E così ti fermi a pensare

di Teresa Di Fede

PUBBLICATO IL 28 Aprile 2022

Teresa Di Fede terza classificata nella sezione Racconti con E così ti fermi a pensare

Teresa Di Fede laureatasi a Bologna, è stata funzionario pubblico per lungo tempo prima di dedicarsi all’insegnamento nelle scuole secondarie superiori.
Da qualche anno coltiva l’interesse per la scrittura e studia il tango argentino e le danze folk.
Svolge dal 2018 attività di volontariato nel mondo dell’accoglienza dove cerca di contribuire a diffondere la pratica di queste danze a fini di socializzazione ed integrazione.

Foto di Pepe Larrosa

E così ti fermi a pensare
Da un po’ di tempo hai preso l’abitudine di ballare il tango proprio ora che di anni
ne hai più di quaranta. Spesso ti senti chiedere perché lo fai. A quella domanda rimani
senza parola anche se sai bene che la ragione in fondo è tutta lì. Stai riflettendo su queste
cose quando apri l’uscio della tua vecchia casa, lanci lo sguardo e vedi che dentro ci sono
soltanto ombre, sul pavimento, sulle pareti, dappertutto. Ti fermi a guardare quella dove
prima c’era il letto grande quando all’improvviso senti un rumore provenire da poco
lontano. Sposti la tenda di lino sopra gli infissi malmessi e dalla finestra socchiusa vedi il
furgone dei traslochi che lento s’allontana. Nella stanza dove ora ti trovi non è rimasto
nient’altro che uno scatolone dimenticato. Eppure, sai bene che tutt’attorno c’è altro,
molto altro. C’è la presenza dei tuoi genitori quasi fossero ancora in vita, c’è tutta la tua
giovinezza quasi fosse ancora lì a portata di mano. Dai un ultimo sguardo prima di
richiudere la porta alle tue spalle. Sali in macchina e metti la tua ballata preferita. “Hoy
puedo ya mirar con mucha pena lo que otros tiempos mirè con illusion” dice la canzone.
Ti fermi lì un altro po’ prima di ripartire in gran fretta, e correre al lavoro. Un vecchio
proverbio tanguero dice che chi è felice ascolta la musica, chi è triste ascolta le parole.
Soltanto qualche ora prima mentre ballavi quella musica, t’è capitato di
ripercorrere con la mente tutta la tua vita, avanti ed indietro, proprio come fosse la
camminata di un tango. Così, quando la coppia davanti a te s’è fermata ad eseguire una
calesita, nel mentre cambiavi bruscamente il senso di marcia, non hai potuto fare a meno
di pensare che allo stesso modo avresti voluto invertire la rotta della tua esistenza, come
se ti trovassi al passo “tre” della salida basica e potessi ancora scegliere se tornare al
passo “uno” oppure andare più avanti al “cinque”. Ma la ronda della vita, si sa, procede
in una sola direzione e adesso, che tu lo voglia o no, non puoi proprio farci più niente.
Oggi al lavoro sei svogliato più del solito, eppure soltanto qualche tempo fa non
c’era proprio nulla che potesse frenare il tuo entusiasmo quando in ufficio passavi anche
la mezza giornata libera che avevi. Invece adesso non fai altro che aspettare di ora in ora
la fine di quelle incombenze. Così finalmente, quando viene la sera, eccoti di nuovo
seduto al tuo solito tavolino mentre scruti le ballerine che volteggiano al compas del
tango. Ne intuisci gli anni nascosti dietro il colore acceso di un rossetto, guardi dentro gli
spacchi vertiginosi delle loro vesti e di nascosto resti a fissare le scollature generose di
donne che trovi ancora desiderabili, malgrado non siano più nel fiore degli anni. Ad un
certo punto la tua attenzione è attratta da due giovani ballerini che, poco più in là, chiusi
in un abbraccio apilado, avanzano silenziosi, passo dopo passo, respiro dopo respiro. Lei,
pantaloncini di jeans cortissimi e tacchi vertiginosi, esegue prima un adornos denso e
lento che quasi toglie il respiro e subito dopo s’allontana dal petto di lui per eseguire un
mezzo giro.
Quando i due si riavvicinano in quel continuo fluire del loro abbraccio, a te pare
di sentire le pulsazioni dei loro cuori l’uno dentro l’altro, fors’anche il loro reciproco
turbamento. Eppure, fra quei due giovani che volteggiano in perfetta sintonia con la
musica, non c’è proprio nulla di peccaminoso. Lei sui tacchi traballanti indietreggia
incerta, lui la sostiene delicatamente, fra loro – benche’ non si conoscano neppure – un
mondo di fugace intimità. Allora inizi a vagare con la mente: i due, stretti l’uno all’altro,
balleranno la tanda successiva oppure le cose andranno diversamente e a inizio cortina
lui l’accompagnerà di buon passo al suo posto. In quel momento ti viene in mente che
anche per te le cose sarebbero potute andare diversamente se soltanto avessi avuto il
coraggio di cambiare direzione quando ti sei trovato davanti il bivio della tua esistenza.
C’è chi ha scritto che nella vita la paura è un peccato. E a te, adesso che non sei più
giovane, pare proprio lo stesso.
Così, d’una cosa sei certo: che più tardi, nella penombra della camera da letto
dove dormi da solo, a stento prenderai sonno e non potrai fare a meno di pensare quello,
tutto quello che non è stato. Giri lo sguardo quel tanto per vedere che lì accanto viene a
sedersi una donna che avrà all’incirca i tuoi stessi anni. Ti chini un attimo per legare le
scarpe da ballo prima di alzarti con l’idea che inviterai proprio lei. La donna, dopo aver
risposto col sorriso alla tua mirada, s’alza, ci pensa un po’, e poi con tutta calma ti stringe
forte a sé. Ecco, allora, la solitudine della tua esistenza svanire tutt’a un tratto dentro
quell’abbraccio di danza, quasi che per un istante non fossi più solo a questo mondo;
ecco, allora, perché sei certo che ballerai ancora il tango.
Sempre il tango.

ARTICOLI CORRELATI #

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*