Scrivere di Tango

Yo soy el tango di MIchele Balboni

PUBBLICATO IL 21 Marzo 2023

Scrivere di tango è la nuova rubrica di Tango y Gotan, nata per celebrare il tango come forma letteraria. Verranno pubblicati racconti brevi, poesie e brani scritti da voi, questa settimana pubblichiamo la prima di tre parte di un racconti di MIchele Balboni. Potete proporre i vostri elaborati alla Redazione scrivendo a comunicazione@faitango.it.

Yo soy el tango

di Michele Balboni

-SECONDA PARTE-

L’anziano sorbisce da una cannuccia la sua bibita torbida, rialza il volto, esibisce un sorriso tutt’altro che splendente e si accinge a riprendere il racconto.

<Bene. Di lei si parla tanto in questi anni. Certo sarà contento che la TV trasmette spesso programmi sul tango e la rete è piena di video spettacolari…>

< Non mi faccia parlare solo di queste cose, la prego. Sappia che  rifuggo la superbia di essere ammirato in televisione o in contesti simili allorché i momenti ginnici o addirittura acrobatici azzerano ogni contatto e intimità dei ballerini, presi da improbabili evoluzioni e distrattamente abbracciati.

Per favore – chiedo – non mi si identifichi con la pura tecnica di ballo: se chi ospita il mio spirito è un ballerino, piuttosto che un musicista, o un cantante, o un appassionato spettatore, sappia che sono solito abitare nel suo cuore e non nella punta delle scarpe. Io mi concedo – senza risparmiarmi – verso chi mi desidera, ma non appartengo ad alcuno: né ballerini professionisti o praticanti, né musicisti o (quando c’erano) compositori, io mi poso dove sono amato e ricercato per quel che sono. La mia emozione arriva direttamente al cuore>.

<Ci racconti qualche aneddoto o storiella della sua lunga vita>.

<Il mio repertorio è disseminato di migliaia di brevi piccoli racconti di protagonisti virtuali o realmente vissuti, storie che durano l’esiguo spazio di tre minuti ma che diventano eterne e forse immortali in quanto ripetute innumerevoli volte ed onorate dal ballo degli appassionati. E allora si potrà fantasticare sino a chiedersi: “Ma è davvero corta e volatile la storia di un amore che occupa il respiro di un ballo, che trova il suo epilogo nell’arco di due, tre, massimo quattro giri della lancetta più sottile, ma che tuttavia viene riproposta in musica con pari intensità negli anni e nei più diversi e lontani paesi del mondo?” o ancora: “E quei personaggi che abitano nelle canzoni, immaginari o con un fondo di verità, di cui balliamo gli accadimenti sono davvero meno reali di tanti che incrociamo nella vita fuori della milonga ?”, e parlando di donne: “Ma davvero credete che nel vostro mondo dell’euro e dell’informatica non esistano le personificazioni di donne intense quali Gricel, Madame Ivonne, Malena, Cristal, protagoniste delle mie canzoni ?”>.

<Ecco, appunto non potrebbe parlarci di queste donne: Gricel, Marina…>

<Malena, non Marina…>

<Sì appunto…>

<Questi personaggi vivono nei tanghi cantati e se mi mettessi a raccontare le loro storie non in musica li sveglierei dal loro incantesimo. Loro si raccontano nelle canzoni a favore delle emozioni dei ballerini. Infatti sarà più facile immergersi completamente nell’intensità del brano proposto e darne dimostrazione corporea tramite l’eleganza e la sensualità del ballo, se si comprende la storia che il cantor sta intonando e che l’orchestra ha introdotto. E forse la mia magia, e certamente la mia unicità tra i molteplici stili di danza, sta proprio in questo. Nel fatto che i ballerini diventano protagonisti del brano musicale.

<Mi faccia capire: un conto è la musica, un altro i ballerini>.

<Per me – per il tango – non è così. La mia musica è stata pensata prima ancora che scritta e poi eseguita affinché venisse ballata. Nel tango non esiste la consueta separazione dei concerti tra chi suona e chi ascolta: l’orchestra diffonde una melodia che trova nella coreografia collettiva e spontanea dei ballerini la sua stessa ragione di esistere e di essere proposta. Il tango fiorisce e dispiega la sua forza quando la musica e il canto di parole sognanti incontrano sintesi ed esecuzione nel ballo di coppia>.

<La musica del tango e il ballo, ancorché eseguito da non professionisti, quindi sono intimamente connessi per lei ?>

< Sì, è così. Mi pare che lei cominci a capire, bene … [incrocia lo sguardo con quello delle ragazza, la quale invece abbozza un orriso di circostanza verso gli spettatori-ballerini, sempre più irrequieti].

Sappia che nel tango possiamo immaginare l’impossibile: entrare nella musica. I ballerini si trasformano: non più spettatori o fruitori della musica, ma protagonisti della musica stessa. L’immagine che mi viene in  mente e porto alla paziente attenzione – sua e dei signori qui presenti – è quella di alcuni quadri di pittori impressionisti, perché forse non è un caso che le nostre storie abbiano radici comuni in anni non lontani. C’è un grande e famoso dipinto che ritrae una giocosa colazione sull’erba: se fosse musicato con il tango noi potremmo entrare nella cornice e terminare un giro camminato a destra andandoci a sedere lì accanto a coloro che, distesi ed eleganti, conversano e mangiano all’aperto. Un altro dipinto ritrae una coppia che trasmette passione per il modo in cui stanno abbracciati e per come lui la guarda. Entrambi con cappello, sembrano ballare un vero tango, ma non può essere perché in quegli anni ancora io non esistevo del tutto e comunque ero diverso e tanto lontano da Buogival, nei pressi di Parigi. In altre parole nel tango l’esecuzione musicale non trova limite nel palco dell’orchestra ma si estende all’intera sala>.

<Ci dica quali sono i brani che lei ama di più e i suoi compositori e musicisti preferiti>.

Piccola pausa prima della risposta. Il vecchio guarda la donna.

<Cara signorina…>

<…signora, grazie >.

<Cara signora, ma le pare che mi metto a fare elenchi o pagelle ? Sa che nei miei anni d’oro c’erano seicento orchestre che mi suonavano, con centinaia di musicisti. Le sembra possibile che io possa citarne uno dimenticandomene cento ? Passiamo oltre se non le dispiace…>.

<Come crede. Parliamo ancora della sua storia. Il tango non è sempre stato così praticato e amato>.

<Infatti la mia storia non è lineare. Ho conosciuto momenti di grande gioia e diffusione e anni bui….

(lo interrompe) <Si riferisce ai tempi della dittatura ? >.

Il vecchio ha una pausa, il dito indice tocca l’occhio destro.

Riprende, la sua voce non è spezzata dall’emozione, ma il tono non è più quello di una conferenza sotto forma di intervista.

<Anche. C’è stato infatti un periodo in cui malvagi mi hanno utilizzato a mia insaputa e, di questo, pur non avendone io alcuna colpa, resto tuttora affranto e contrito. Chiedo perdono a quelli che, catturati da un regime che ha infestato, per oltre sei anni, il paese in cui sono nato, vennero sottoposti a vessazioni e torture. I dischi che mi ospitavano erano suonati per coprire le loro urla di dolore, affinché dall’esterno dei campi di prigionia clandestini non si udissero gli scempi che dentro stavano avvenendo. E gli stolti torturatori non si accorgevano nemmeno, presi dalla loro malvagità, che i miei cantores alzavano la voce nell’esecuzione ed altrettanto facevano i musicisti, usando i toni più alti dei loro strumenti, gli uni e gli altri protetti dentro i dischi perché loro stessi non volevano udire quelle urla di dolore. Tornavano poi i brani nella loro normale tonalità quando di nuovo venivano eseguiti in contesti ordinari. Capisco comunque che chi è scappato dal buio di quei seminterrati e chi piange il dolore dei propri cari scomparsi e mai più ritrovati possa ora odiarmi, confondendomi con i carnefici, ma sappia che io stesso sono stato vittima>.

<Mi perdoni, con tutto il rispetto…per la sua età, ma io non credo che il volume dei dischi dipenda da chi suona o canta, bensì da chi manovra il diffusore>.

<Creda quel che vuole, ma sappia che io sono capace di cose strane..>

<Non sia minaccioso eh. …

-CONTINUA LA PROSSIMA SETTIMANA-

Michele Balboni. Dirigente d’azienda, appassionato di tango e ballerino maldestro, scrittore velleitario, spallino della prima ora… faccio grazia ai lettori del seguito. Ho pubblicato Il mio tango (Volta la Carta edizioni, 2013), La Diva del tango – alla ricerca del nino rubato ( Faust edizioni 2014) Premio letterario per i Diritti Umani, consegnato a Papa Franscesco il 17 Dicembre 2014, Il tango delle parole – racconti e fastasie (Europa edizioni, 2016).

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