ti abbraccerà e poi qualcos’altro succederà”. Accettò. Quell’abbraccio fu bellissimo e non smise più, il tango l’aveva conquistato definitivamente.
Poi mi confida un’altra cosa importante: solo da poco tempo ha raggiunto la consapevolezza di essere un privilegiato. Poter viaggiare vivendo delle proprie passioni con la persona che ha scelto. E poi mi parla del suo amore per l’Italia e l’italiano. Adora il suono della nostra lingua. Per prepararsi a questa esperienza tutte le sere a cena e la mattina a colazione lui e Flavia si ascoltavano programmi radiofonici e televisivi in italiano. Poi parla con entusiasmo della nostra cucina, dice che rispetto all’Argentina abbiamo prodotti di alta qualità. Gli dico che ogni regione italiana ha una sua cucina e sono tutte buonissime, da scoprire. Poi con sguardo meravigliato mi dice: “ogni tipo di pasta italiana ha un nome! Spaghetti, fusilli,” … Ovviamente non riesco a trattenermi e lo aiuto nella compilazione della lunga lista. Poi mi chiede che pasta stiamo mangiando. “Sedanini ai broccoli” rispondo. Invece scoprirò poi da Romedio che erano i Caserecci. Caserecci ai broccoli. Buonissimi.
Ho pertecipato alle lezioni, molto belle
Lezioni spiegate benissimo.
Maestri molto carini molto determinati nelle figure che ti propongono. Si vede che sono bravi. Conosciuti nel 2o13 e quest’anno sono contenta del loro progetto Auguro, loro tanto sucesso.. Perché se lo meritano.. E un grazie a Romedio di aver portato al Cicala Clab questi 2 artisti..
Grazie mille per il commento da tutta la redazione di Faitango!
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