Il tango è la vita che si canta (Eladia Blázquez)
It takes two to tango. Per ballare il tango bisogna essere in due è un modo di dire inglese usato per la prima volta in una canzone degli anni ’50 (presentata all’Ed Sullivan Show nel 1952). Pearl Bailey (1918-1990) è stata la cantante che ha reso popolare questa frase:
Al giorno d’oggi l’espressione viene utilizzata non solo per situazioni positive (come l’innamoramento) ma anche per quelle negative. Ad esempio, se c’è un conflitto o un problema tra due persone, spesso si dice per ballare il tango ci vogliono due persone per evidenziare che entrambi sono responsabili. Indipendentemente dalle circostanze, normalmente non possiamo incolpare una sola persona. Anche in politica: per esempio, Ronald Reagan ha usato questa espressione parlando delle relazioni russo-nordamericane e della Guerra Fredda durante una conferenza stampa.
Quindi, per ballare un tango bisogna essere in due e la donna è protagonista tanto quanto l’uomo, ma prima di tutto è doveroso capire qual’era la situazione sociale della donna in quell’epoca, quando nasceva il tango. In Argentina nella prima metà del XX secolo, la posizione delle donne nel mondo della musica e della letteratura era molto difficile, come esprime Tania Diz (Diz, 2015): la donna che praticava il giornalismo o che scriveva era soggetta a pregiudizi, come quello contenuto in questa citazione di un tale Lavagnino:
Literata è la donna che, trascurando la cucina e il lavoro proprio del suo sesso si dedica a scarabocchiare pagine, … e alla letteratura, con disgrazia della famiglia e degli amici. Ratti puri e poveri topi di fogna suburbani ci risultano.
Il testo parla da solo, ma ci permette di azzardare che la situazione delle donne che ballavano e cantavano tangos era ancora peggiore, tenendo conto della qualifica di immoralità che veniva spesso loro attribuita, data l’origine del ballo nei bordelli.
Luigi Barzini, giornalista e scrittore italiano, corrispondente del Corriere della Sera, fu inviato in Argentina nel 1901 per denunciare la drammatica situazione degli emigranti italiani. Inoltre Barzini descrive la situazione politica e sociale del Paese all’epoca della Generación del 80. Alla fine del XIX secolo, le periferie (arrabales) di Buenos Aires erano popolate da assassini, furfanti, prostitute, vagabondi, ladri, e c’erano bar con cameriere, sale da ballo e bordelli (Salmon, 1977). Erano zone marginali, pericolose, dove le donne erano una merce, e poiché c’erano più uomini che donne, la città divenne il più importante centro del mondo per il mercato di schiave bianche (el de la Quimera, 2023; Carcione, 2023).
La donna era sottomessa. Il bacán era prepotente e autoritario con la compagna e se lei non obbediva la lasciava e quella che piangeva era lei. L’uomo che soffre nelle parole dei tangos, è una invenzione dei parolieri, come Pascual Contursi in Mi noche triste che nello slang lunfardo comincia così: Percanta que me amuraste en lo mejor de mi vida (Ragazza che mi hai piantato negli anni migliori della mia vita). Le donne andavano a far la spesa dopo cena perché le tiendas (negozi) erano aperti fino a tardi. Non andavano nei bar né nelle confiterias, e non bevevano né fumavano. Era ben definito il ruolo biologico (sociale) dove la donna aveva il dovere naturale e morale di essere madre e di educare i figli, a casa e non a lavorare. Questa idea era condivisa da tutti indipendentemente dalle convinzioni ideologiche, dai socialisti ai cattolici agli anarchici. Poi, c’erano le donne di facili costumi delle case da ballo e accademie di ballo, come Joaquina, Felicia o Adelita; tutte e tre hanno dato nome a un tango. La China e bella Joaquina non era né china (india) né bella, ma aveva un bel carattere ed era intelligente e abile perché riuscì persino a diventare impresaria teatrale (el de la Quimera, 2023).
Nel 1916 il primo governo argentino di origine popolare raggiunge la Presidenza Nazionale. Saranno i figli degli immigrati a guidare i destini del Paese e saranno loro a comporre un tango diverso dal precedente, non più musica e testi allegri come quelli di Ángel G. Villoldo. La storia riconosce nel tango Mi noche triste, composto da Pascual Contursi, l’inizio di questa nuova forma espressiva, che trasforma i tangos dei bordelli in brani musicali che affermano valori morali opposti. Il piacere si trasforma in condanna e la gioia in malinconia (el de la Quimera, 2023).
Il romanzo Nacha Regules, con cui Manuel Gálvez ottiene il riconoscimento del mondo letterario, è un messaggio di matrice cattolica inteso a moralizzare il mondo del tango. D’ora in poi, la donna, nella letteratura tanguera, sarà un pretesto per un insegnamento morale; a volte sarà causa di sventura per l’uomo, altre volte un’occasione per risvegliare in lui un sentimento di compassione o di rimprovero (Varela, 2005). Quella bruna dallo sguardo ardente di Villoldo nel suo tango La morocha, descritta dall’autore come una donna allegra e sicura di sé, inizia, nel romanzo di Galvez, a disgregarsi fino a diventare una Nacha Regules, che ha bisogno di uno scrittore che denunci le sue disgrazie, che la mostri debole e ascetica e, infine, la consigli. Il tango Pompas de Jabón di Enrique Cadícamo ne è un esempio. La ragazza allegra che si diverte al cabaret non finirà bene: Trionfi perché sei solo un embrione di carne stanca e perché la tua risata è una dolce modulazione. Quando gli anni implacabili ti inietteranno la loro amarezza, vedrai che la tua gioia era bolle di sapone (el de la Quimera, 2023). Un altro esempio è Milonguita (1920), di Samuel Linning e Enrique Delfino (Feldman, 2006).
In questo articolo prendo in considerazione direttrici di sale da ballo, ballerine, cantanti, compositrici, scrittrici, ecc., che hanno contribuito allo sviluppo del tango in tutte le sue forme. È difficile classificarle per professione poiché hanno svolto quasi tutte queste attività artistiche.
Solo donne non sottomesse e indipendenti potevano entrare nel mondo del tango. Comunque, c’era coscienza di questa disuguaglianza (Viladrich, 2006) e bisogna tenere conto che il voto alla donna è stato concesso durante il governo di Juan D. Perón solo nel 1951. In Delen cancha a las mujeres (Date più spazio alle donne) (1930) l’autore (Evaristo Barrios) afferma che tra l’uomo e la donna deve esserci uguaglianza e non un rapporto di supremazia (Campo, 2014). La donna può governare e ha talento per decidere questioni importanti, è così vero che non c’è ministro delle finanze migliore che una donna di casa:
Dejen que ellas preparadas | Lasciate che quelle preparate |
puedan también legislar, | possano anche legiferare, |
las patrias han de ganar | la patria avrà da guadagnare |
porque serán mejoradas, | perché sarà migliorata, |
que no vivan alejadas, | che non siano allontanate, |
que cuiden mejor la raza, | e cureranno meglio la discendenza, |
verán cómo no fracasa | vedrete come non perderà |
la mujer en la contienda: | la donna in questa gara: |
¡pues no hay menistro de hacienda | infatti non c’è ministro delle finanze migliore |
como una dueña de casa! | che una casalinga! |
Vediamo dove è cominciato tutto e come si sviluppa la storia. I nomi dei primi grandi ballerini di tango non si trovano nei libri sulla storia del tango ma negli archivi della polizia. In un quotidiano del 1862 si legge che Daniel Molina, Feliciano Orsine, Rufino Olguín e José Sandoval, con le donne Catalina Barsolo e Francisca Díaz furono portati al commissariato perché stavano ballando e facendo ‘cortes’… che era vietato (el de la Quimera, 2023).
Furono donne a organizzare le prime milongas nelle casas de baile, nelle academias, in una parola nei bordelli… Nel 1883 i soldati accampati in Chacarita (Capital Federal) organizzarono un ballo con le proprie compagne, le cosiddette chinas cuarteleras (ragazze creole che frequentavano le caserme), con due chitarre e un flauto, Eusebio Aspiazú, il Pardo Canevari e Francisco Ramos, rispettivamente. Fu uno dei primi eventi di tango che si ricordino. A Buenos Aires, intorno agli anni ’70 del secolo XIX, apparve l’Academia de La Parda Cármen Gómez (Corrientes 437, Buenos Aires), dove i ballerini si dimenavano esageratamente, che motivò una lettera di protesta dei vicini. Vengono ricordati i nomi – spesso nei testi dei tangos – di ballerine come Morena Agustina, Clotilde Lemos, las Pardas Refucilo, Flora e Adelina, Pepa, La Chata, Lola la Petisa, La Mondonguito, La China Venicia, María La Tero, La Negra Rosa (proprietaria di una casa di ballo a Pompeya), La Parda Deolinda (famosa a Montevideo, Uruguay), era molto pericolosa con il pugnale (Castellanos, 1948), La Mulata María Celeste, La Ñata Aurora, La Ñata Rosaura, La Voladora, tra molte altre (Salas, 2004; Alposta, 2013; el de la Quimera, 2023).
La Moreira, partner di El Cívico, era sua socia nello sfuttamento della prostituzione. Negli anni dal 1905 al 1908, El Cívico, che aveva tra i 25 ei 28 anni, visse nella stanza n. 15, a El Sarandí, un conventillo situato sulla strada omonima tra Constitución e Cochabamba a Buenos Aires. La sua professione era sfruttare la compagna. Lui aveva origine italiana, del sud, lei zingara andalusa (Tallón, 1959; el de la Quimera, 2023).
Andhreé Viviane (1863?-1909) (francese), cantante e compositrice, fu probabilmente la prima a registrare tangos su cilindri di cera della durata di 2 minuti tra gli anni 1904 e 1908, per esempio El porteñito. Una particolarità è che Ángel G. Villoldo ha scritto la versione femminile del testo, che inizia così:
Soy hija de Buenos Aires | Sono una figlia di Buenos Aires |
por apodo la criollita | con il soprannome “la criollita” |
la moza más compadrita | la ragazza più compadrita |
que en este suelo pisa | che ha calpestato questo terreno |
cuando un tango en la vigüela | quando un tango nella vigüela (chitarra) |
rasguea algún compañero | strimpella qualche amico |
no hay nadie en el barrio entero | non c’è nessuno in tutto il quartiere |
que baile mejor que yo. | chi balla meglio di me. |
El porteñito cantato da Viviane (1909) lo si può trovare su internet:
Ed è opportuno citare anche Jeanne Florentine Bourgeois (1875-1956) o Mistinguett, ballerina e cantante.
Enrique Cadícamo frequentava i due più famosi cabaret dell’epoca, durante la Guardia Vieja, a Buenos Aires, dove cominciarono a suonare le orchestre di tango che migrarono dalle periferie (soprattutto La Boca) quando il tango cominciò a essere accettato nel centro, dopo aver trionfato a Parigi grazie a pionieri come Villoldo, i coniugi Gobbi e Arolas. Il tango La morocha (1905), di Ángel G. Villoldo, ebbe subito successo. Fu Flora Rodríguez de Gobbi (1885-1952) (madre di Alfredo Gobbi) a registrarlo a Parigi, inviata dalla casa di Gath e Chaves, famoso negozio di Buenos Aires. La morocha era Lola Candales, una famosa cantante uruguaiana. La canzone orecchiabile si fece strada rapidamente. Da Hansen, il tango veniva suonato in continuazione, molto probabilmente dall’orchestra di Roberto Firpo.
La morocha cantato da Virginia Luque (1927-2014) nel film La historia del tango (1949) lo si può trovare su internet:
Agli inizi del secolo XX si distinguevano le milongas Lo de Hansen, Laura la Morocha, La China Joaquina e María La Vasca, questa in Carlos Calvo 2721, Buenos Aires. Il vero nome di La Vasca era María Rangolla, donna di grande bellezza, nata nella zona basca francese. Il locale della casa da ballo nascondeva in realtà un postribolo, dove in teoria erano proibiti il ballo e il consumo di alcol. Serviva ai musicisti per lanciare i loro tangos e farsi pubblicità. Tra gli altri, suonarono lì i pianisti Alfredo Bevilacqua, Manuel Campoamor e Rosendo Mendizábal, che presentò, nel 1898 il suo gran successo, El Entrerriano (el de la Quimera, 2023).
Questo fatto probabilmente accade nel bulín e casa de baile di Mamita (Concepción Amaya) (Lavalle 2177, Buenos Aires): Il tango Ramayón, di Homero Manzi e Cristóbal Herreros, racconta la morte del cajetilla (niño bien) Fernando Ramayón da parte del Ñato Posse nel 1898, visto che i due si disputavano l’amore di Joaquina Marán, che oltre a essere amante di entrambi, lo era stata anche del cajetilla Mariano Maco Milani e di Pablo Podestá, attore, circense e cantante (el de la Quimera, 2023).
Ramayón cantato da Nelly Omar (1911-2013) lo si può trovare su internet:
e il tango Joaquina (di Juan Bergamino), ballabile, con l’orchestra del maestro Juan D’Arienzo:
Un’altra donna degna di nota che gestiva una casa de baile era La Parda Flora e per lei fu realizzato il film La Parda Flora (1952) in bianco e nero diretto da León Klimovsky (1952), con Amelia Bence (1914-2016) e Carlos Cores.
Lo de Laura (Paraguay 2512, Buenos Aires) era una lussuosa milonga gestita da Laurentina Monserrat. La milonga En lo de Laura di Enrique Cadícamo e Antonio Polito cita La Parda Flora e Pepita Avellaneda.
Ángel Vargas, con l’orchestra di Ángel D’agostino, canta con la giusta cadenza vocale questa milonga:
Nell’ambiente del tango, si diceva che Josefa Calatti (1874-1951) o Pepita Avellaneda fosse una delle prime donne a cantare testi molto semplici e, in alcuni casi, fosse accompagnata da una melodia di tango. La sua vita artistica iniziò a Montevideo nel 1899, ballando e recitando coplas (distici). Più tardi, il suo nome è apparso a Buenos Aires, ballando al vecchio Hansen, al Teatro Variedades e all’Armenonville. Con i capelli lunghi e vestita da gaucho o malevo, si esibì con Florencio Parravicini nel 1905 e nel 1906, in brevi brani scritti da Ángel G. Villoldo. Pepita Avellaneda ha dominato l’atmosfera come regina del cabaret Montmartre. L’avanzata del tango e delle sue nuove figure la relegano all’umile posizione di gestire il bagno delle signore del cabaret Chantecler, negli anni ’40. Altri nomi di quell’epoca erano Lola Membrives (1885-1969), Lea Conti (1883-1957), Dorita Miramar, La Pamperito, María Luisa Notar (1898-1968), Manolita Poli (1899-1966) e Delia Rodríguez (n/d, nata in Italia).
A Hollywood ricordiamo Beatriz Domínguez (1897-1921) che balla un memorabile tango con Rodolfo Valentino nel film I quattro cavalieri dell’Apocalisse (1921). Nel cinema argentino, María Rosa Amita Capdeville (1903-1991) o Mona Maris e Gabriela Victoria Viñolas Moreno (1907-1993) o Rosita Moreno ballano con Carlos Gardel nei film Cuesta abajo (1934) e El día que me quieras (1935), rispettivamente. Nessuna delle attrici più prestigiose della scena disdegnava, in quegli anni, di salire sul palco e cantare un tango scritto appositamente per lei. È il caso di Eva Franco (1906-1999), che, nello spettacolo El rey del Cabaret, di Alberto Weisbach e Manuel Romero, presentò in anteprima il tango Pobre milonga, il 21 aprile 1923. In due diverse versioni dello stesso film, Los muchachos de antes no usaban gomina (1937 e 1969), María Mercedes Varela Nimo Domínguez Castro (1900-1987) o Mecha Ortiz e Susana Campos (1934-2004) ballano un tango rispettivamente con Santiago Arrieta e Rodolfo Bebán.
Nel 1925, Francisco Canaro e i suoi musicisti vanno a Parigi e debuttano nel locale da ballo Florida, dove si vestono da gaucho per motivi sindacali. C’era una legge che proteggeva i musicisti francesi, molti dei quali mutilati di guerra, e le orchestre straniere potevano esibirsi solo come orchestre folkloristiche. Da allora tutte le orchestre di tango si presentarono così, incluse le francesi, e anche Gardel quando debuttò al Florida nel 1928, si vestì così. Inoltre, per distinguersi ancora di più, inserirono la cantante Teresita Asprella (1904-1954), fidanzata del secondo violino, Agesilao Ferrazzano, che questi aveva portato a Parigi all’insaputa di Canaro. Il successo di Canaro a Parigi fu tale che gli fecero un contratto per suonare nel Club Mirador a New York, dove portò con sé la cantante Ermelinda Spinelli (1884?-1939) o Linda Thelma (poi rimpiazzata da Carmen Alonso) e il Vasco Aín con la sua ballerina, perché il ballo era fondamentale (el de la Quimera, 2023).
Di quel periodo ricordiamo David Undarz, El Mocho e Amelia Undarz La Portuguesa, che ci possono vedere su internet ballando negli anni ’30 del secolo scorso:
https://www.facebook.com/watch/?v=961733407895844
Carmencita Calderón (1905-2005) fu la ballerina di El Cachafaz che morì a Mar del Plata a 47 anni alle 23:45 del 7 febbraio del 1942, ballando con lei. Carmencita visse più di 100 anni, ballando sempre. Come dice José Gobello: la verità non è nel calendario. La verità sta nel tango che le scrissi (La piba sin tiempo, 1974): ‘Carmencita Calderón, sei la ragazza senza tempo, milonguera di alto rango, sei eterna come il tempo che ti porta col suo ritmo…’ (el de la Quimera, 2023). Non è Carmencita a ballare con El Cachafaz nel film Tango (1933), ma è Isabel San Miguel.
María Esther Podestá (1896-1983), del clan Podesta (fondatore del teatro creolo), era la pronipote di Pablo Podestá. All’età di 3 anni inizia la sua carriera artistica nel circo come cantante. Nel 1920, convocata per un sainete, presentò per la prima volta il tango Milonguita, di Samuel Linning ed Enrique Delfino, poiché a quel tempo era tradizione eseguire brani musicali durante uno spettacolo (Gobello, 2008). Nel 2022 María Ester Lerena (n/d) interpreta Milonguita nel omonimo film di José Bustamante y Ballivián.
Rosita Rodríguez Quiroga (1896-1984) passò dalla canzone creola al tango. Inizia lo studio della chitarra sotto la guida di Juan de Dios Filiberto. Erede diretta dei payadores, cantava a bassa voce, inserendo parole del lunfardo con cui era cresciuta nel quartiere La Boca. Gobello (2008) racconta che Rosita arrivò a Bahía Blanca nel 1918 con una lettera di raccomandazione che Panchito Martino scrisse per Carlos Gardel, che insieme a José Razzano trionfava nel Teatro Municipale di quella città. Gardel lesse la lettera, guardò la paffuta ragazza di 22 anni di fronte a lui e disse: Quindi tu sei Rosita la contadina. Da quello scherzo nacque una persistente inimicizia. Gardel rappresentava le virtù e i difetti del porteño. Praticava la cachada, cioè il prendersi gioco dell’altro, aspetto negativo della tanguidad (el de la Quimera, 2023).
Azucena Maizani (1902-1970) sviluppò una brillante carriera come cantante e attrice. Gobello (2008) dice di lei: Azucena era tutta enfasi. Ciò che Rosita [Quiroga] chamuyaba [parlava], e Mercedes [Simone] modulava, e Liber [Lamarque] trillava, lei esclamava.
Si balla spesso in milonga Pero yo sé, una delle sue canzoni. La versione di Ángel D’Agostino e Ángel Vargas è una delle migliori:
Nel 1928 Azucena ha presentato in anteprima Malevaje, il tango di Enrique Santos Discepolo e Juan de Dios Filiberto, uno dei tangos ben interpretato da Adriana Varela:
Nata nel 1904 a Villa Elisa, vicino a La Plata (Provincia di Buenos Aires), Mercedes Simone (1904-1990) iniziò in tournée cantando a Bahía Blanca nel 1925, in duo con suo marito, Pablo Rodríguez. Arrivò a Buenos Aires e si unì ai piccoli cast che animarono le serate del caffè El Nacional. Nel 1933 partecipò alla prima epopea del cinema argentino passando dal cinema muto al sonoro con il film musicale tipico del genere creolo-sainete Tango, del regista Luis Moglia Barth, in cui condivise il cartellone con altri attori/attrici di spicco dell’epoca come Tita Merello, Libertad Lamarque, Carlos Gardel, Azucena Maizani, Rosita Quiroga, Ada Falcón e con i comici Luis Sandrini e Pepe Arias.
Adolfo Carabelli e la sua orchestra eseguono Volvé (1932), la versione migliore per ballare in milonga, con la voce di Mercedes Simone:
Mercedes Simone ha composto le canzoni: Angustias, Ríe payaso ríe, Zapatos blancos, Te quedás pa’vestir santos, Oiga agente, Inocencia, Gracias, gracias a Dios, Incertidumbre, Tu llegada e il popolare brano Cantando.
Mercedes Simone e Alberto Gomez interpretano Cantando con l’orchestra di Adolfo Carabelli:
Libertad Lamarque (1908-2000), cantante e attrice, ebbe la sua consacrazione negli anni ’20, quando il sainete e la rivista trovarono una vena nel tango eseguito da giovani ragazze che gareggiavano con gli uomini il dire arrabalero, e lo fecero molto bene. Lamarque si sposò con il musicista Alfredo Malerba (fratello di Ricardo), che aveva accompagnato l’attrice durante le sue tournée come parte del trio musicale con Antonio Rodio e Héctor María Artola.
Libertad Lamarque canta una versione ballabile del tango Y todavía te quiero, con l’orchestra di Juan D’Arienzo:
Loreta Dartés, lasciò il circo, dove era trapezista, per diventare la compagna di Carlos Gardel e cantare tangos (Olivieri, 2005).
Ana Luciano Divis (1908-1999) o Tania, attrice e cantante, fu la compagna di Enrique Santos Discépolo, di cui cantò ripetutamente le opere per quasi sessant’anni. Nata a Toledo, in Spagna, iniziò la sua carriera come cabarettista come membro di un trio e di una troupe, con le quali, a metà degli anni ’20, arrivò a Buenos Aires dal Brasile. Nel 1989 è stata dichiarata cittadina illustre della Città di Buenos Aires e nel 1993 ha ricevuto l’Ordine di Isabella la Cattolica dal re Juan Carlos I.
Sofía Bozán (1904-1958), la regina del Teatro Maipo, attrice e cantante, debuttò nel 1922 e poi, nella compagnia Muiño-Alippi, cantò il suo primo tango, Canillita, al Teatro San Martín. Nel 1935 presentò per la prima volta su una rivista del Maipo Cambalache, di Discépolo, un tango che divenne un successo duraturo. Nel 1931 si recò a Parigi con la compagnia di Luis Bayón Herrera e Manuel Romero, e lì si presentò la possibilità di girare il film Luces de Buenos Aires, con Carlos Gardel, dove Sofía cantò i tangos La provinciana e Canto por no llorar.
Le cantanti Amanda Ledesma (1911-2000) e Dorita Davis (1906-1980), lontane dallo stile suburbano e umoristico, hanno imposto uno stile diverso, romantico e delicato, che ha conquistato loro anche un grande favore da parte del pubblico. Rosa Herminia Gómez (1913-1999), conosciuta come Sabina Olmos, fu un’attrice e cantante di tango argentino. Debuttò alla radio nel 1934, con canzoni folcloristiche, anche se preferiva il tango, che adottò molto presto.
Celia – Tita – Maldonado (n/d) fu insegnante di musica, compositrice e pittrice. È nata ad Asunción, Paraguay. Ha studiato al Conservatorio Williams e si è unita a orchestre femminili come pianista e fisarmonicista. Gestiva la sua orchestra Tita Maldonado, esibendosi in mense, balli e spettacoli (Sosa de Newton, 1999).
Laura Ana -Tita – Merello (1904-2002), cantante, attrice e compositrice. Colei che divenne una delle attrici più importanti del teatro e del cinema. Iniziò, come molte altre figure di primo livello, nella rivista di Buenos Aires, grande fucina di talenti artistici. Merello è stata l’autrice dei tangos Llamarada pasional, dedicato a Luis Sandrini, Decime Dios donde estás e Muchacho rana. La sua prima interpretazione cinematografica fu registrata in Tango (1933), il primo film sonoro argentino. Il film inizia con la presentazione della cantante Azucena Maizani – anche se non comparirà più nel resto del film – per poi lasciare il posto alle orchestre di Osvaldo Fresedo, Edgardo Donato, Pedro Maffia, Juan de Dios Filiberto e il duo Ponzio-Bazán.
Aída Elsa Ada Falcone (1905-2002) o Ada Falcón, è stata una cantante di tango argentino, oltre che un’attrice. Ha mantenuto una relazione sentimentale con il musicista Francisco Canaro, con il quale ha lavorato per dieci anni. Su Ada Falcón, Canaro scrisse nella sua autobiografia: … fu una delle più belle giovani cantanti… Nel pieno della gioventù e delle sue facoltà mentali, si ritirò dalla vita artistica per rinchiudersi in un convento situato tra le montagne di Córdoba, spinta forse dalla sua intima vocazione, perché fu sempre una fervente religiosa… Questo è uno dei prodigi della fede cristiana. Franciso Canaro, bohémien e donnaiolo, ebbe un’altra relazione, Irma Gay, con la quale ebbe due figlie. Ai vecchi tempi una celebrità poteva avere due vite parallele, cosa quasi impossibile oggi.
Nilda Elvira Vattuone (1911-2013), o Nelly Omar diceva che Homero Manzi le dedicò il tango Malena. Se non è Malena è sicuro che è Ninguna: No habrá ninguna igual (Non ci sarà nessuna uguale). Nelly Omar fu la compagna (illegittima), per molti anni, di Homero Manzi, che le dedicò anche i tangos Solamente ella e Su carta no llegó. Negli ultimi anni, nonostante la sua età, Nelly Omar aveva continuato a cantare e aveva ricevuto numerosi premi, l’ultimo è il premio Pablo Podestá al Senato della Nazione Argentina nell’anno 2010. Fu chiamata, qualche volta il Gardel in gonnella, anche se la vera versione femminile di Gardel fu Mercedes Simone, voce dal registro grave, comunicativa e con intonazione perfetta, la più grande interprete femminile del tango della decade d’oro.
Luisa Vehil (1911-1991) canta il tango Nostalgias di Juan Carlos Cobián ed Enrique Cadícamo, nel film Así es el tango (1937) di Eduardo Morera. Dovevo presentarlo in anteprima [nel cinema], con al mio fianco Tita Merello, che è stata meravigliosa, aveva detto.
Nelly María Hunter (1925-2012) o Nina Miranda, (uruguaiana) una delle migliori cantanti di tango, se non la migliore per ballare. Brani come Gloria, Tu Corazón e Venganza, interpretati con l’orchestra di Donato Racciatti, ti fanno alzare dalla sedia in milonga. Nina dice il tango come Tita Merello però in più ha una grande voce. Smise di cantare su richiesta del marito, quando si sposò nel 1958, altrimenti avrebbe potuto essere stata la miglior cantante della seconda metà del secolo XX. Altre cantanti uruguaiane sono Marlene Otero (n/d) e Olga Delgrossi (1932).
Ebe Bedrune (1924-1996) fu un caso raro nella storia delle tangueras. Figlia di un direttore d’orchestra di Rosario, aveva vent’anni quando si mise a capo del gruppo in sostituzione del padre malato e non ci mise molto a venire a Buenos Aires. Vestita con eleganti abiti maschili e con i suoi capelli dorati, fu un personaggio di spicco nell’ambiente musicale. La donna del tango: così la chiamavano, in prima linea all’attenzione di radio, teatri e confiterías (Sosa de Newton, 1999).
Una delle più famose cantante di tango giapponesi dell’epoca che coincise con l’Età dell’Oro del tango fu Ranko Fujisawa (1925-2013), soprannominata la regina del tango in Giappone, le cui canzoni, cantate in spagnolo traslitterato, divennero molto popolari di nuovo in Argentina. Si recò persino in Argentina nel 1953 per esibirsi davanti al pubblico argentino.
Di recente, è importante sottolineare la carriera di Eladia Blázquez (1931-2005), che, attraverso una lunga e ascendente performance come musicista, interprete e poeta è riuscita a dare un timbro accattivante alla canzone di Buenos Aires. Tra le sue canzoni più famose troviamo El corazón al sur e Sueño de barrilete. Un’altra cantante e attrice che ha avuto successo anche all’estero è stata Susana Rinaldi (1935).
Qui, El corazón al sur da Eladia Blázquez:
Un evento importante ebbe come interprete María Amelia Baltar o Amelita Baltar (1940). Tutti conosciamo il brano di Astor Piazzolla Balada para un loco. Il testo è di Horacio Ferrer. Ricordo che nel 1969, guardando la TV, questo brano gareggiò nel Primo Festival della Canzone, sponsorizzato dalla città di Buenos Aires. Ferrer era andato alla Casa del Músico pochi giorni prima con la frase: yo sé que estoy piantao, piantao, piantao. Racconta Ferrer, che quando recitò il vení, volá, sentí, el loco berretín que tengo para vos, Astor chiuse immediatamente il pianoforte e guardandolo emozionato gli disse: è una bomba atomica. Amelita la cantò nel Luna Park, ma la canzone ebbe il secondo posto. Vinse Hasta el último tren, l’altra canzone finalista, cantata da Jorge Sobral, che fu dimenticata rapidamente e dimostra la mancanza di creatività negli anni ’60. In cambio, la balada fu la vincitrice morale e da allora è cantata in tutto il mondo (el de la Quimera, 2023).
Link a Balada para un loco:
Ci sono molti nomi degni di menzione. Tra quelli del passato, ad esempio, occupavano uno spazio non trascurabile nella vita artistica degli anni ’20, ’30 e ’40: Nelly Quel (1896-1944); Virginia (Borioli) Vera (1898-1949); Adhelma Falcón (1903-2003), la sorella di Ada, popolare personaggio radiofonico; Trinidad Ramos (1904-1985); Emma Gallardo o Dora Davis (1906-1980); Ana Argerich o Violeta Desmond (1906-1983); Lidia Argerich o Lidia Desmond (1907-n/d); Blanca Vischer (1915-1969); Mercedes Carné (1908-1988), che ha fatto musica internazionale e tango, esibendosi in soap operas radiofoniche e registrando album con importanti orchestre; Juanita Larrauri (1910-1990), che iniziò nel 1931 e divenne una star radiofonica però in seguito si dedicherà alla politica e diventerà senatrice nazionale della Provincia di Entre Ríos nel prime elezioni in cui votarono le donne; Anita Palmero (1902-1987), spagnola, che ha ottenuto un gran successo; Nora Montalbán (n/d); Lidia Liss (1898-1976); Rosita (Spruk) Montemar (1910-1976); Fedora Cabral (1911-1995), altra figura dalla carriera attiva; Chola Bosch (1915-2008); Zulema Ucelli; Tita Vidal (1914-1972); Herminia Velich (1908-1956); Tita Galatro; María Turgenova (1900-1972) (nata in Spagna); Fanny Loy (1917-n/d); Celia Gámez (1905-1992); María Magdalena Nile del Río o Imperio Argentina (1906-2003); Aída da Luz Borbón (1917-2006); Manina Ibar; Ada Gálvez (Abálsamo, 2004); María Esther Gamas (1910-2006); e Gloria Guzmán (1902-1979). L’elenco puo’ essere completato con altri nomi, per esempio, María de la Fuente (1918-2013); Carmen Duval (1918-2012); Alcira Chola Luna (1919-2015); Aída Denis (1918-1994); Nélida de los Santos o Carmen del Moral (1920-1991); Elsa Rivas (1925-2010); María Cáceres Castillo (1931-2019) o Elsa Morán; Elba Berón (1930-1994); Susy Leiva (1933-1966); Ángela Lamberti o Alba Solís (1927-2016), che sapeva mantenere alta la gerarchia del tango; Isabel De Grana (1930-1997); Marujita Díaz (1932-2015); Ruth Durante (1935), Nelly Vázquez (1937); Blanca Mooney (1940-1991); María Garay (1941); Galleta (María Inés) Miguenz (1946); Adriana (Lichinchi) Varela (1952); Rosanna Inés Falasca (1953); María Graña (1953); María Cristina Pasquinelli (1955) o María Volonté; Silvana Gregori (1956); Viviana Vigil (1959-2017); Patricia Barone (1962); Sandra (Montoya) Luna (1966); e Lidia Borda (1966).
María Cristina Lancellotti Spano (1952) o Valeria Lynch registro un album nel 1986, Valeria canta el tango, che divenne l’album di tango più venduto nella storia fonografica argentina fino al 2009, oltre a partecipare al film Tango Bar (1989), diretto da Marcos Zurinaga, con l’attore Raul Julia e il musico Rubén Juarez.
I seguenti sono brani ballabili in milonga con cantanti donne: Nelly Omar nel valzer Desde el Alma; Nina Miranda con l’orchestra di Donato Racciatti in Gloria, Libertad Lamarque con l’orchestra di Juan D’Arienzo con Cantemos Corazón; Marlene Otero con l’orchestra di Donato Racciatti in Quien sabe de amor; Olga Delgrossi con l’orchestra di Donato Racciatti in Hasta siempre amor; Isabel De Grana con l’orchestra di Francisco Canaro in De mi barrio e Bandomeón arrabalero; Mercedes Simone in diverse brani della orchestra di Adolfo Carabelli; e finalmente Lita Morales con il marito Horacio Lagos in diverse canzoni della orchestra di Edgardo Donato.
Non ci sono tracce di Horacio Lagos e Lita Morales, sposati nella vita reale e cantanti di Edgardo Donato. Non si sa nulla, né data di nascita né di morte. Ci sono alcune foto e niente di più. Nessuno sul sito www.todotango.com ne ha scritto. Eppure li ascoltiamo tutte le sere nelle milongas, perché questa orchestra è molto ballabile. C’è una biografia dettagliata di Romeo Gavioli, l’altro cantante galán di quello che fu un trio dell’orchestra (1913-1957), e non solo di canto come vedremo.
Si ipotizza un triangolo amoroso tra i tre cantanti. Tuttavia, è sconcertante come Lita, scomparsa completamente dall’orchestra dopo l’agosto del 1941, possa diventare un caso. Horacio si unì a Donato nel 1935 e nel 1939 anche Lita. Sei mesi dopo, Donato invita nella sua orchestra il bel Romeo. Non era solo un cantante, ma anche un abile violinista. Proprio alla fine del 1939 Romeo fece la sua prima registrazione con Lita e anche con Horacio. Un delizioso e velocissimo vals Noches correntinas.
Tuttavia, la beata convivenza giunse al termine quando nel settembre del 1940 Lita registrò con Romeo il tango Yo te amo ammettendo apertamente l’inizio della loro storia d’amore:
[Duo Lita-Romeo:]
Los besos que me diste | I baci che mi hai dato |
Son besos de mi alma, | Sono i baci della mia anima |
Cariño de mi vida, | Amore della mia vita |
No puedo quererte, nunca, nunca más! | Non posso amarti, mai, mai! |
Il 6 agosto 1942, nell’ultima sessione di registrazione, Romeo registrò da solo il vals Mendocina e, dopo più di un anno di pausa, insieme a Horacio, il tango Lonjazos. Subito dopo questa sessione, Donato licenziò i tre cantanti. All’età di 44 anni, a causa di una grave depressione, Romeo Gavioli si suicidò nella sua città natale nel 1957 (https://elespejero.wordpress.com/2015/08/06/tango-stories-carnaval-de-mi-barrio/).
Lita Morales e Romeo Gavioli cantano Yo te amo (1940) con l’orchestra di Edgardo Donato
L’Italia ha contribuito molto al mondo del tango attraverso gli emigranti in Argentina. Basta guardare i cognomi dei suoi interpreti e l’origine italiana è evidente. In Italia, dal 1984, la cantante María Ilva Biolcati (1939-2021) o Milva aveva iniziato una collaborazione con Ástor Piazzolla nella quale ha interpretato le composizioni del compositore, in francese, italiano e spagnolo. Inoltre, la cantautrice genovese Roberta Alloisio (1964-2017) ha registrato l’album Xena Tango, dedicato alle migrazioni e ai legami tra Liguria e Argentina, dove Xena è il nome di Genova nel dialetto genovese (Alloisio, 2022).
Per quanto riguarda le ballerine note, negli anni ’50 appare una delle figure principali del tango spettacolo: María Nieves Rego (1934), che con il suo compagno Juan Carlos Copes porta il tango a Broadway nel 1985 e fa rivivere il ballo in tutto il mondo. In quell’ epoca e più recentemente si distinguevano anche Virulazo (Jorge Orcaizaguirre) (1926-1990) e Elvira Santamaría, Héctor Mayoral (1937) e Elsa María Bórquez (1944-2022), Nélida Rodríguez (1952) e Nelson Ávila, Gloria Inés Varo y Carlos Rodolfo Dinzelbacher (1950-2015) (Gloria y Rodolfo Dinzel), Gloria Julia Barraud ed Eduardo Arquimbau e Eliane René Schianni Bidart o Beba Bidart (1924-1994), attrice e cantante, Milena Plebs (1961), Inés Prancevic (1970) o Inés Bórquez, Vanina Bilous (1970) e Mora Godoy (1972). Bidart aprì il famoso locale Taconeando in Balcarce 725, Buenos Aires, che ancora funziona. Erede di suo padre (Juan Carlos), Johana Copes, nel 2023 ha organizzato il primo festival di tango per donne, Lady’s Tango.
Possiamo citare altri ballerini, meno famosi o senza biografia ufficiale (Alposta, 2013). Esperanza Díaz fu la migliore compagna di Petróleo (Carlos Alberto Estévez (1913-1995)) e rivoluzionò il tango nel decennio d’oro. Si incontrarono nel 1930, in seguito vissero e ballarono insieme fino al 1949. Inoltre, Julia e Lalo Bello, Noemi Norma Galli (1929) (con Victor Romero, El Gitano), Norma (con José María Baña, El Pibe Palermo), María Teresa Rivera (con Ramón Rivera, Finito), Marta Portalea (con Gerardo Portalea), Sarita e il Flaco Tin, Jorge Márquez e Sussy, Kalisay e la Turca Elsa, Antonio Todaro e La Lucerito, La Parda Hayde, La Parda Ester, La Negra Martita, Margarita Guille, Norma e Maria Topa de Cieri (Farris Thompson, 2005; Facio, 2012). Più recentemente, senza essere esaustivo, cito altre donne che hanno fatto scuola nel ballo: Marta Antón (1939-2015), Luisa Inés Coca Anaclerio Cartery, Mimí Santapá, Ester Pugliese, Suzuki, compagna di Pepito Avellanda, Olga Besio, Ana M. Schapira, María del Carmen Romero (La Turca), Marcela Durán (con Carlos Gavito), Graciela González (con Puppy Castello), Luciana Valle, Aurora Lubiz, Susana Miller, Estela Arcos, María Pantuso, Stella Báez, Giselle Anne, Geraldine Rojas, Gabriela Elías, Elina Roldán, Edith Paez, María Plazaola e Lorena Ermocida.
Si possono vedere Julia e Lalo Bello su internet ballare nel film Adios pampa mía quando Alberto Castillo canta (1946). Un esempio di come veniva ballato il tango nel decennio d’oro:
Vediamo le donne che furono principalmente musiciste e compositrici.
Eloisa D’Herbil de Silva (1846?-1943), fu allieva di Franz Listz, e fu probabilmente la prima donna compositrice di tango. Alcuni anni prima della Guardia Vieja, nel secolo XIX, compose probabilmente El Queco (postribolo, in lunfardo), che è una specie di milonga. Selles (2010) sostiene che questo brano è un tango andaluso al quale vennero cambiate le parole. Di compositrici di tangos che balliamo tutt’oggi, possiamo menzionare Rosita Melo (Rosa Mele Luciano) (1897-1981) che compose il tango-vals Desde el alma nel 1917 (con parole di Homero Manzi dal 1948) e la paroliera e giornalista María Luisa Carnelli (1884-1987) che scrisse i versi di Se va la vida, Cuando llora la milonga, questo con musica di Juan de Dios Filiberto, e della milonga La naranja nació verde. Si firmava come Luis Mario. Inoltre, Maruja Pacheco Huergo (1916-1983) compose la musica dei tangos El adios, Sinfonia de arrabal e altri, ben interpretati dall’orchestra di Edgardo Donato con i suoi cantanti Romeo Gavioli e i coniugi Horacio Lagos e Lita Morales.
Francisca Cruz Bernardo (1900-1925) o Paquita Bernardo iniziò a suonare uno strumento non convenzionale per le donne: il bandoneon. Studiò musica come meglio poteva, quasi di nascosto, e divenne la prima a esibirsi in pubblico, e non da dilettante ma da seria professionista. C’era la fila per vederla e nel 1921 suonò al Bar (Caffè) Domínguez, situato in Corrientes 1537 (Buenos Aires), con il suo sestetto chiamato Orquesta Paquita, insieme a un giovane Osvaldo Pugliese, Elvino Vardaro, Alcides Palavecino, Vicente Loduca e Arturo Bernardo, suo fratello (Gobello, 2008).
Fermina Maristany (1897-1985), La Maristany, è stata una bandoneonista, pianista, violinista, fisarmonicista, compositrice e insegnante argentina. Ha studiato musica al Conservatorio di Santa Cecilia a La Plata. A volte accompagnò Paquita Bernardo al pianoforte e debuttò a Mendoza come bandoneonista e direttrice dell’Orquesta Típica Maristany.
Per completare l’articolo diamo uno sguardo alle prinicipali scrittrici che hanno contribuito alla diffusione del tango con i loro libri e pubblicazioni.
Quando il tango arriva in Europa avviene una rivoluzione nel ballo. Tutti vogliono ballare il tango e vengono scritti anche libri su come ballarlo. Nel 1913 Gladys Beattie Crozier scrisse Il tango e come ballarlo, con delle foto e illustrazioni dei passi, come La Media Luna e l’ocho (Beatti Crozier, 1913). Parigi ne andò completamente matta. “La Ville Lumiere” è stata soprannominata “Tangoville” dal suo caricaturista preferito, “Sem”, e per mesi il ballo del Tango, i vestiti da Tango, gli insegnanti di Tango e i Tè Tango sono stati l’unico argomento nella Città Gay. Ultimamente la mania del tango ha minacciato di inondare anche Berlino, Londra… (Beattie Crozier, 1913, p. 16). Come vestivano le donne? Ciascuno degli abiti modello Tango di Madame Lucile ha un nome speciale e un affascinante abito “Thé Dansant” porta l’attraente nome “Carnival”. È realizzato in charmeuse blu molto scuro, con maniche lunghe fino ai polsi e un piccolo colletto risvoltato. Davanti, il corpetto dell’abito è ritagliato in una profonda scollatura a forma di vanga riempita con pieghe di tulle color carne per lasciare solo un’apertura a forma di V sulla gola (Beattie Crozier, 1913, p. 116). Siamo nel 1913; si potrebbe immaginare che in Argentina nessuna donna si poteva azzardare a scrivere un libro sul tango.
Quindici milongas (té tango) a Londra sono elencate nel libro di Gladys Beattie Crozier, e dieci tangos, di cui cinque che conosciamo:
Joaquina da Juan Bergamino (1907)
Apolo da Alfredo Bevilacqua (1903)
El irresistible da Logatti e Pesce (n/d) (viene indicato Bulhols? come autore)
El choclo da Ángel G. Villoldo (1903)
Venus” da Alfredo Bevilacqua (n/d)
Poco conosciuti:
Pedrucho Op 13 nr 1, da Ernesto Drangosh (190?) (un tango per piano, quasi musica classica)
El mimoso da José Strigelli (n/d) (ce ne saranno altri due con lo stesso titolo)
The Argentine da Paul A. Rubens (1912)
Mi sultana da Quinito Valverde (1908)
Conscriptos da Pancho Nicolín (nato 1868)
A Londra, il libro curato da Richardson (1914) contiene due capitoli su come ballare il tango con passi insegnati da Miss Muriel Simmons e Madame Alice Vandyck. Simmons scrive: Questa danza bellissima ma molto abusata ha preso d’assalto tutta Londra proprio come fece con Parigi tre anni fa. Un gran numero di parigini stanno ancora studiando e i londinesi che l’hanno appena conosciuta si arrendono con tutto il cuore al suo fascino (Richardson, 1914, p. 9).
È interessante capire che ballavano le persone nei primi tempi. Nel capitolo Parisien Tango Crozier (1912) elenca, tra alcune figure: La Promenade (La Camminata), La Media Luna (La mezzaluna), Les Ciseaux (Le forbici), Le Corté (Il Corte) e Le Huite (L’Otto), anche se i nomi sembrano quelli d’oggi, alcune figure sono diverse. Muriel Simmons afferma: Sul palco e nelle nostre sale da ballo vengono ballati molti cosiddetti Tangos che non hanno alcuna somiglianza con l’originale. Alcune di queste interpretazioni sono fantastiche, molte acrobatiche e tutte assurde; infatti, al punto che qualsiasi argentino o parigino esperto, vedendo una di queste esibizioni, sarebbe costretto a chiedersi: “Che danza è questa?” (si pensi ad alcune esibizioni attuali)... C’è un punto cardinale riguardo al Tango che il popolo inglese deve capire. Per eseguire correttamente la danza i passi devono essere brevi e tutti eseguiti con cura… Molti argentini lo ballano davvero in un metro quadrato di spazio. In secondo luogo, ogni movimento delle spalle e ogni scivolamento dei piedi sono inammissibili. Tutti i movimenti devono partire dalle anche, ed i piedi devono essere sempre sollevati (Richardson, 1914, p. 9-10.).
Micaela Sastre (1880-1962): originaria di Buenos Aires, di famiglia illustrata, fu insegnante, poetessa e autrice di libri per bambini. Ha scritto i testi di alcuni tangos composti nella parte musicale dal figlio Rodolfo Sastre. Ma non voleva firmare con il suo nome: i due più famosi, che sono quelli interpretati da Carlos Gardel, sono stati firmati da suo figlio; Negli altri usò lo pseudonimo Michel Tailor, un’approssimazione inglese del suo nome.
Garabatos de mujer (1929) fu interpretato nel 1958 dalla orchestra di Alfredo Gobbi e la voce di Tito Landó:
Lily Sosa de Newton (1920-2017) è stata una storica, biografa, traduttrice e saggista argentina. Ha scritto numerose biografie di personaggi storici ed è stata una pioniera nella ricerca storica sulle donne argentine rilevanti in diversi campi. Lily ha scritto il Dizionario biografico delle donne argentine nel 1970, quando nessuno si occupava di questi problemi, e il suo lavoro viene citato nel presente articolo (Sosa de Newton, 1999).
Meri Lao (1928-2017) nacque col nome di America Franco a Milano in una famiglia colta, e trascorse la sua prima infanzia a Buenos Aires e poi a Montevideo. Ho conosciuto Meri, scrittrice e musicista, a casa di un’amica doppiatrice anni fa e ricordo che ci fece una piccola lezione sulla milonga al ritmo vocale di café con pan… Meri ha condiviso progetti con Pablo Neruda, Violetta Parra, Umberto Eco, Pina Bausch, Rafael Alberti, Chico Buarque, Daniel Viglietti, Atahualpa Yupanqui e Marta Argherich. Federico Fellini utilizzò la canzone Una donna senza uomo come elemento drammaturgico e Piazzolla le affidò la scrittura dei suoi programmi di sala in Italia e Svizzera. I suoi ultimi lavori rivelano l’importante contributo delle donne al tango (Lao, 2010, 2014) e comprendeno un’antologia di 115 brani e un quadro comparativo tra tango e jazz.
Va notato che Meri Lao nega che il ballo del tango sia nato nei bordelli. In una conferenza (Lao, 2012) afferma Que el burdel es el lugar donde nació el tango se ha vuelto una leyenda metropolitana, ma l’articolo parla interamente della musica e di alcuni testi dal doppio senso che vengono interpretati male, e non specifica dove sia realmente iniziata la danza. Felipe Amadeo Lastra, parlando di Hansen nel suo libro Recuerdos del 900, afferma: In questo locale non si ballava, era proibito, come in tutti i luoghi pubblici. Il tango, all’inizio, era l’unico ballo che non si ballava mai liso ma doveva avere dei cortes e così nessuna donna, per quanto liberale, era disponibile a farlo in pubblico. Fare un corte significa grosso modo bloccare la camminata per eseguire una figura che intensifica il contatto tra i due corpi, e questo era considerato lascivo. Si ballava con cortes nei bordelli del centro di Buenos Aires, dove andavano i compadritos e malevos, e anche i niños bien o cajetillas (Jakubs, 1984). Nei conventillos erano tutti lavoratori, e anche i compadres e compadritos sapevano rispettare il sesso debole, e non accettavano coreografie con contorsioni provocanti (el de la Quimera, 2023). In ogni caso, il dibattito continua. Uno degli articoli che più enfaticamente tenta di negare l’origine prostibolare del tango e la sua accettazione al ritorno da Parigi è stato pubblicato da Ema Cibotti (Cibotti, 2014) (vedi anche Ubertalli, 2023). Tuttavia la situazione delle donne era tutt’altro che facile dal punto di vista della libertà. Dovremmo ricordare che la scrittrice Victoria Ocampo (1890-1979), in quanto donna e membro dell’oligarchia, era priva dei diritti culturali comuni tra gli scrittori uomini del suo tempo (Meyer, 1996). Se questa era la condizione delle donne provenienti da famiglie ricche, immaginate quella delle classi medie e povere. Se alcune argomentazioni di Cibotti mostrano una società che accetta il tango, ci sono molti fatti che dicono il contrario. Sono note le difficoltà incontrate in famiglia da Enrique Delfino e dai fratelli de Caro (Julio e Francisco) nella scelta del mondo del tango, e in questi casi si trattava di musica e non di ballo (el de la Quimera, 2023, p. 212-213).
Estela Dos Santos (1940-2007), notevole storica e scrittrice quasi dimenticata (Avellaneda, 1972), ha scritto due importanti libri sulle donne nel tango (Dos Santos, 1978, 1991), che trattano di cantanti e milongueras, senza essere un mero lavoro biografico, ma anche un’analisi delle loro personalità.
Irene Amuchástegui (1967), giornalista, ha pubblicato alcuni libri sul tango con Oscar del Priore (ad esempio del Priore e Amuchástegui, 2010). È membro a pieno titolo dell’Academia Porteña del Lunfardo e dell’Academia Nacional de Tango.
Marta Savigliano in Savigliano (1995) esplora la antropologia del tango, ripercorrendo i viaggi del tango dai bordelli di Buenos Aires ai cabaret di Parigi e ai club shako dansu di Tokyo. Usa il tango per raccontare storie intrecciate di sessualità, genere, razza, classe e identità nazionale. Lungo il percorso svela le relazioni tra machismo e colonialismo, postmodernismo e patriarcato, esotismo e mercificazione.
La psicologa italiana Elisabetta Muraca (Muraca, 2000) ha scritto un libro molto letto in Italia in cui esplora la storia del tango, gli interpreti più famosi, i testi delle canzoni, i suoi aspetti psicologici e l’effetto dell’abbraccio.
Lidia Ferrari, con la quale ho ballato in alcune milongas venete, ha scritto un importante libro sul tango (Ferrari, 2011). Considera gli aspetti specificatamente tecnici della danza, con indicazioni sulla postura, la camminata, l’abbraccio, la marca e l’improvvisazione. E svela l’intero universo culturale, storico e spirituale del tango: dalle sue umili origini nei bassifondi di Buenos Aires alla sua consacrazione in mezza Europa all’inizio del Novecento. Sostenitrice dello stile milonguero, afferma: Un bravo ballerino può non conoscere troppe figure, o non farle, ma la sua tecnica sarà impeccabile, e anche se sembra semplice, ciò che balla è molto complesso. Meno figure, più tecnicamente corretto deve ballare.
María Oliva, giornalista e frequentatrice abituale delle milongas di Buenos Aires, ha scritto la biografia di María Nieves che racconta la sua storia in prima persona, poiché il testo è basato su un’intervista alla ballerina (Oliva, 2013). Il libro è stato la base del film Un tango más (2015) diretto da Germán Kral (Un ultimo tango in italiano).
Varasi Pega (2021) ha eseguito un ampio lavoro, sia artistico che teorico, diretto all’esplorazione della musica di Pugliese, Salgán, Piazzolla e Beytelmann, fornendo informazioni sistematiche su come il tango viene creato, eseguito e trasformato, sia nella pratica tradizionale che nel opera pionieristica di questi quattro celebri innovatori del tango
Altre autrici di libri e/o articoli sul tango, senza citare specificatamente i titoli delle loro opere, sono Inés Cuello, ricercatrice presso l’Instituto Nacional de Musicología Carlos Vega (compare nel documentario Tango Bayle Nuestro (1988) diretto da Jorge Zanada, dove Gerardo Portalea (1927-2006) da cátedra di tango sociale, e ha come protagonista un giovane Miguel Ángel Zotto, che più tardi creerà la compagnia Tango X 2), Kathy Davis, Sonia Abadi, Johanna Siegmann, Beatriz Dujovne, Sofia Cecconi, Greta Polo, María M. Liska, Alicia Boqueti, Marilyn Miller, Ana Sebastián, María S. Azzi, Margareta Westergård, Idea Vilariño, e María J. Carozzi. Julia Winokur con Soledad Venegas sono le autrici del libro Las mujeres compositoras del tango: Desde los inicios hasta la actualidad (2022, 2023) (due volumi), dove compaiono altre compositrici non indicate in questo articolo, che non pretende essere esaustivo. Un’opera importante, anche se limitata alla città di Santa Fé, è l’articolo di Pitich (2021) sulle donne e il tango.
Inoltre, il tango è un argomento di ricerca all’università. Innumerevoli sono le opere che ne illustrano la storia e tanti aspetti (ad esempio Norese, 2001; Banfi, 2020; Aragón, 2021).
Tra le milongas attuali, organizzate da donne, segnalo come esempio Sueño Porteño, a Buenos Aires, organizzata da Julia Doynel da 16 anni (Doynel, 2013) e distinta dalla Legislatura Porteña. In questa milonga, Blanca Ilma Biscochea (1924-2022) o Blanquita, una leggenda del tango, ha ballato una milonga con El Puchu (Umberto Pouchulú) in occasione del suo 95° compleanno nel 2019:
https://www.youtube.com/watch?v=vaNYiIWmGVU
A 91 anni è stata semifinalista al Campionato Mondiale di Tango a Buenos Aires
Bibliografia
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Viejo Tanguero (pseud.), autore di un articolo pubblicato sul giornale Crítica, il 22 settembre 1913, con il seguente titolo: El tango, su evolucion y su historia (Il tango, la sua evoluzione e la sua storia) (ristampato a Buenos Aires: Club de Tango, 1995, pp. 12-13). Secondo Cárdenas (1971:28), detto pseudonimo corrisponderebbe presumibilmente al giornalista José Antonio Saldías, che aveva 22 anni nel 2013.
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http://tangosalbardo.blogspot.com/
Biografia
José M. Carcione è nato a Buenos Aires, Argentina. Ha conseguito un dottorato in geofisica ed è membro del comitato editoriale di numerose riviste scientifiche. Ha pubblicato quattro libri su argomenti geofisici e la traduzione spagnola della raccolta di poesie A Sud delle cose (Al sur de las cosas). È DJ invitato nelle Milongas Porteñas (Buenos Aires), come Parakultural, Sueño Porteño ed El Beso, e in Italia, come José el de la Quimera, e tiene conferenze sui codici della milonga e sulla storia del tango. I suoi interessi comprendono anche la storia della scienza e la cultura popolare.