Analía Goldberg,

una vita per la musica: "Si diventa ciò che si crede"

PUBBLICATO IL 25 Novembre 2024

Analía Goldberg è come un profumo, un pot-pourri di essenze dalle fragranze misteriose, dove al primo impatto prevalgono quelle destinate a incantare: immagine e carisma. Ma basta poco perché l’essenza più preziosa si sveli: un’anima musicale intensa, autentica e resiliente. Nel corso della nostra intervista, emerge un ritratto di una donna che ha scelto di vivere per la musica, con coraggio e dignità. Una compositrice e direttrice d’orchestra che rimane fedele a sé stessa per offrire al pubblico un messaggio sincero e innovativo.

Analìa Goldberg

Goldberg è un nome imprescindibile nel panorama del tango contemporaneo. Pianista e compositrice nata a Buenos Aires, ha prodotto opere che uniscono la tradizione del tango alla modernità. Album come Ojos de Tango Desvelo (2011) e Tan Goldberg (2019) dimostrano una rara capacità di reinterpretare i suoni classici del Río de la Plata con una sensibilità che parla alle nuove generazioni. Ha collaborato con artisti di rilievo come Walter “Chino” Laborde, portando sul palco un mix unico di passione e raffinatezza.

La sua carriera si distingue non solo per il talento musicale, ma anche per la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti. Durante la pandemia, ha lanciato “TanGoldberg”, un ciclo di concerti in streaming che ha dimostrato come la tecnologia possa ampliare gli orizzonti del tango, mantenendolo vivo anche nei momenti più difficili.

Donna e musica, un binomio ancora complesso e spesso conflittuale, soprattutto quando si tratta di composizione e direzione d’orchestra. Goldberg rappresenta una voce forte e unica in un settore dove il talento femminile è stato storicamente silenziato. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il suo esempio ci invita a riflettere sugli ostacoli che molte artiste affrontano ancora oggi per vedere riconosciuta la loro piena dignità professionale .

Analía Goldberg racchiude in sé, come una rosa del deserto, delicatezza e forza incalcolabile. Attraverso le sue parole e la sua musica, scopriamo un’artista che ci invita a guardare oltre le barriere.

Analia, sei stata pianista per diversi anni in Color Tango, un’orchestra che ha raccolto l’eredità di Pugliese, grazie anche alla presenza di musicisti del nucleo originale. Quanto è stata formativa questa esperienza per te, sia dal punto di vista musicale che umano? Quali insegnamenti hai portato con te?

Analìa Goldberg: Il Maestro Roberto Álvarez, direttore musicale di Color Tango, incarnava appieno la scuola di Pugliese, basata sulla collaborazione tra i membri dell’orchestra. Questo approccio mi ha insegnato l’importanza del dialogo creativo: ogni musicista partecipava non solo suonando, ma anche arrangiando e componendo. Persino le decisioni commerciali venivano discusse collettivamente, una dinamica rara che rafforzava il senso di appartenenza al progetto.

Dal punto di vista umano, il rispetto per il lavoro è stato la lezione più preziosa. Ho imparato a essere grata di poter vivere facendo musica, e non una qualsiasi, ma il tango, un genere che sento profondamente radicato in me. L’esperienza mi ha insegnato che, quando si lavora con dedizione, ogni nota può diventare un gesto di amore per la cultura che ci rappresenta.”

Uno dei tanghi che hai suonato con Color Tango, Malena, evoca quasi la sensazione che la mano di Pugliese ti accompagni al piano. Cosa rappresenta per te questo brano e quali emozioni ti evoca?

Analia Goldberg: Questo arrangiamento, creato direttamente da Osvaldo Pugliese, è un pezzo che mi emoziona profondamente ogni volta che lo suono. La forza ritmica, unita alla complessità delle linee melodiche, è uno esempio perfetto dello spirito combattivo e appassionato di Pugliese. Interpretarlo è stato come entrare in connessione con il suo mondo interiore, con la sua lotta artistica mi piace pensare che in quei momenti il suo genio mi abbia accompagnata, rendendo viva la sua eredità attraverso la mia musica.

Negli anni, il tuo percorso artistico ha seguito un’evoluzione unica, muovendosi su due binari paralleli:

  • Musicalmente, hai osato sperimentare nuove sonorità, accostando elementi sinfonici, come l’uso del flauto, a quelli tradizionalmente tangueri.
  • Personalmente, hai costruito un’immagine artistica che gioca tra follia e sogno, dolcezza e forza, esprimendo una ricerca di libertà che si concretizza nella fondazione del tuo quartetto, Tangoldberg.

Puoi raccontarci come è nata questa dualità e come si riflette nel tuo lavoro?

Analìa Goldberg : Grazie! È vero, la mia musica si evolve continuamente, guidata dall’impulso creativo che sento come una forza inarrestabile. Per me, essere artista significa accettare il cambiamento, abbracciarlo. Questo mi ha portata a esplorare nuove sonorità, accostando strumenti classici a elementi sinfonici e innovativi, sempre in equilibrio con la tradizione del tango.

Per quanto riguarda la mia immagine, è semplicemente un riflesso genuino della mia vita e delle sfide che ho affrontato per essere qui. Non cerco di costruire un personaggio, ma di essere fedele alla mia identità, una sintesi di forza e dolcezza, follia e sogno. Questi aspetti si intrecciano e prendono forma nella musica che creo, come nel mio quartetto, Tangoldberg, un progetto che rappresenta pienamente questa visione.

Uno dei tuoi pezzi, Osvaldos, sembra celare una storia personale. Cosa ti ha ispirato a comporlo?

Analìa Goldberg: Ho dedicato questo tango a tutti gli ‘Osvaldo’ che hanno contribuito a plasmare il mondo del tango. Osvaldo Pugliese, naturalmente, ma anche O. Ruggero, O. Tarantino, O. Manzi, O. Fresedo, O. Berlingheri e tanti altri. È un piccolo omaggio a questi giganti, che con il loro talento e la loro passione hanno tracciato il cammino per chi, come me, ama profondamente questo genere. Certo, non li ho nominati tutti: gli ‘Osvaldo’ del tango sono davvero tantissimi!”

Ascoltando Osvaldos, emergono influenze di Piazzolla e Troilo: un tango che unisce l’ascolto profondo al ritmo del ballo. È questa la tua visione del tango moderno? Un’arte che si rinnova senza dimenticare le sue radici?

Analia Goldberg: Assolumente. Mi dedico con passione all’arte della composizione e cerco di riflettere nel mio lavoro il contesto che vivo e i suoni che mi circondano. Le mie influenze sono molteplici: Piazzolla, Troilo, e ovviamente Pugliese, ma anche ciò che sento nella quotidianità contribuisce a plasmare la mia musica. Per me, il tango moderno deve essere un ponte tra tradizione e innovazione: un linguaggio vivo che possa raccontare il passato, ma anche dialogare con il presente e il futuro. Non si tratta solo di mantenere radici solide, ma di permettere a quelle radici di generare nuove forme espressive.”

La relazione con il pubblico, sia esso formato da ascoltatori o ballerini, genera un’energia unica, una forma di comunicazione non verbale che nel tango chiamiamo connessione. Che valore ha per te questa relazione e come la vivi durante le tue performance?

Analìa Goldberg: Per me la comunicazione con il pubblico è fondamentale, è il cuore di ogni performance. Quando suono per i ballerini, guardo sempre i loro piedi: seguire i loro movimenti mi aiuta a sentire come la mia musica si intreccia al loro ballo, creando quella magia che solo il tango può offrire. Durante un concerto, invece, immagino di essere come un riflettore: un punto di luce che guida e illumina le emozioni degli ascoltatori. Questo scambio, così intenso e silenzioso, è qualcosa che mi arricchisce profondamente e che vivo sempre con grande gioia.

Il 1° dicembre inaugurerai la tua tournée a Longare, in provincia di Vicenza, su invito di Roberto Severoni, dell associazione Adams Levis Academy , ha creduto profondamente nel vostro progetto.
Nella tua formazione artistica, c’è un filo rosso che ti lega alla cultura italiana? In che modo questo legame si riflette nel tuo ultimo lavoro dedicato a Pugliese?

Analìa Goldberg: In Argentina, le radici italiane sono ovunque. La maggior parte dei musicisti di tango proviene da da famiglie di origine italiana, e questa influenza si sente non solo nella musica, ma anche nello spirito che la anima. Nel tango convivono molte culture, e la musica italiana, con le sue melodie appassionate e l’eredità dell’opera, ha sicuramente lasciato un segno profondo. Nel mio lavoro dedicato a Pugliese, questo legame si riflette sia nelle scelte compositive, sia nel modo in cui cerco di unire tradizione e innovazione, proprio come hanno fatto i grandi maestri.”

La tua tournée italiana èrevede bel 9 tappe il 1° Dicembre a Longare in provincia di Vicenza, 11 a Torino , 14 a Foggia, 15 a Napoli, 21 a Trento, 26 ad Aosta, 27 a Torino, 31 a Montesilvano in provincia di Pescara , 04 Gennaio a Bolzano. In questo progetto hai accanto un collaboratore di lunga data, Simone Marini. Come è nata questa collaborazione e cosa rende il vostro lavoro insieme così speciale?

Analia Goldberg: Ho conosciuto Simone suonando con il mio quartetto a maggio 2024, ed è stata un’intesa immediata. Mi ha colpita il suo modo di suonare, così personale e potente, ma soprattutto la capacità di dare ritmo e struttura alla musica, un elemento essenziale nel tango.

Da quel momento è nata l’idea di collaborare, e Simone ha avuto una splendida intuizione: rendere omaggio a Pugliese con un progetto che unisce rispetto per la tradizione e voglia di sperimentare. Insieme stiamo anche registrando un album in duo, che sarà pronto proprio all’inizio della tournée. È un lavoro in cui crediamo molto e che, spero, riuscirà a trasmettere tutta la passione che mettiamo in ciò che facciamo.

Quali sono i tuoi progetti futuri con il tuo quartetto Tangoldberg? Ci sono nuove direzioni musicali che vorresti esplorare o collaborazioni che sogni di realizzare?

Analia Goldberg: Il mio sogno è portare la musica del quartetto Tangoldberg in quante più città possibile, raggiungendo pubblici diversi e nuovi. Voglio che il tango continui a vivere, a crescere, a espandersi nei cuori e nei passi dei ballerini di tutto il mondo. È una missione che mi appassiona e che guida ogni mio progetto futuro. Inoltre, mi piacerebbe collaborare con artisti che condividano la mia stessa visione di un tango che guarda avanti, senza mai dimenticare le sue radici.

 

Il viaggio musicale di Analía Goldberg prosegue con il suo tour italiano, che partirà il 1° dicembre a Longare (Vicenza) e toccherà città come Torino, Napoli, Foggia, Trento, Montelsivano, fino al 4 gennaio a Bolzano. Non perdete l’occasione di vivere l’emozione del tango, nella sua forma più autentica e innovativa, dal vivo.

Barbara Savonuzzi

 

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