Intervista a Gustavo Negrotto y M. Laura Collavini

di Maura Comotti

PUBBLICATO IL 4 Marzo 2019

 

Intervista a

Gustavo Negrotto y M. Laura Collavini

di Maura Comotti

M –       Ciao. Per iniziare a conoscerci mi piacerebbe che vi presentaste. Parlateci un po’ di voi.

G/L –    Bene. Siamo Gustavo Negrotto e M. Laura Collavini, siamo ballerini e insegnanti di tango salon e milonga, e siamo specializzati nel canyengue. Siamo argentini e viviamo a Buenos Aires.

Il tango è un elemento fondamentale nelle nostre vite; oltre a insegnare e ballare organizziano eventi e milonghe a Buenos Aires.

M –       Come siete arrivati al tango?

G/L –    Oh… è stato molti anni fa!!!!

G –       Mi sono avvicinato al tango per via della musica. Come studente di chitarra ho studiato e suonato il tango e, per curiosità, ho iniziato ad avvicinarmi al ballo. Sono stato catturato! Ho iniziato nel 2000  a prendere lezioni e ballare e non potevo smettere. Ed ora non suono più solo la chitarra… Ora ballo!

L –        Sono arrivata al tango “per caso”. Stavo camminando lungo una strada di Buenos Aires con mia sorella e un’amica e abbiamo visto una coppia ballare in Calle Florida. Una di noi, o io stessa… non ricordo nemmeno chi fosse, ha detto: “Ho sempre voluto imparare a ballare il tango”, e abbiamo scoperto che anche per le altre era un desiderio in sospeso. Il giorno seguente mia sorella ha visto un cartello nel Municipio: “Oggi iniziano le lezioni di tango”. Era vicino, era quel giorno ed ero euforica.

Conclusione: ho preso quella lezione e non mi sono più fermata. Il tango ti cattura. Il tango ha cambiato la mia vita. Anni dopo lasciai il lavoro d’ufficio, lasciai il computer per i tacchi.

M –       E col canyengue, come è andata?

L –        Ho incontrato il canyengue nel 2004, ho la data esatta, dato che coincide con il matrimonio di Martha e Manolo, era lunedì 15 marzo.

Altra casualità. Ballavo il tango e mi hanno invitato a una milonga che non esiste più, Zapatos Rojos, non posso dimenticarlo. Quella notte ballò il MoCCA. (Movimento Culturale Canyengue Argentino) Fu un’occasione speciale, la coppia che si esibiva si era appena sposata, Martha Anton e Gallego Manolo. Martha ballò con il velo da sposa.

Li ho visti ballare e mi sono innamorata dello stile. Mi ha affascinato la musica, la gioia che emanava, tutto. Immediatamente ho preso contatti con il gruppo e il mercoledì seguente ero già in classe. Ora, scherzando, dico che sono un “regalo di matrimonio” per Martha e Manolo, di quelli che non chiedi ma non puoi restituire.

G –       Ballavo il tango e mi specializzavo nella milonga. Poi Laura ed io abbiamo iniziato a lavorare insieme e lei mi ha trascinato nel canyengue. Hahaha.

L –        In realtà durante gli anni in cui abbiamo lavorato insieme – abbiamo iniziato a lavorare insieme nel 2012 –  c’è stato uno scambio reciproco, abbiamo imparato l’uno dall’altro, collaborando e crescendo. La grande formazione musicale di Gustavo, lo stile e il ritmo, la musicalità della sua danza fusi nel canyengue che porto dentro di me.

G –       Ognuno di noi si è formato con una didattica diversa; questo ha contribuito a creare lo stile della nostra coppia.

M –       A proposito di didattica, potete dirci chi riconoscete come vostri insegnanti?

G –       Una mia maestra è Marta Famá, mi ha insegnato il tango Milonguero e con lei ho iniziato a lavorare come insegnante. Abbiamo lavorato insieme per più di 8 anni. Mentre lavoravo con Marta ho continuato la mia formazione; i miei maestri e riferimenti sono Fernando Galera e Vilma Vega, Julio Balmaceda e Corina de la Rosa, Roberto Leiva e Maricel Gomez e Olga Besio.

L –        Oltre a Martha e Manolo la mia Maestra, con la M maiuscola, è Olga Besio. Da lei ho imparato a ballare e ad insegnare il tango. Ho la fortuna di avere la sua considerazione e la sua fiducia al punto che ha scelto me per sostituirla nelle sue lezioni, quando impossibilitata a partecipare. Anche i suoi figli Ariadna e Federico Naveira e i loro partner Fernando Sanchez e Sabrina Masso mi hanno formato molto

M –       Parliamo del canyengue. Non molte persone conoscono lo stile. Di cosa si tratta?

G –       The Canyengue è uno stile dentro al Tango. Uno stile originale. Viene suonato e ballato secondo i principi del tango alla fine del XIX secolo. Poi, verso il 1930, il tango comincia a cambiare. Cambia il modo di suonarne la musica e quindi il modo di ballarlo.

L –        Possiamo dire che nel tango canyengue sono presenti le origini afro del tango.
Anche il suo nome deriva da un termine africano e  significa camminare ritmicamente. La relazione del corpo con il movimento è particolare. Fondamentalmente possiamo dire che balliamo a terra: il nostro asse di movimento sarà fondamentalmente, sebbene non esclusivamente, all’altezza dell’anca.

G –       Da qui l’abbraccio caratteristico. Un po’ di lato, con il braccio dell’uomo intorno alla vita della donna e la presa delle mani all’altezza dell’anca.

M –       Perché pensate che sia importante o interessante imparare il canyengue?
Cosa apporta questo stile al ballerino di tango?

G –       La sua musicalità è molto chiara; lavorare gli elementi della composizione dal canyengue e poi spostarli su orchestre più nuove è una scelta eccellente. Si potrebbe dire che il canyengue “apre le orecchie”, o addestra le percezioni.

L –        Il canyengue ti dà l’opportunità di usare differenti  relazioni con il pavimento e di lavorare un movimento molto particolare. Relazioni che sono proprie di questo stile ma che, allo stesso tempo, contribuiranno e arricchiranno altri stili.

M –       Come impostate le vostre lezioni?

L –        Fondamentalmente lavoriamo nella musica. Nelle nostre lezioni di tutti gli stili (salon, canyengue o milonga) iniziamo con l’ascoltare la musica, sia che si tratti di elementi ritmici, fraseggi o composizione – qualità del movimento in relazione al suono,  pesi, come legare i passi, taglio, rallentamenti, accelerazioni, sospensioni, ecc. Durante lo sviluppo dei nostri corsi usiamo elementi ludici. Essere in grado di divertirsi, giocare “seriamente e liberamente” sembra fondamentale per lo stile personale che dovrebbe emergere in ogni ballerino.

M –       Quanto rempo resterete in Europa? Quali seminari state preparando?

L –        In questa occasione viaggiamo per 1 mese. Faremo seminari di canyengue naturalmente e di tango salon – incentrati sulla musica e sulla connessione – di milonga e di musicalità. Abbiamo anche in programma di organizzare seminari misti in cui lavoreremo un movimento e adatteremo la sua musicalità ed energia ad ogni stile.

G –       Daremo anche lezioni private per coloro che sono interessati. E poi ad aprile vi aspettiamo nelle nostre milonghe a Buenos Aires, a Tres Arroyos, a El Taller e alla Rotonda di Versailles. Sono milonghe di quartiere, dove sperimentare il tango nel suo stato più puro. Il tango come evento sociale e di scambio. Come dovrebbe essere, una festa popolare.

L –        Sono sicura che sarete soddisfatti delle nostre milonghe. Inoltre, Gustavo è un DJ molto preparato.

M –       Anche DJ?

 

G –       Sì, sono anni che musicalizzo in diverse milonghe, oltre alle nostre naturalmente.

M –       Bene, vedo che avete molteplici ruoli all’interno del tango!

G/L –    Sì, il tango ci appassiona totalmente.

M –       Grazie mille per questo interessante dialogo. Ci vediamo presto nei vostri workshop!

G/L      Ci vediamo!

 

52320349_2327780810790982_43517483184312Gustavo e Laura saranno  in Italia il 9/10 marzo, a Seregno.  Le  informazioni  sulle  lezioni sono  disponibili  anche  sul   sito  web:  https://claseslauraygustav.wixsite.com/lauraygustavo

 

 

 

 

 

 

 

 

HA SCRITTO PER NOI #
Maura Comotti

Maura Comotti nel 2005 si avvicina al tango argentino, dopo essere stata rapita da una milonga di piazza in una sera d’estate in riva al lago. Nel 2010 poi conosce Ferruccio Diotti; fulminata sulla via di Seregno germogliano rapidamente i semi della sua avventura canyenguera. Nel 2012 sceneggia, cura, produce e realizza lo spettacolo teatrale “Ventarron – Storia di diavoli, bassifondi e bistecche”; il tango argentino in un percorso semiserio dall’Africa alla Brianza passando per il Caminito. Credendosi ormai sceneggiatrice nel 2015 scrive lo storyboard per il corto cinematografico “CANYENGUE, ALLE ORIGINI DEL TANGO”, che viene poi prodotto in collaborazione con Milonga De Baires e che ottiene il Patrocinio del Consolato Argentino e di Faitango. Si dedica anche alla stesura di un altro spettacolo teatrale – “Ma perché non ho chiamato Belfagor?” – ambientato nel periodo della guardia vieja, che viene rappresentato nel 2017 in occasione del 1° INCONTRO NAZIONALE sul Tango Canyengue “EL DIA DEL CANYENGUE”; incontro di cui cura l’organizzazione e i contenuti anche nelle edizioni successive. Avrebbe voluto dare ai suoi lavori sul CANYENGUE il titolo “RITORNO AL FUTURO”, ma il suo cane (un Bovaro delle Fiandre) si chiamava Avana, non Einstein

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