Mancano pochissimi giorni alla chiusura delle iscrizioni, prevista per il 24 marzo. Il concorso Premio Tango&Danza Under 35 si conferma un’opportunità unica per i giovani danzatori italiani, offrendo loro non solo una vetrina per esibirsi, ma anche un’occasione di crescita e approfondimento sulla cultura musicale legata al Tango.
Uno degli aspetti centrali della competizione è proprio la scelta e l’interpretazione musicale: i partecipanti dovranno presentare una coreografia su un brano di Tango, spaziando dai primi pezzi storici fino alle composizioni contemporanee. La performance dovrà avere una durata massima di quattro minuti e potrà essere eseguita in solo, in coppia o in gruppo (minimo tre partecipanti).
Il concorso prevede due categorie:
* Formazione Danza: riservata a chi ha seguito un percorso accademico nelle discipline della danza classica, contemporanea e/o moderna. Rientrano in questa sezione anche ballerini con esperienza in hip-hop, freestyle, street dance o danze urbane, provenienti da scuole di danza o licei coreutici riconosciuti.
* Formazione Tango: aperta a chi, pur non avendo seguito un percorso accademico di danza, studia regolarmente il Tango presso scuole specializzate. I partecipanti potranno iscriversi alla categoria Tango Salón (improvvisazione) o Tango Escenario (coreografia).
Angelica Bevilacqua, direttrice artistica di Atelier B Tango Danza e organizzatrice del concorso, sostenuto da ACSI nazionale e ACSI Settore Tango, ci accompagna in un approfondimento sul valore della formazione e sull’importanza del premio destinato ai vincitori.
Angelica Bevilacqua: “Questo vuole essere un concorso per ballerini di Tango di tutti i livelli.
E’ di sicuro un’esperienza di crescita per tutti i ballerini che hanno desiderio di esprimere la propria passione verso questo ballo ad altri.
Io credo che tutti i ballerini abbiamo questo desiderio. Anche quando si va in milonga, si ha un desiderio di far vedere il proprio ballo. Mostrare/mostrarsi non è assolutamente qualcosa di sbagliato anzi…è qualcosa di sana e momento di crescita. Credo che si dovrebbe osservare molto quello che fanno gli altri in milonga per poter prendere spunti da altri.
Il concorso è un contesto diverso: si ha la possibilità di avere un palcoscenico per sé per un max di 4 minuti. Vuole essere un’opportunità e una sfida unica anche e soprattutto per giovani ballerini che non hanno avuto la possibilità di fare questa esperienza prima.”
In che modo il premio aiuterà i danzatori nel loro percorso artistico?
A. Bevilacqua: “Mostrarsi in pubblico è molto diverso che ballare in una sala da ballo. E anche per chi l’ha già fatto ogni nuova possibilità è unica e diversa. Si lavora molto sul proprio autocontrollo, sulle proprie emozioni..tutti (anche i più grandi professionisti) si emozionano quando escono in pista ma è importante vincere la paura per godersi il momento. E questo richiede molte prove.
Per chi vincerà ci sarà poi la possibilità di studiare gratuitamente con alcuni dei più importanti giovani maestri di livello internazionale che abbiamo in Italia e una coppia potrà partecipare a un seminario internazionale e aver modo di conoscere altre giovani coppie straniere.”
Basandosi sull’esperienza dell’anno scorso Cosa si aspetta di vedere nelle esibizioni finali?
A. Bevilacqua: “In generale non mi piace mai immaginarmi qualcosa. Quello che mi piacerebbe sarebbe vedere qualcosa che mi sorprenda, anche una piccola cosa, un dettaglio che apra la mia visuale su un aspetto del Tango che non avevo preso in considerazione prima.”.
Nel panorama del Tango internazionale, talento, eleganza e capacità espressive sono qualità imprescindibili per chi si dedica a questa disciplina con passione e professionalità. Silvina Tse e Julio Alvarez incarnano perfettamente questi valori.
La loro esperienza nel Tango spazia dalla formazione accademica all’insegnamento, fino alla performance artistica di alto livello. Li abbiamo incontrati per scoprire il loro punto di vista sull’importanza della formazione, il loro ruolo di testimonial nel concorso. Inoltre, come parte del premio, i vincitori avranno l’opportunità di studiare con loro, approfondendo tecnica, musicalità ed espressione artistica.
Il vostro percorso nel Tango vi ha portato a diventare punti di riferimento in questo mondo. Come è iniziato il vostro viaggio nella danza e cosa vi ha spinto a dedicarvi al Tango?
Silvina Tse: “Ho avuto la fortuna di intraprendere un percorso molto diverso da quello che avevo immaginato per me stessa. Pur essendo laureata in ingegneria, non mi sono mai sentita un’ingegnera; al contrario, la passione per la danza – e in particolare per il tango argentino – mi ha sempre colmato di gioia ed entusiasmo. Con il tempo, ho deciso di dedicare sempre più energie a questa passione, nella speranza che potesse diventare una parte centrale della mia vita quotidiana. Sono cresciuta in una famiglia in cui l’idea di diventare artista o ballerina non era considerata realistica ma sapevo di avere comunque davanti due strade: quella che non risuonava con il mio io interiore era sicuramente l’opzione da abbandonare, l’altra era un forte desiderata che fino a quel momento non avevo mai creduto realizzabile.”
Julio Alvarez: “Il mio viaggio nel tango è iniziato quasi 20 anni fa, grazie a una fidanzata dell’epoca. Lei, appassionata di danza, scoprì uno dei pochi posti all’Avana dove si ballava il tango e mi invitò a partecipare alle lezioni. Inizialmente mi rifiutai, perché nella mia immaginazione il tango era quello delle scene hollywoodiane: uomini con la rosa in bocca e pose teatrali.
Ma, come ben sappiamo, il genere femminile ha il talento innato di persuaderci, fino a farci credere che le nostre azioni siano frutto delle nostre decisioni, quando in realtà sono il risultato di un piano studiato in anticipo. E così, mi ritrovai alla Casa del Tango dell’Avana, con la scusa di accompagnarla a casa dopo le lezioni, che – secondo lei – sarebbero finite alle 19:00. Non appena varcai la soglia, capii che mi aveva ingannato: la lezione doveva ancora iniziare! Ma allo stesso tempo, le sono grato, perché quella fu la bugia più bella e importante della mia vita.
Prima di entrare, attraverso il portone di vetro intravedevo due ballerini muoversi con un linguaggio coreografico a me sconosciuto. Avevo già esperienza in altre danze, ma quello che vidi mi lasciò senza parole. Il caldo dell’Avana, il rumore delle auto d’epoca che sfrecciavano lungo l’Avenida Neptuno, e poi, attraverso la porta semiaperta, una melodia in tonalità minore che non avevo mai sentito prima… Il mio dialogo interiore si accese: ‘Cosa stanno facendo? Una coreografia? No, non sembra…’
Rimasi pietrificato per qualche secondo, poi, con delicatezza, spinsi la porta, sperando che i ballerini non si fermassero. E così fu. La musica di Piazzolla mi colpì in pieno, come un’onda di emozioni. In quel momento capii tutto: il tango non era solo un ballo, era qualcosa di più profondo, un universo da esplorare. E da allora, non l’ho più lasciato. Grazie a quel momento, oggi sono qui.
Qual è stata la sfida più grande che avete affrontato nella vostra carriera professionale e quale insegnamento fondamentale ne avete tratto?
Silvina Tse: “La sfida più grande è stata lasciare la mia realtà di tango locale, a cui mi ero dedicata per molti anni e a cui mi ero affezionata , per tentare una carriera internazionale. Non è stato semplice affrontare un nuovo contesto, e pochi anni dopo aver preso questa decisione, il COVID ha bloccato la possibilità di viaggiare e ha interrotto molti progetti. Inoltre, ho dovuto cercare una nuova partnership di ballo, poiché la pandemia ha reso impossibile proseguire fisicamente la collaborazione con il mio precedente compagno. Queste esperienze mi hanno insegnato il valore della resilienza, dell’adattamento e dell’importanza di costruire relazioni basate sia sul livello artistico ma soprattutto umano. Ogni difficoltà mi ha permesso di diventare una professionista più completa.”
Julio Alvarez: “Sai quante volte mi hanno chiesto, perché insegni tango e non salsa? Essere un ballerino afro-cubano, nero, con una formazione eclettica, non mi rende il classico maestro di tango argentino (i miei capelli non cambiano forma nemmeno con il gel…. Nei miei seminari, utilizzo tutto il mio bagaglio culturale: da giochi teatrali a test di mobilità per offrire a ciascuno dei partecipanti ciò di cui hanno bisogno in quel momento per migliorare il loro tango. Nei primi anni in Europa, ho notato una leggera perplessità in alcuni studenti che erano abituati ai maestri argentini. Tuttavia, con il passare del tempo, sono stato accettato non solo dai primi studenti che ho avuto a Milano, che ringrazio molto, soprattutto per la pazienza con il mio italiano , ma da tutte le persone che mi seguono e mi sostengono, sia grazie ai social media che fisicamente ai nostri eventi. Grazie a questo, ho imparato che per essere accettati dagli altri, dobbiamo essere perseveranti nei nostri obiettivi, con rispetto e professionalità senza dimenticare che la missione di aiutare gli altri rende il nostro ambiente un posto migliore. E infine, ma non meno importante, dobbiamo accettarci come siamo e lavorare sulla nostra crescita interiore, e il tango è un canale ottimale per farlo.”
In che modo aiutate gli allievi a trovare la propria espressività nel ballo?
Silvina Tse: “Cerco di osservare attentamente ogni allievo, valutando il fisico, l’età e i desideri personali, per poi ricavare le caratteristiche uniche del loro stile. Mettere insieme questi elementi mi permette di guidarli verso un’espressione autentica e personale, in linea con ciò che realmente li rappresenta. Il feedback continuo e il dialogo costante mi aiutano ad adattare la didattica, assicurandomi che ogni percorso sia il più aderente possibile alle esigenze individuali.”
Julio Alvarez: “ Oltre a ballerino ed insegnante sono un sono un coach sportivo, e nel tango vedo un potente strumento di crescita personale. Alleno le soft skills dei miei studenti perché credo fermamente che queste siano la chiave per una vita più ricca e soddisfacente. Migliorando la comunicazione, l’empatia e l’intelligenza sociale, i miei studenti imparano a costruire relazioni più profonde, gestire le emozioni e affrontare le sfide con maggiore sicurezza.”
Quando avete sentito parlare di questo concorso per la prima volta, cosa vi ha colpito di più dell’iniziativa?
Julio Alvarez: “ Sono venuto a sapere di questo concorso grazie ad Angelica Belliaqua, che fa un lavoro meraviglioso di promozione sia del tango che del concorso stesso. Mi è piaciuto molto, per la semplice ragione che è una grandissima opportunità per i giovani ballerini di formarsi, e mi sarebbe piaciuto parteciparvi anch’io quando avevo meno di 35 anni.”
Il Tango ha sempre vissuto trasformazioni, basti pensare alla rivoluzione musicale di Piazzolla. Con questo concorso stiamo rompendo gli schemi tra Tango e Danza. Secondo voi, possiamo ancora parlare di Tango o siamo già oltre?”
Julio Alvarez: “ Vedo il tango come un fenomeno sociale molto articolato. Come nella vita, tutto cambia e più il fenomeno diventa internazionale, più sarà soggetto a cambiamenti di diversa natura. Il tango è uno dei balli popolari che più facilmente si può avvicinare alla danza, grazie alla sua particolarità di non avere una base ritmica né coreografica da seguire obbligatoriamente come altri balli. Sì! Stiamo ancora parlando di tango e, grazie ad eventi come questi che fomentano la contaminazione, sorgeranno più modi di linguaggio all’interno del tango”.
Il concorso Premio Tango&Danza Under 35 non è solo una competizione, ma un’opportunità di crescita e scambio artistico Ora non resta che lasciarsi ispirare e iscriversi senza esitazione, perché il futuro è oggi per realizzare i vostri sogni! Per potersi iscrivere al concorso è necessario che ogni partecipante invii i documenti richiesti all’interno del regolamento visionabile al seguente link!
Barbara Savonuzzi