Il Tango di Pugliese Rivive: Analìa Goldberg e Simone Marini in Concerto
LIVE MUSIC
PUBBLICATO IL 27 Novembre 2024
La provincia si trasforma in un fulcro della cultura musicale tanghera: Logarne, un piccolo comune in provincia di Vicenza, accoglie il debutto italiano del cuarteto di Analía Goldberg. L’evento si terrà nella Sala Teatro dell’Oratorio di Santa Maria Maddalena, Analía Goldberg.è accompagnata dal talentuoso bandoneonista Simone Marini.
Grazie a Roberto Severoni dell’Adams Levis Academy, prende vita un sogno ambizioso e affascinante: un concerto milonga che celebra il tango con un intero pomeriggio dedicato a questa straordinaria cultura. L’evento sarà arricchito da sorprese e momenti indimenticabili.
Passione per il tango e impegno personale, caratterizzano il lavoro di Roberto Severoni
Perché hai deciso di impegnarti in prima persona nell’organizzazione di questo evento?
Roberto Severoni: “Conoscerò Analía per la prima volta il 1° dicembre. La sua fama la precede, ed è una figura molto conosciuta nel panorama del tango. Sono sempre stato un grande appassionato di tango, e la musica di Pugliese è una delle mie preferite. Ho apprezzato molto il suo modo di interpretare questa musica e credo che insieme a Simone Marini, un altro grande interprete di Pugliese, assisteremo a qualcosa di veramente speciale. Mi sono impegnato in prima persona nell’organizzare questo evento perché credo fermamente nel valore storico e culturale del tango. Il tango è un’arte che va preservata e promossa, e investire su Simone e Analía è un modo per valorizzare la musica e sostenere gli artisti che contribuiscono a mantenere viva questa tradizione.”
Che tipo di impegno ci vuole per portare avanti un progetto come questo, in un panorama così competitivo come quello del tango?
Roberto Severoni: “Ci vuole una grande passione, ma anche la consapevolezza di quanto sia importante investire sulla qualità. Il tango non è solo una danza, è una cultura, una tradizione, ed è fondamentale che venga vissuta e tramandata in modo autentico. Per me, questo evento è una sfida che spero porti risultati non solo in termini di partecipazione, ma anche di crescita e visibilità per i tanti artisti che, come Analía e Simone, sono fondamentali per la scena musicale internazionale.”
Il quartetto, che debutterà proprio in questa occasione, è composto da:
- Analía Goldberg al pianoforte
- Simone Marini al bandoneón
- Elisa Lo Giudice al violino
- Albano Ducaghinni al contrabbasso
Questo concerto Milonga rappresenta il battesimo di un nuovo capitolo nella carriera di Analía Goldberg ed è destinato a lasciare un segno in chi avrà la fortuna di parteciparvi. Una serata che celebrerà la musica di Pugliese, ma anche la nuova visione musicale di Goldberg, attraverso un tango che guarda al futuro pur rimanendo fedele alle sue radici.
Abbiamo chiesto a Simone Marini come è avvenuto l’incontro con Analía Goldberg.
Simone Marini:
“Non mi sarei mai aspettato di ricevere la chiamata di Analía Goldberg, soprattutto perché, per qualche motivo, non ci eravamo mai incrociati prima, né in giro per il mondo né in altre occasioni. Questo incontro è per me una conferma del percorso che ho intrapreso in questi venti anni di tango. Ho avuto la sensazione di aver seguito la traiettoria giusta, e questo mi rende davvero felice.
L’anno scorso, Analía mi ha contattato e da subito è nata una forte intesa. Abbiamo iniziato a lavorare su alcuni progetti, come il duo Tiburón, con un repertorio accattivante che include alcuni arrangiamenti scritti da lei. Tuttavia, nel corso del tempo, è maturata l’idea di proporre qualcosa di più ampio, e così è nato il progetto con il quartetto, con l’obiettivo di rendere omaggio a Osvaldo Pugliese.
Abbiamo già inciso un disco in duo e presto ne registreremo un altro a Buenos Aires. Mi auguro che questa collaborazione continui nel tempo, perché nutro una grandissima stima per Analía, sia sul piano personale che professionale. Sono certo che il pubblico saprà apprezzare questa straordinaria artista e che la nostra musica potrà far ballare e emozionare tutti.”
Come ti sei avvicinato alla musica e quando hai capito che avresti scelto questo percorso?
Simone Marini:
“Ho iniziato a suonare a soli quattro anni con l’organetto abruzzese, esplorando la musica popolare. Successivamente, sono passato alla fisarmonica, intraprendendo un percorso di studi classici in conservatorio. Poi è arrivato il tango, che mi ha riportato alle radici della musica popolare. Tutte queste esperienze hanno influenzato profondamente ciò che sono oggi.”
Chi ha maggiormente influenzato il tuo stile e il tuo modo di suonare?
Simone Marini:
“Se penso a ciò che più mi ha insegnato a vivere, respirare e sentire il tango, direi senza dubbio la milonga. È stata una grande maestra: nella milonga si osserva, si vive, si studia. È un luogo dove impari non solo la musica, ma anche l’essenza del tango.
Oltre alla milonga, ci sono stati i viaggi, i musicisti con cui ho avuto il privilegio di suonare, i ballerini e le esperienze raccolte girando il mondo. Tutto questo mi ha formato e mi ha dato tantissimo.”
Cosa pensi e cosa ti aspetti da questo evento?
Simone Marini:
“Prima di tutto, voglio ringraziare Roberto Severoni e Daniela Zamboni per avermi dato l’opportunità di presentare, in prima assoluta, un progetto così particolare in un contesto da milonga: un repertorio dedicato interamente a Pugliese. Solitamente, nelle milonghe, le orchestre organizzano il repertorio per tanda e stile. Questa volta, però, ho voluto proporre qualcosa di diverso. E quale artista migliore di Analía Goldberg, che è stata per 11 anni pianista di Color Tango, per realizzare un progetto di questo tipo?
Il mio legame con Pugliese è profondo, anche grazie all’opportunità che ho avuto nel 2014 di lavorare con Beba Pugliese, la figlia di Osvaldo, per una serie di concerti in Italia. È stata un’esperienza formativa che mi ha segnato nel profondo.
Mi aspetto tanta energia, sia da parte nostra, come musicisti, che da parte del pubblico. Lo stile di Pugliese è estremamente personale, bello ma anche introspettivo. Per me, ogni volta che lo interpreto, richiede un approccio particolare e un’attenzione diversa.”
La giornata avrà inizio alle 16:30 con il Workshop di Tango e Musica, un’intensa sessione di due ore dedicata all’interpretazione musicale nel tango. Guidato da Simone Marini e Leo Ortiz, con il supporto della ballerina Yanina Erramouspe, il workshop accompagnerà i partecipanti in un percorso di esplorazione della connessione tra corpo e musica.
Gli allievi saranno invitati a sviluppare un ascolto più profondo del proprio partner, acquisendo una visione più consapevole di sé durante il ballo. Sarà un viaggio interiore, volto a trasformare il tango in un linguaggio di autentica comunicazione e connessione con l’altro.
Quando hai incontrato il tango e quando hai capito che sarebbe diventato il tuo mestiere?
Leo Ortiz: “Ho iniziato a ballare tango all’età di 25 anni, e devo dire che è stato un incontro casuale, non era nei miei piani di vita. Tuttavia, una volta che il tango è entrato nella mia vita, non me ne sono più separato. Con il tempo, ho capito che sarebbe rimasto con me per sempre. È stato durante gli anni successivi che ho cominciato a insegnare, inizialmente ai miei amici, e poi, con l’esperienza, ho iniziato a formarmi come insegnante. Ho viaggiato a Buenos Aires per studiare con i grandi maestri, e sono stato coinvolto anche in competizioni, che mi hanno dato visibilità e mi hanno permesso di comprendere meglio come condividere la mia passione con gli altri.”
Che cosa distingue un bravo ballerino da un buon insegnante di tango?
Leo Ortiz: “Penso che un bravo ballerino non sia necessariamente un buon insegnante. Un insegnante deve essere in grado di trasmettere non solo la tecnica, ma anche la passione e la filosofia del tango. Per me, è fondamentale accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita, senza cercare di farli diventare una copia di me stesso. Ogni persona ha un proprio stile e deve svilupparlo. Un buon insegnante sa come stimolare la curiosità degli allievi e aiutarli a esprimersi attraverso il tango.”
Quale consiglio daresti a un ballerino amatoriale che ha già una buona base nel tango e vuole continuare a migliorare?
Leo Ortiz: “Il tango è un’arte infinita, c’è sempre qualcosa da imparare, indipendentemente dal livello in cui ci si trova. Per un ballerino amatoriale che ha già una buona base, il mio consiglio è di non smettere mai di studiare e di confrontarsi. La bellezza del tango sta nella continua evoluzione, ogni giorno si può scoprire qualcosa di nuovo. A volte, il semplice confronto con gli altri ballerini e con insegnanti diversi può aprire nuove prospettive e arricchire la propria danza.”
Dalle 18:00 alle 23:00, la serata si trasformerà in una Gran Milonga con musica dal vivo. Analía Goldberg, insieme a Simone Marini, presenterà il nuovo Cuartetto Goldberg,
Nel tango moderno, il bandoneón continua a essere lo strumento simbolo per eccellenza. Tuttavia, il progetto Tangoldberg, ideato da Analía Goldberg e Simone Marini, esplora nuove frontiere musicali, combinando sonorità sinfoniche e dimensioni innovative. In questa prospettiva, abbiamo chiesto a Simone Marini come vive il delicato equilibrio tra tradizione e innovazione musicale nel suo quartetto.
Simone Marini:
“Il bandoneón è senza dubbio lo strumento simbolo del tango, il suo cuore pulsante. Ma il tango non si limita a leggere uno spartito; anzi, potrei dire che lo spartito è quasi una scusa nel tango. Per me è fondamentale conoscere tutto ciò che ha contribuito al suo sviluppo, nel senso più ampio del termine.
L’equilibrio tra tradizione e innovazione, secondo me, viene da sé. Il tango ha un passato ricchissimo, ha vissuto la modernità con Piazzolla e continuerà a evolversi. Sono aperto a ogni forma di sperimentazione, come quella che proponiamo in Tangoldberg: nuove composizioni, arrangiamenti originali, l’accostamento di strumenti inusuali. Credo che tutto questo non possa che arricchire il tango e permettergli di guardare al futuro senza dimenticare le sue radici.
La tradizione, ne sono convinto, sarà sempre presente nell’innovazione. È una certezza che porto con me.”
Come sei passato dal ’organetto abruzzese al Bandoneon?
Simone Marini:
È una storia particolare. Ho iniziato con l’organetto e poi con la fisarmonica, suonando anche Piazzolla. Non sentivo il bisogno di cambiare strumento, fino a quando un amico mi invitò a uno spettacolo di tango a Pescara.
A metà spettacolo, rimasi folgorato. Non fu il bandoneonista a colpirmi, ma un ballerino, la cui energia e modo di vivere il tango mi ispirarono profondamente. Decisi in quel momento di imparare a suonare il bandoneón. Non avevo un maestro, così iniziai da autodidatta, ispirandomi proprio ai movimenti di quel ballerino e studiando il tango musicale.
Anni dopo, il destino si compì: quel ballerino, Roberto Herrera, mi notò e mi propose di collaborare con la sua compagnia come arrangiatore musicale. Fu un’esperienza incredibile, che mi portò a esibirmi in oltre 70 spettacoli, anche all’estero. Roberto, che era stato ballerino dell’Orchestra di Pugliese, ha segnato profondamente il mio percorso, creando un filo diretto con lo stile di Osvaldo Pugliese e portandomi, oggi, a lavorare con Analía Goldberg, un’icona del pianoforte tanghero nello stesso stile. Tutto, in qualche modo, si è legato come per destino.”
Il 1° dicembre sarà un’occasione imperdibile per vivere la magia del Cuarteto Goldberg: un evento che non solo omaggia la musica senza tempo di Osvaldo Pugliese, ma celebra anche il coraggio e la visione di due artisti che stanno ridefinendo il futuro del tango.
La nostra Antonella D’Alessandro presenterà la tappa del tour a Foggia il 14 dicembre, organizzata da Libertango, con dirette e interviste trasmesse dalla nostra pagina webradio. Non perdetevi l’opportunità di seguire questo straordinario viaggio musicale, e lasciatevi trascinare dall’unica parola che può racchiudere tutto questo: Pugliese, Pugliese, Pugliese!
Barbara Savonuzzi
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