‘Sacrificarsi’, il segreto del ballerino irresistibile

PUBBLICATO IL 3 Marzo 2015

Niente è più seducente del ballerino che sacrifica le sue ambizioni di essere notato come bravo per fare risplendere la sua dama. Questo non solo implica di essere a conoscenza del proprio ego e delle sue mire, ma significa anche essere così progredito nel ballo da non insistere a tutti i costi d’esibirsi con passi che superano le capacità della partner.

In un certo senso… il principiante si avvicina al ballerino di livello avanzato: il primo non sa ballare tanti passi e il secondo sceglie di ballare meno per poter brillare in milonga.[i]

Sapere smorzare le proprie ambizioni non vale solamente per i signori ballerini, ma anche per le dame: Se vi sta a cuore che il vostro partner provi piacere nel ballare con voi, fate di tutto per farlo brillare davanti agli altri ballerini, farete davvero colpo non solo su lui, ma proprio su tutti![ii]

Preparare il ballerino e la ballerina a tale sacrificio è ovviamente compito del loro insegnante, che sia uno ufficiale o, come succedeva una volta, secondo la tradizione porteña dell’ambiente famigliare:

Ogni volta che fai vedere come si balla il Tango,

dì di non usare la forza per conquistare la ballerina,

perché provocherebbe solamente resistenza in lei.[iii]

 

Ovviamente lo stesso vale anche per la dama; in questo caso non deve né resistere né anticipare la guida del suo ballerino:

 

La ballerina conquista il ballerino con la sua pazienza,

aspettando con calma la sua marcación.[iv]

Ma ritorniamo al sacrificio durante il ballo che fa risplendere il/la partner: esso non dobbiamo fraintenderlo con il ballo che abbiamo accettato controvoglia; sacrificandoci. Una cattiva abitudine nelle sale da ballo (di tipo non-milongas tipicas) al di fuori di Buenos Aires è di parlare a lungo con persone con cui si vorrebbe ballare. Questa alla fine, fiaccata, accetterà di ballare con voi pur di porre fine a tutta questa pressione assillante. Con ulteriori esperienze sentiremo sempre di più la celata controvoglia e spero che via via abbandoneremo questo atteggiamento.

Ballare con qualcuno che non è alla nostra altezza (tecnica), può essere anche un modo per impressionare colui/colei che vorremmo conquistare: Los Viejos Milongueros apprezzano molto, se vedono noi stranieri, invitare una persona che non è un super ballerino, ma magari un loro amico! Ora mi rendo perfettamente conto, che spendendo un sacco di soldi per ballare alla Mecca del Tango, si desidera ballare solo con il migliore sulla piazza. È successo anche a me!  Poi ho visto come mi hanno invitata, coccolata ed infine apprezzata e quindi mi sono detta ‘accidenti se loro si abbassano a ballare con me, desidero rendere ciò che ho avuto’ e se oggi mi capita un ballerino meno esperto, ma simpatico e che mi fa desiderare di ballare con lui, lo invito senza esitare![v]

Comunque, in fine il segreto di avere veramente successo con le ballerine e i ballerini in sala da ballo si cela sotto questo paradosso:

Perciò se chi sa ballare meglio

lascia ballare chi balla meno bene,

conquisterà chi balla meno bene.

E se chi balla meno bene ascolta e segue

chi sa ballare meglio,

può conquistare chi sa ballare meglio.

Perciò coloro che potrebbero conquistare

si devono arrendere

e coloro che conquistano

lo fanno perché si arrendono.[vi]

Qualche volta la verità tanguera è davvero sorprendente…

Firenze gennaio 2015 © Patricia Müller
Tango de Salón Apilado dal 1995

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https://www.youtube.com/user/MullerPatricia/
FAcebook  patricia.muller.92317

 


[i] Da ‘Tango Argentino a Buenos Aires – 36 stratagemmi per ballarlo felicemente’: http://tango-dancers.com/tango-argentino-a-buenos-aires/ anche in tedesco, pagina 109

[ii] Ibid. pagina 115

[iii] Da ‘Tango Argentino – piccolo breviario per i suoi ballerini’: http://tango-dancers.com/tango-argentino-piccolo-breviario-per-i-suoi-ballerini/ anche in inglese, 30° Detto, pagina 39

[iv] Ibid. 61° Detto, pagina 73

[v] Da ‘Tango Argentino a Buenos Aires – 36 stratagemmi per ballarlo felicemente’: http://tango-dancers.com/tango-argentino-a-buenos-aires/ anche in tedesco, pagina 93

[vi] Da ‘Tango Argentino – piccolo breviario per i suoi ballerini’: http://tango-dancers.com/tango-argentino-piccolo-breviario-per-i-suoi-ballerini/ anche in inglese, 61° Detto, pagina 73

 

 

 

HA SCRITTO PER NOI #

Patricia Müller – maestra di Tango e di TJ, ricercatrice e scrittrice, coreografa. Dal 1995 studia il Tango de Salón Apilado (cioè lo stile milonguero) con Yvonne Meissner, dal 1996 presso l’A.P.D. Ki Dojo, Firenze insegna ed dal 1998 organizza esclusivamente stages con maestri Milongueros. La sua didattica è divertente, ma accurata. Organizza il TangoCaféFirenze (prima milonga tipica a Firenze con tandas y cortinas). Dal 1998 ha esibiti le sue coreografie di Tango de Salón Apilado in vari teatri ed è una ricercatrice raffinata della storia e musica tanguera (anche con un film multilingue sugli ebrei nel Tango). Inoltre è massofisioterapista, operatrice di attività motorie/CONI e autrice di libro su vari argomenti del Tao e Tango. Contatto: www.kidojo.it - tango@kidojo.it www.tangodesalon.it - www.facebook.com/patricia.muller.92317 https://www.youtube.com/user/MullerPatricia

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4 commenti

  1. Cesare Zecca ha detto:

    Ehehe, mi piace questo uso oshiano del paradosso. 🙂

    Aggiungo una nota, relativa anche a TangoKarma in dodici passi, punti 4, 5, 11 : il saper smorzare le proprie ambizioni non è solo questione di tangheri di “alto” livello ma anche questione di tangherì di livello “basso” che, spesso, interrompono gli studi dopo poco tempo e sono convinti di poter ballare com partner a livelli superiori anche con la sola pratica del ballo in milonga. A volte si arriva quasi al paradosso di un quasi preteso diritto di umiltà da parte di quelli più in là negli studi (il più strampalato dirittismo dilaga e pure la milonga non ne è esente).

    Rilancio con un altro paradosso: per essere di alto livello e potersi godere l’arroganza di quel livello è necessaria l’umiltà della dedizione, del confronto con coloro che sono indietro nel percorso.

  2. giovanni ha detto:

    Io non ballo da molto, ma posso testimoniare che l’umiltà nelle milonghe nostrane (le uniche che conosco) è merce rara.
    Io ballo spesso con le principianti, anche se poi magari ho male al braccio. Quelle più esperte raramente ti accettano per quel che sei e, cosa ancora più irritante, pretendono anche di impartirti lezioni in milonga. Qualche volta, in una serata particolarmente fortunata, riesco a ballare con una ballerina brava ed è veramente il Paradiso!! Purtroppo accade raramente e, purtroppo, spesso in una milonga affollata in mezzo a gente che urta e spintona e manco ti guarda!
    Sacrificio? Sì ma con chi lo merita! D’altronde io in milonga ci vado per divertirmi e far divertire, non per fare volontariato! Ecco perchè molte ballerine, anche brave, non le inviterei neanche se fossero le ultime in sala. Vedere la luce negli occhi di una ballerina che si è divertita e ti ringrazia è impagabile e vale da sola una serata. Tante matrone che stanno sdegnosamente sedute, aspettando non si sa chi, per quanto mi riguarda possono continuare a restare sedute o ballare con quei pochi che le sopportano!!

  3. enrica colombo ha detto:

    Ciao! Sono d’accordo con voi per moltissime vs. affermazioni ma soprattutto Cesare, a parer mio, ne ha citata
    una fondamentale: il tango è anche studio!!! Quindi è verissimo il paradosso che mette in evidenza la richiesta di umiltà per chi il tango lo conosce veramente e in contrapposizione esiste invece chi pensa che basti appunto improvvisare in milonga e l’umiltà qui sparisce. Certo è che un po’ di responsabilità ce l’ha chi va dicendo che ognuno di noi può portare in milonga il proprio tango!!! Da qui forse nasce l’incomprensione. Il tanguero inesperto dice: non serve che io studi granché tanto
    poi interpreto il tango come voglio!!! Io dopo sei anni di tango dico che, come sempre, servirebbe una buona dose di gentilezza e buon senso per affrontare una milonga con una ronda ordinata e piacevole da vedere!
    Non sono mai stata a Buenos Aires e quindi non saprei dire se gli argentini sono meno caotici di noi quando ballano, ma voglio fare fede a chi me lo ha raccontato!! Le nostre ronde non sono ronde!!! Sempre per i motivi prima considerati, se non studi, se non conosci il tango nella sua vera forma, sbagli sicuramente. Un tanguero umile è sicuramente nella vita una persona gentile e con buon senso, e la ballerina con lui percepirà bellissime sensazioni; peraltro uguale sarà per il ballerino se la tanguera più esperta non impartisce lezioni in ronda.
    Qualche volta mi capita di ballare con ballerini un po’ spavaldi, o come dite voi poco umili, e devo dire che sono in difficoltà perché so che in quel momento siamo una coppia indisciplinata e “pericolosa” x la ronda, ma il peggio è che non mi diverto perché io non sono esibizionista, mentre loro quasi te lo impongono per poter sfoggiare la LORO bravura. ECCO CHE QUI IL TANGO SI CHIUDE IN SE STESSO, QUASI COME SE AD UN TRATTO MORISSE. Mentre è sublime con altri tipi di ballerini, non moltissimi, la sensazione che la tanda sia purtroppo troppo breve!!!!!
    Comunque sia ragazzi, in ogni caso io amo il tango e mi soffermo solo qualche volta ad analizzare queste
    cose. Cerco abilmente di farmi largo tra i tangueri senza infastidire nessuno ma cercando ogni volta un tango
    sempre più appagante. Questo ballo mi rappresenta, mi veste, mi carica, mi addolcisce, mi rilassa ma soprattutto mi insegna a comunicare senza parlare. Meraviglioso tango!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ciao a tutti

  4. Maria Cogorno ha detto:

    irresistibile è il principiante che cerca la sintonia caminando a tempo di musica. Caminada, non altro. La quasi totalità ci riuscirebbe. Ma come resistere alla tentazione di piazzarci l’ improbabile e maldestra variazione, quella che ha vagamente intuito dopo qualche lezione di tango? Troppo sacrificio, non può. Lo senti che frigge “uffa, neppure un occioatra piccolina mi passa questa, io ci provo” E allora sì che diventa un sacrificio (per me) ballare. Ma forse il problema è a monte, troppi maestri non sono disposti a sacrificare le lezioni di acchiappo a favore di una banale caminada. Alto il rischio di sacrificio economico, alias esodo di principianti a lidi più accattivanti, dove non si cammina, si corre. Corriamo tutti allora, a incerti inciampi, verso un tango sacrificante come una scarpa stretta. Prima o dopo te la togli, impari a stare comodo e far sì che anche il partner lo sia altrettanto. Forse.

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