Argentinxs, l‘ultimo album dei Tanghetto del 2023Intervista a Max Masri

Max Masri

Nel 2003 Max Masri fonda il gruppo musicale i Tanghetto, e conia il termine elettrotango per distinguere la loro musica dalla quella di altri gruppi che fanno tango elettronico. I Tanghetto – prima due elementi poi cinque- suonano in Argentina, in Europa, nelle Americhe, in Asia; una loro versione di “Blue Monday” dei New Order diviene un successo radiofonico alternativo negli Stati Uniti; si esibiscono dal vivo alla BBC; è la prima orchestra di tango a partecipare al primo Queer Tango Festival in Argentina. Ad oggi hanno all’attivo dieci album, due Gardel Awards, cinque nomination al Latin Grammy.

Perché “Argentinxs” “Argentini”, e perché è scritto con la x?  

“Perché il tango rappresenta il popolo argentino, e non soltanto gli abitanti della capitale. ‘Argentinxs’ scritto con la ‘x’ sta a rappresentare l’inclusività di questo album-progetto che vede la partecipazione di 26 artisti, tra musicisti e cantanti, provenienti da diversi generi musicali: folclore, jazz, pop, rock, tango tradizionale. I diversi stili si fondono, assumendo una forma inedita e indefinita, una espressione potente di libertà creativa”.

L’inclusività è una scelta concettuale nata insieme alla band. Hai parlato, fin dall’inizio, di ‘open source’, apertura a diverse collaborazioni, e hai rifiutato la presenza di un ‘front man’. Ma l’inclusività di cui parli non riguarda soltanto i generi musicali e gli artisti, giusto?

“Si, certo. ’Argentinxs’ è l’inclusività delle varie identità di genere, l’assenza di classificazioni e di schemi, la deconstrucciòn “.

Questa antologia corale include dieci brani. Sei l’autore della maggior parte dei testi. Alcune delle tematiche sono il passare del tempo, la decadenza morale, la solitudine.          

“Il primo brano ‘Juego irreal’ e l’ultimo ‘Juego irreal II’ sono per me come un Cambalache (famoso tango scritto nel 1934) dei giorni nostri; parlano, ieri come oggi, di decadenza morale, della mancanza di valori, di corruzione. ‘Tiempo’ è il rifiuto di arrendersi al tempo che passa, il tempo come un nemico che vorrebbe separare due persone che si amano”.

L’unica composizione strumentale ‘Argentinxs’, che dà il titolo all’album, ha la forza di una melodia di grande impatto e la ritmica atipica 7/4 che mette in discussione il tempo 4/4 del tango tradizionale.

Tanghetto

“Il tempo 7/4 produce un tango decostruito, disassemblato, drammatico per intensità emotiva. La ‘deconstruccion’, un termine usato dal femminismo in Argentina e in Spagna, mette in discussione ciò che la società impone. ‘Argentinxs’ vuole sottolineare, contrariamente a quanto pensano i ‘porteni’, che il tango si riferisce a tutta l’Argentina e non solo agli abitanti di Buenos Aires. Il tango è una forma rappresentativa del popolo argentino e ne codifica l’appartenenza e l’identità”.

Tale concetto è presente anche in un altro brano –‘Carabelas Nada’- cantato da Fito Pàez, la leggenda del rock argentino.   

“Si, Pàez è anche cantautore, compositore, musicista e regista. Il testo, scritto da lui, esplicita il fatto che il tango è presente ovunque in Argentina”.

I testi di ‘Alas de tango’, ‘No te guardes mada’, e ‘Vinilo’ sono stati rispettivamente scritti dalla moglie del cantautore Leon Gieco, da Pedro Aznar, cantautore e polistrumentista, e da Amelita Baltar, cantante.       

“No te guardes mada’ nasce dalla musica di un brano strumentale dei Tanghetto. Pedro Aznar ha elaborato e tradotto in parole il concetto della traccia: non bisogna avere paura della libertà. Amelita Baltar scrive ‘Vinilo’ ispirandosi ad una sua lettera scritta al compagno Astor Piazzolla”.

Leo Garcia canta ‘Donde Esta’, e Peteco Carabajal interpreta ‘Hoy’.   

“In ‘Hoy’ ritorna il tema del tempo, ma del tempo presente, non del passato o del futuro: il potere del tempo presente, l’unico che ha a che vedere con la vita reale. ‘Donde esta’ parla di una persona che scopre la solitudine essere la sua unica compagna”.

‘Argentinxs’ è un album ben curato che celebra il tango e lo reinventa; un’esperienza musicale che unisce passato e presente. A livello compositivo bilancia innovazione e tradizione. Di ogni traccia, le melodie, gli arrangiamenti, i suoni sofisticati, i testi densi di significato e le voci straordinarie di grandi interpreti catturano l’ascoltatore e lo conducono in piccolo universo a sé.

Come dice Max Masri “… è un disco unico, indipendente, rivoluzionario nel mondo del tango elettronico e del tango classico”.

Tanto che i Tanghetto non prevedono a breve altra composizione musicale

1 commento

  1. Intervista interessante. È molto evidente la professionalità di chi l’ha prodotta e scritta.
    Insegna molto anche a chi, come me, non ha molta competenza in materia.

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