Il Tango incontra la Danza

Seconda Edizione del Concorso di Tango&Danza: Un’Iniziativa per i Giovani Danzatori Italiani.

Il Tango non è solo un ballo, ma una vera e propria espressione artistica riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio culturale dell’umanità. In Italia, questo genere è ampiamente noto, ma spesso viene associato principalmente al ballo sociale e praticato in età adulta. La seconda edizione di questo concorso nasce con l’obiettivo di avvicinare i giovani danzatori italiani al Tango, permettendo loro di esplorarlo attraverso la loro formazione artistica e la propria sensibilità interpretativa.

Prima di approfondire questa riflessione con Angelica Bevilacqua e la coppia dei maestri Italiano del tango argentino, Testimonial per questa edizione 2025: Lorena Tarantino e Gianpiero Galdi, vi ricordiamo due brevi date:

Le iscrizioni per il concorso chiudono il 24 marzo, mentre la competizione si svolgerà il 29 marzo. I vincitori riceveranno un premio formativo, un buono del valore di 300 euro per ogni categoria e sezione (sezione Danza e sezione Tango: Salón e Scenario). Questo contributo sarà destinato a percorsi di formazione nel Tango, seguiti dai alcuni dei più importanti maestri italiani specializzati nell’insegnamento del Tango ai giovani.

Perché è importante che i giovani danzatori si avvicinino al Tango?

A. Bevilacqua: “Il Tango è un genere di danza ormai conosciuto in europa e in tutto il mondo. E’ importante che un giovane danzatore dopo aver ricevuto una formazione di danza generale (la cui base è sempre la danza classica) si specializzi in una disciplina specifica ma conosca anche altri generi per aver un repertorio personale il più vasto e completo possibile”

Quali sono gli aspetti tecnici ed espressivi che possono arricchire la formazione di un danzatore?

A. Bevilacqua: “Se la domanda si riferisce alla formazione di danzatore di Tango, dipende se il danzatore è di Tango salon, tango scenario o tango danza.

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici ci sono per tutte queste 3 categorie degli aspetti comuni: una consapevolezza corporea molto precisa e sviluppata che si acquisisce con una buona tecnica di danza classica e/o contemporanea. Anche altre discipline possono comunque aiutare in questo percorso di formazione: ad esempio le arti marziali.

Per quanto riguarda l’espressività è un elemento che si può acquisire e perfezionare ma è elemento più innato del danzatore. Ci sono danzatori estremamente espressivi (e con espressività si intende il volto ma anche il corpo in generale) ed altri meno. E’ qualcosa di più naturale, personale.”

Che ruolo ha la musica del Tango nel processo creativo dei partecipanti?

A. Bevilacqua: “Dovrebbe aver un ruolo molto importante. Dovrebbe esserci una coerenza interpretativa fra la musica scelta e la coreografia o improvvisazione proposta del brano.”

 

Il dialogo tra Tango e giovani danzatori continua a svilupparsi grazie anche alla presenza di figure di riferimento che, con la loro esperienza, offrono una prospettiva unica su questo mondo. Lorena Tarantino e Gianpiero Galdi sono due talentuosi ballerini che hanno calcato le scene internazionali del Tango e che, come testimonial di questa edizione, portano il loro contributo prezioso al concorso. Li abbiamo incontrati per scoprire la loro storia e il loro punto di vista su questa iniziativa.

Partiamo dalle origini: come vi siete avvicinati al Tango e come è nata la vostra collaborazione come coppia di ballerini?

Gianpiero Galdi: “I miei genitori hanno cominciato a ballare tango all’inizio del 2000, cercando di coinvolgere me e mia sorella che dopo un paio di anni abbiamo ceduto. Io ne avevo solo dodici. Ho seguito un po’ svogliatamente all’inizio ma qualche anno dopo, quindicenne, faccio un bellissimo viaggio con mio padre a Buenos Aires dove mi innamoro del tango e soprattutto dello studio e dell’ambiente sociale. Tornerò in Argentina annualmente da quel momento, prendendo uno studio intenso che mi ha poi portato al professionismo anche prima della maggiore età.”

Lorena Tarantino: “Avevo 17 anni, 13 anni di danza classica alle spalle ed il sogno nel cassetto di ballare professionalmente. Quando mia sorella mi propose di provare una lezione di Tango argentino, m’incuriosì subito e ci andai senza immaginare quanto quella singola ora potesse impattare i miei anni a venire. M’innamorai perdutamente della musica, dell’improvvisazione e dell’intesa profonda tra partner che il Tango permette di vivere.”

Gianpiero Galdi e Lorena Tarantino: “Il nostro rapporto comincia come insegnante-allieva, ma poi Lorena prende la sua strada da professionista, indipendentemente, e ci ritroveremo solo dopo qualche anno per cominciare il nostro percorso insieme, senza mai però esserci persi di vista e avendo sempre continuato a stare nello stesso gruppo di studio, con il quale abbiamo fatto innumerevoli progetti, molti dei quali dedicati ai più giovani.”

C’è stato un momento chiave che ha segnato una svolta nella vostra carriera?

Lorena Tarantino e Gianpiero Galdi:” Diremmo tantissimi momenti chiave, ma abbiamo voglia di menzionarne due: Innanzitutto, il primissimo, dove facciamo la nostra prima esibizione insieme nel setting più emozionante e stressante che si possa immaginare.
Nel febbraio 2018 partecipiamo come artisti al Misterio Tango Festival di Buenos Aires, in una serata insieme a mostri sacri del tango e in uno dei suoi principali templi: il Salon Canning; musica dal vivo di due fenomeni come Il Chino Laborde e Analia Goldberg. Il secondo momento pivotale che vogliamo raccontare è un nostro video: l’interpretazione della musica alternativa Ariele e Calibano dei Sineterra, che ha fatto particolarmente scalpore diventando virale nell’ambiente del tango per molti motivi, uno dei quali, oltre alla particolare qualità del montaggio video e dell’ambiente speciale in cui è stato registrato, il fatto che sia stato rilasciato nel pieno della pandemia (momento in cui nessun altro nuovo video di tango sarebbe potuto uscire).

Nel vostro percorso di insegnamento, avete mai lavorato con giovani che provenivano da altri stili di danza? Come cambia il loro approccio al Tango rispetto a chi lo studia da zero?

Lorena Tarantino e Gianpiero Galdi: “Abbiamo dedicato tantissimi progetti ai più giovani, portando il tango nelle scuole, sia con progetti pomeridiani che di mattina negli orari curricolari e per molti anni all’università. Tra i vari progetti dedicati ai ragazzi alcuni erano frequentati in maggior parte da ballerini, come proprio quello in cui ha cominciato Lorena che, ex ballerina di danza classica appena diplomata, era al corso con tanti dei suoi colleghi. Sicuramente chi già balla qualcos’altro, specialmente ad un buon livello, approccia tutto con una chiave di lettura legata alla propria esperienza, cosa che ha i suoi pro e i suoi contro. Quello che però apprezziamo di più è la grande motivazione e serietà che caratterizza chi già è competente in un altro stile.”

Il Tango è più tecnica o più emozione? Come bilanciate questi due aspetti?

Lorena Tarantino e Gianpiero Galdi: Forse questo è un po’ come dire se in un bel romanzo è più importante la storia, il soggetto, o il modo con cui viene raccontata.
Deve di certo essere un’armonia di queste due e ovviamente più cose. L’emozione è l’obiettivo, il punto focale, il centro di gravità attorno al quale orbita tutto il resto. La tecnica è uno strumento per farla arrivare. Spesso viene connotata da un sentimento negativo o, all’opposto, vestita di un’importanza esagerata. La riterremmo, invece, semplicemente un vettore. Nella metafora iniziale: la modalità con cui la storia viene raccontata, la capacità di utilizzare il vocabolario (di ballo), la percezione altrui e della musica, … e tutto quello che caratterizza questa particolare disciplina, con l’intento e il desiderio di accedere ad una dimensione emotiva e più profonda.

Partecipare a un concorso è sempre una sfida, ma anche un’opportunità di crescita. Qual è il consiglio più importante che dareste ai concorrenti per affrontare questa esperienza al meglio?”

Lorena Tarantino e Gianpiero Galdi: “Accettiamo con piacere l’imbeccata, cogliendo l’occasione di argomentare il vecchio adagio per cui “l’importante è partecipare”. Sì, è quello l’importante, a patto che sia fatto con consapevolezza. E quindi Partecipare con la P maiuscola, che vuol dire esserci, esserci dentro. Sfruttare l’onda emotiva e lo stress positivo della situazione per fare una bella preparazione iniziale. Appassionarsi al processo di studio. Accogliere le emozioni forti e imparare a gestirle. Saper trovare il modo di dialogare con il proprio partner sotto pressione. E poi divertirsi, che non è una cosa semplice, perché sempre l’immaginazione corre più veloce dell’essere-qui-ed-ora. Ed è proprio questo che auguriamo ai concorrenti: sapersi godere la competizione come un’occasione per vivere insieme al proprio partner e ai propri compagni il momento presente. Auguri!”

Barbara Savonuzzi

Con la testimonianza di Lorena e Giampiero, abbiamo aggiunto un altro tassello al racconto di questa seconda edizione del Premio Tango&Danza Under 35. Nel prossimo appuntamento del 19 marzo, ci addentreremo ancora di più nell’universo del Tango, incontrando i terzi testimonial del concorso e approfondendo nuove prospettive per una riflessione ad ampio raggio. Continuate a seguirci!

 

Barbara Savonuzzi

 

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