Ricominciare assieme – Dalla casa Famiglia alla Milonga Solidale “Il Sogno di Francini”: una passo di cura, un passo di tango.

Nel cuore di Scandicci, nascosta tra le pieghe del quotidiano, esiste una casa che accoglie, protegge e restituisce speranza: la Casa Famiglia, Casa Margherita Un luogo dove ogni giorno si ricostruiscono legami spezzati, si riaccendono sguardi, si rinasce. Qui, madri e bambini trovano un rifugio, ma soprattutto una possibilità: quella di ripartire insieme.

Casa Margherita

Dietro questo impegno c’è la Cooperativa Sociale Chicco di Grano Onlus, nata dalla sinergia tra due realtà fortemente radicate nel territorio: l’Associazione Solgea, impegnata nella promozione dell’infanzia e nella lotta al disagio sociale in chiave interculturale e democratica, e l’Associazione Bottega del Tempo, nata dall’esperienza sul campo con persone affette da psicosi, con l’obiettivo di liberare e valorizzare le risorse interiori di ciascuno.

Dal loro incontro è nata una cooperativa che non si limita a offrire un tetto a chi non ce l’ha, ma che punta alla ricostruzione di vite. Oggi,la cooperativa Chicco di Grano opera in collaborazione con la Società della Salute Zona Fiorentina Nord Ovest e il Comune di Firenze, e gestisce quattro strutture di accoglienza di Firenze e provincia, mettendo al centro del suo lavoro la dignità e il benessere delle donne accolte e dei loro bambini.

Abbiamo raggiunto Ilenia Moscardini, responsabile della cooperativa.

Nel vostro lavoro quotidiano, come supportate le madri nel ricostruire un legame sano con i propri figli dopo esperienze di difficoltà genitoriale?

Ilenia Moscardini: “Le donne accolte nelle nostre strutture arrivano attraverso una segnalazione del servizio sociale territoriale. Le situazioni di partenza sono diverse: alcune sono madri sole, senza una rete familiare, che si trovano improvvisamente a dover fronteggiare anche problemi abitativi ed economici; altre sono vittime di violenza che, dopo un primo percorso nei centri antiviolenza, vengono inserite in un contesto protetto per ricostruire la propria autonomia. In altri casi si tratta di donne con fragilità psichiche che attraversano un momento di grande difficoltà e non riescono temporaneamente ad accudire i propri figli come dovrebbero.

Il nostro focus non è solo sul benessere delle madri, ma anche e soprattutto sui bambini, che devono poter crescere in un ambiente sicuro, protetto, dove siano liberi di esprimere i propri sentimenti ed emozioni. Per questo, il primo passo è creare una relazione educativa basata sulla fiducia. Il secondo passo è sostenere e stimolare la madre nella costruzione di un legame affettivo positivo con i figli.

È in questo contesto che il nostro lavoro assume significato: accompagniamo le madri in un percorso di riappropriazione della propria funzione genitoriale, lavorando sul rafforzamento delle loro capacità relazionali e affettive. Non basta dire a una donna che è madre: occorre restituirle gli strumenti e la fiducia per esserlo davvero, anche dopo traumi profondi. Lavoriamo in équipe multidisciplinare: educatori professionali, animatori di comunità, psicologi, ognuno con il proprio sguardo e le proprie competenze, per affrontare le problematiche da più angolazioni.

L’intervento tempestivo è fondamentale, perché serve a evitare che i bambini vivano situazioni traumatiche prolungate, che si trovino esposti a violenze o a trascuratezza.

Dottoressa Ilenia Moscardini

Ci teniamo molto a ribadire anche l’importanza del ruolo della comunità: spesso è la scuola la prima a segnalare un disagio, oppure i vicini, le persone che hanno un contatto con la famiglia. La genitorialità non si salva da sola: è una responsabilità collettiva, e ogni gesto di attenzione può fare la differenza.

Quali sono le sfide e le soddisfazioni più grandi in questo percorso?”

Ilenia Moscardini: “ Vederle ripartire, vederle cambiare. Vedere una donna che torna a sentirsi viva, capace, degna di amore e di futuro, che con il tempo riesce a ricostruire un legame positivo con il proprio bambino, quando torna a essere presente, affidabile, affettuosa… allora capiamo che tutto questo ha davvero un senso. Accompagnare questi piccoli, grandi progressi – con calma, professionalità e umanità – è una ricompensa che ripaga ogni fatica.”

Come si struttura l’accoglienza in Casa Famiglia? Ci racconta un momento, un rituale o un gesto quotidiano che rappresenta per voi il cuore di questa esperienza ?

Ilenia Moscardini: La vita all’interno delle nostre case famiglia si svolge proprio come in una grande famiglia. La giornata comincia con il risveglio: ci svegliamo tutti insieme, chi prima, chi dopo, ci si prepara, si fa colazione. I bambini vanno all’asilo o a scuola, mentre le madri iniziano le proprie attività. Alcune vanno al lavoro, altre – quelle che stanno cercando un impiego – si recano ai centri per l’impiego, partecipano a colloqui, lavorano con noi alla stesura del curriculum. In tutto questo vengono affiancate dagli operatori educativi.

A pranzo ci si ritrova tutte insieme, ognuna ha un ruolo: c’è chi apparecchia, chi cucina, chi riordina. Nel pomeriggio, dopo la scuola, i bambini fanno merenda e partecipano ad attività organizzate dalle animatrici: laboratori creativi, attività sportive, momenti di gioco. Le madri hanno appuntamenti individuali con la psicologa, o sbrigano incombenze quotidiane. La cena è un altro momento importante, in cui tutti i nuclei accolti condividono il pasto e si confrontano sulla giornata trascorsa.

Il fine settimana organizziamo spesso uscite e gite: al museo, in fattoria, nei parchi. La domenica, poi, c’è un rito che amiamo molto: ogni madre cucina un piatto tipico del proprio Paese. È un modo per celebrare le culture di provenienza, per ritrovare un senso di appartenenza e per creare scambio tra le donne. La cultura passa anche dal cibo, e noi crediamo che l’integrazione nasca proprio da queste piccole, grandi condivisioni.

Anche la musica ha un ruolo importante: è un linguaggio universale, creativo, che ci aiuta a comunicare anche quando le parole non bastano. Valorizzare le differenze è per noi un principio fondamentale.

Un altro pilastro fondamentale è il lavoro di rete, che riteniamo imprescindibile. Collaboriamo con le scuole, le ASL, gli enti locali, le parrocchie, le associazioni sportive. Tutti questi attori concorrono a creare un contesto intorno al nucleo madre-bambino che possa sostenerne davvero il percorso di crescita e reinserimento. Vogliamo accompagnare ogni donna in un percorso di crescita personale e di resilienza, affinché possa riappropriarsi della propria vita e delle proprie risorse.”

Qual è il ruolo dei volontari all’interno delle attività quotidiane? Cosa rende davvero significativo il loro contributo?

Ilenia Moscardini: “Il contributo dei volontari è per noi fondamentale. Abbiamo la fortuna di poter contare su un’associazione che ci sostiene e coordina un’ampia rete di volontari, ciascuno con la propria disponibilità e competenza. Alcuni ci affiancano durante la settimana, partecipando alle attività con i bambini nel pomeriggio; altri sono presenti nel weekend, accompagnandoci nelle gite o aiutando durante i momenti dedicati ai compiti scolastici.

I bambini spesso hanno bisogno di un’attenzione individuale, e la presenza di un volontario permette di creare quel rapporto uno a uno che fa la differenza. Ma il volontario non è importante solo per i più piccoli: anche le madri traggono grande beneficio da questi legami, che spesso continuano anche dopo l’uscita dalla struttura. Sapere di poter contare su qualcuno “di fuori”, su un’amicizia sincera, è un aiuto prezioso per affrontare il ritorno alla vita autonoma.

Il volontariato, per noi, è un ponte tra la struttura e il mondo esterno, un modo per creare relazioni significative, per promuovere inclusione e cittadinanza attiva. È una forma concreta di solidarietà, silenziosa e quotidiana, che nutre il percorso di rinascita delle madri e dei loro figli.”

Come ha ricordato la dottoressa Ilenia Moscardini, quello della rinascita è un lavoro silenzioso, quotidiano, prezioso. Un seme che cresce, giorno dopo giorno.

Ed è proprio da questo seme che nasce la Milonga Solidale – Il Sogno di Alessandro Francini: una serata di tango aperta a tutti, pensata non solo per raccogliere fondi, ma per accendere i riflettori su queste realtà. Perché la solidarietà è un passo che si fa insieme.

Un ringraziamento speciale va al Gruppo Rorandelli, per l’angolo ristoro e il catering; a Gaspare della Città del Gelato, per le coppette artigianali offerte;  all’Associazione Liberando Tango di Firenze, che ha curato tutti gli aspetti organizzativi e burocratici; al Comune di Scandicci,

 

per il patrocinio; e a tutte le associazioni di tango che hanno sostenuto l’iniziativa, i cui nomi sono consultabili nell’agenda eventi di Faitango.

Per informazioni o per diventare volontari: solgeaonlus@gmail.com

 

Barbara Savonuzzi

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