Hola a todos
San Valentino, la festa degli innamorati, il momento giusto per raccontare la storia d’amore iconica del nostro tango:
Correva l’anno 1935, Gricel ha 15 anni e, con un’amica, viene dalla provincia a visitare la grande città. Assistono a una trasmissione radio, il conduttore è il poeta Josè Maria Contursi, e così, casualmente, si incontrano.
Tre anni dopo, lui si ammala, i medici gli consigliano un soggiorno nell’area pura delle montagne. La località scelta è Cordoba precisamente a Capilla del Monte, dove vive Gricel; lei studia musica, aiuta il padre in una stazione di servizio e vince tutti i concorsi di bellezza a cui si presenta.
La storia che nasce è passionale, travolgente, ma ad un certo punto Contursi decide di tornare a Buenos Aires… dalla sua famiglia.
Lei assimila il duro colpo, guarda partire il treno che si allontana e decide che da quel momento in poi mai più verserà una lacrima per amore.
Separati da mille chilometri, le lettere fra i due si susseguono, ma lei è distaccata; ora si è fatta una vita e ha una figlia.
Il poeta non trova pace, fra le sue lettere un tango:
“Gricel.
Non avrei dovuto mai pensare
a raggiungere il tuo cuore
e tuttavia ti cercai
finché un giorno ti trovai
e con i miei baci ti stordii
non mi importava se fossi buona …
La tua illusione fu di cristallo,
si ruppe quando partii
poiché mai, mai più tornai…
Quanto amaro fu il tuo dolore!
Non ti dimenticar di me,
della tua Gricel
mi dicesti baciando
quel Cristo
e oggi che vivo impazzito
perché non ti ho dimenticato
neanche ti ricordi di me…
Gricel! Gricel! […].”
GRISEL
Tango 1942
Música: Mariano Mores
Letra: José María Contursi
Sempre Contursi che scrive con frenesia, immerso nel vapore, nel gusto di un nuovo compagno di sventura che lo rende grigio, che ingigantisce le pene ed i ricordi: il bicchiere di whisky.
“Talvolta,
quando nel sogno
la tua immagine appare,
radiosa e fugace come un raggio di sole,
sento che le tue mani riscaldano le mie
tremule e fredde…
e parli del tuo amore! […]
La notte che te ne andasti
(la più triste di tutte)
impallidì la luna
e si fece più grigia la solitudine…
La pioggia castigava
la mia angoscia nel cristallo
e il vento mormorava: Mai più ritornerà. […]”
LA NOCHE QUE TE FUISTE
Tango 1945
Música: Osmar Maderna
Letra: José María Contursi
https://www.youtube.com/watch?v=LapuxgekJT8
La storia ha un finale inatteso, Contursi rimane vedovo e lei viene abbandonata dal marito.
La dea bendata interviene ancora, lei viene a sapere casualmente dello stato di difficolta in cui lui si trova, della battaglia con il nemico che si chiama alcool. Gricel prende il treno per Buenos Aires, lo stesso treno dell’abbandono di anni prima, e ritorna con il suo amore, quello di sempre e che non ha mai dimenticato. Lo cerca, sa dove andare, è sicura e lo trova seduto a un tavolo, davanti a un bicchiere nel vecchio bar “El Molino”, quello che frequentavano negli anni felici.
Cosa si sono detti non lo sapremo mai, ma lei rimane a Buenos Aires.
Ritorneranno nella bella provincia di Cordoba dall’aria tersa e cristallina, sposati e lontani dal rumore e, soprattutto, dal vizio della grande città.
Passano quattro anni di una felicità prima mai sognata, quando il destino decise che il poeta avrebbe continuato a scrivere rime in altri mondi.
Lei lo accompagnò fino al…penultimo giorno:
aveva promesso che non avrebbe più versato una lacrima per amore…
Articolo estratto dal libro:
TANGO Canzoni di una vita. Canzoni di tante vite
Autore: Pablo Helman
Editore: marcoserratarantolaeditore