Il Tango entra in Accademia: la ricerca italiana danza sulle note del Río de la Plata.

Dal 20 al 22 novembre Roma accoglierà un evento senza precedenti: il primo convegno accademico interamente dedicato al tango, promosso da AIRDanza, storica associazione italiana che da oltre venticinque anni si impegna a diffondere la cultura della danza attraverso la ricerca e lo studio.

Per tre giorni, tra via Michelangelo Caetani, la Cripta di via Pompeo Magno, la Sala del Carroccio al Campidoglio e il Tango Loft di via del Mandrione, studiosi, danzatori e musicisti italiani e stranieri si confronteranno su un tema affascinante e complesso: il tango come fenomeno culturale, linguaggio corporeo e spazio di identità collettiva.
Un percorso che intreccia ricerca, musica, danza e riflessione critica, restituendo al tango il suo valore pienamente umano e comunitario.

Per comprendere più da vicino lo spirito e le finalità di questa iniziativa, abbiamo incontrato la professoressa Francesca Falcone, vicepresidente di AIRDanza e tra le promotrici del convegno.

Fondata nel 2000, da un gruppo di studiosi e ricercatori, AIRDanza è oggi un punto di riferimento per chi si occupa di storia, teoria e documentazione della danza in Italia.

Professoressa Falcone, non tutti i nostri lettori conoscono AIRDanza, che in questi anni ha svolto una missione fondamentale nel far dialogare ricerca scientifica e arti performative. Può raccontarci come nasce l’associazione e quali sono i suoi obiettivi?

Francesca Falcone: « Grazie per questa opportunità. AIRDanza è l’acronimo dell’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza. Si è costituita ormai diversi anni fa ed è nata per iniziativa di un gruppo di studiosi di danza che avevano come finalità la promozione degli studi intorno alla danza, in tutte le sue forme.

La danza è una parola che copre diversi ambiti, interessi e discipline. Fin dall’inizio, l’associazione si è posta l’obiettivo di diffondere informazioni su eventi e istituzioni culturali, valorizzare il patrimonio documentario italiano e incoraggiare la collaborazione tra studiosi appartenenti a diverse realtà accademiche e artistiche.

In questi anni si è impegnata nell’organizzazione di eventi e convegni, ma non solo. Dal 2017, grazie al contributo del Ministero della Cultura (MIC), abbiamo potuto istituire cinque borse di studio per sostenere ricerche e pubblicazioni, premiare le migliori tesi magistrali e di dottorato e avviare dal 2024 una collaborazione molto importante con la Discoteca di Stato (oggi ICBSA- Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi), che prevede una serie di appuntamenti tuttora in corso sulla valorizzazione della tradizione, eredità e memoria della danza.

Francesca Falcone

Inoltre, abbiamo fondato Airdanza Journal, la rivista dell’associazione. Era ormai necessario che AIRDanza avesse una sua pubblicazione di riferimento, anche in un panorama italiano già ricco di altre riviste significative. È parte del nostro impegno tentacolare nel promuovere la divulgazione scientifica e culturale sulla danza.

I nostri interessi, naturalmente, non riguardano solo la danza classica o contemporanea: stiamo aprendo nuovi orizzonti anche verso prospettive antropologiche, etnocoreologiche e interdisciplinari. Desideriamo ampliare lo sguardo, abbracciare tutte le forme di conoscenza e di studio che ruotano attorno alla danza. E questa è, in poche parole, AIRDanza — ma anche molto di più.»

Il tango e la ricerca: l’Italia si unisce al dialogo internazionale

Da tempo il tango è oggetto di studi approfonditi nelle università argentine e latinoamericane, dove esistono programmi accademici dedicati alla sua storia, alla musica e alla dimensione sociale. In Italia, questo interesse si è sviluppato più lentamente, ma negli ultimi anni ha trovato nuove connessioni grazie al lavoro di ricercatori, antropologi e studiosi del movimento.

In questo contesto si colloca il primo convegno accademico sul tango organizzato da AIRDanza, che dal 20 al 22 novembre prossimo riunirà a Roma studiosi, musicisti e danzatori e appassionati in un confronto aperto tra discipline. L’obiettivo non è “accademizzare” una pratica, ma riconoscere la profondità culturale e comunitaria del tango, portandola nel campo della riflessione critica e scientifica.

Professoressa Falcone, veniamo al tema centrale. Cosa ha portato il tango a entrare pienamente nello spazio accademico italiano? Si può dire che oggi i tempi siano maturi, anche grazie all’eredità culturale di autori come Astor Piazzolla o al lavoro di studiose come Meri Lao?

Francesca Falcone: «Assolutamente sì. Ci sono due interventi dedicati a queste due straordinarie personalità nell’ambito del Convegno.

Meri Lao

Anche la sfera delle pubblicazioni internazionali vi ha contribuito: l’attenzione scientifica verso il tango, ormai estesa in tutto il mondo, ha sedimentato quella curiosità che alcuni soci di AIRDanza avevano già maturato.

La nostra associazione è estremamente variegata: i soci provengono da ambiti e sensibilità molto differenti, e questa pluralità di sguardi è la nostra forza. Per esempio, quest’anno abbiamo organizzato un convegno sulle danze indiane, proprio per dimostrare l’interesse verso culture altre, spesso meno esplorate dagli studi accademici tradizionali.

Nel caso del tango, l’interesse è nato grazie alla presenza di alcune socie che hanno spinto con entusiasmo per aprire le porte anche a questo mondo. Vorrei citare in particolare Noretta Nori, antropologa ed etnocoreologa, che insieme a me ha sostenuto con convinzione questa apertura, e poi Ornella Di Tondo, etnomusicologa e studiosa di danza e Natalia Gozzano storica dell’arte, entrambe tanghere. È stato un processo collettivo: ci siamo confrontate, entusiasmate, e forse anche dovute frenare un po’ di fronte alla valanga di proposte e idee che sono arrivate.

Devo dire che nulla sarebbe stato possibile senza il nostro direttivo, composto dal presidente Alessandro Arcangeli, da Roberta Albano, Laura Colombo e Alessandra Sini, studiosi che provengono da ambiti diversi, ma che ci hanno dato piena fiducia e sostegno. E naturalmente il contributo del Ministero della Cultura, che attendiamo a giorni, sarà fondamentale per consolidare il progetto.

Convegno Giselle

È importante ricordare – conclude Falcone – che questo congresso vive anche del sostegno di chi ama la danza e il tango: ogni contributo, anche piccolo, di natura culturale ed economica, permette di far crescere una ricerca che appartiene a tutti.»

Un percorso di ricerca tra storia, culture e vita vissuta

Il convegno accademico di AIRDanza sul tango nasce da un’intuizione semplice ma potente: comprendere la danza non solo come gesto estetico, ma come esperienza storica e sociale, come linguaggio che unisce territori, migrazioni e sensibilità.

Il programma, articolato in sei sessioni, propone un itinerario che esplora le origini rio-platensi del tango, i suoi legami con le culture europee, le pratiche comunitarie e le risonanze contemporanee. Un percorso di studio e confronto che intreccia prospettive storiche, coreico-musicali e testimonianze dirette, fino a una tavola rotonda conclusiva.

Le andrebbe di raccontarci come è stato pensato questo percorso e qual è il filo logico che lega le diverse sessioni?

Francesca Falcone: «Grazie per questa domanda estremamente pertinente. Noi avevamo il desiderio di muoverci seguendo alcuni obiettivi fondamentali: promuovere e diffondere gli aspetti socio-culturali che hanno origine nel tango, legati alle sue radici storiche rio-platensi — radici che spesso restano poco conosciute, anche da chi frequenta le milonghe.

Abbiamo voluto esplorare i legami con le culture locali argentine del XIX secolo, cercando i fili che collegano il tango alle danze sociali europee, sia colte sia popolari, e agli influssi migratori tra l’Argentina e l’Europa. Da qui l’idea di indagare la circolazione culturale tra le diverse aree geografiche, guardando al tango come risultato di incontri e scambi.

Il nostro percorso si è quindi sviluppato a partire dagli studi internazionali e italiani sul tango, fino a tracciare una mappa di riferimento che già nel titolo trova il suo senso: Il tango, un pezzettino di vita che si balla.
Perché il tango, prima di tutto, è esperienza di vita — e per noi è importante che questa esperienza diventi anche esperienza di studio e di conoscenza condivisa.

Noretta Nori

Abbiamo invitato alcuni studiosi selezionati, consapevoli che questo è solo un primo significativo passo. Non abbiamo potuto integrare ciò che afferisce al tango tutto: mancano ancora temi cruciali come la didattica, l’ambito pedagogico e psicologico del tango o le discipline somatiche, che rappresentano un mondo in sé. Ma è un inizio.
Vogliamo che questo convegno sia il primo appuntamento di un percorso più ampio, che oltre a comprendere ambiti non esplorati possa proseguire con la costruzione di una bibliografia dedicata e, naturalmente, con la pubblicazione degli atti.»

Questo approccio si riflette molto bene nel programma, che è ampio e articolato. Ricordiamo ai nostri lettori che il convegno è aperto anche al pubblico, giusto?

Francesca Falcone: «Assolutamente, anzi, vi prego di venire numerosi!
Il convegno è aperto a tutti: studiosi, danzatori, appassionati. Alla fine di ogni sessione abbiamo previsto momenti di discussione e confronto, perché per noi sono fondamentali. Sono la vera cartina di tornasole: servono a capire se e quanto gli interventi degli studiosi siano riusciti a entrare nella sensibilità dell’uditore.
Vi aspettiamo in un “abbraccio allargato”, perché la ricerca sul tango vive proprio di questo dialogo, di questa circolazione di voci e di esperienze.»

Monica Paz

Nel suo intervento lei ha descritto il tango come una dimensione culturale che coinvolge profondamente la vita. Questa prospettiva mi fa pensare che un principio analogo possa valere anche per l’insegnamento quotidiano — come accade, ad esempio, per chi si dedica alla formazione nel tango.
Durante una recente lezione, un’insegnante ha osservato che “ognuno arriva con il proprio bagaglio: chi inizia studia l’asse, chi ha più esperienza aggiunge altro; ma tutti, a modo loro, imparano e si arricchiscono”.
In questo senso, anche i partecipanti al vostro congresso porteranno esperienze differenti, ma probabilmente ne usciranno tutti arricchiti da un nuovo sguardo condiviso.»

Francesca Falcone: «Assolutamente. Trovo molto pertinente questa sua osservazione, Barbara. Il tango è una disciplina a carattere teorico-pratico che si presta a una molteplicità di livelli di apprendimento e di esperienza.
Ha una ricchezza sapida, direi quasi “gustosa”, come una cucina dalle infinite varietà: si può assaggiare a piccoli morsi, e ogni volta scoprirne una sfumatura diversa.

Osvaldo Natucci

Mi piace ricordare una citazione di Osvaldo Natucci, che abbiamo scelto come cappello del nostro incontro:

“Come il tango ha contribuito alla coesione culturale di diversi gruppi etnici di migranti, così oggi continua a essere un luogo di coesione sociale.”

Ed è proprio questo il fenomeno che vogliamo esplorare, anche attraverso la tavola rotonda conclusiva, intitolata “Il tango oggi in Italia: politiche, strategie e insegnamenti”.
Sarà un momento importante per confrontarsi, scambiare opinioni, riflettere su come orientarsi oggi, evitando di procedere in ordine sparso. Il confronto è il cuore della conoscenza.»

E in effetti anche la struttura del congresso riflette questa dimensione di comunità: la parte storica e accademica si intreccia con momenti di pratica, workshop, testimonianze, e infine la milonga conclusiva.

Francesca Falcone: «Sì, abbiamo voluto creare una sorta di circolarità tra gli eventi. Si inizia con una milonga, giovedì 20 novembre, ospitata da La Rosa Milonga di Paola Palaia ed Elia Lisi allo spazio La Cripta, e si chiude sempre con una milonga, sabato sera, presso il Tango Loft, nell’ambito della Milonga Sentimental di Noretta Nori.
Nel mezzo, quattro workshop, interviste, discussioni e confronti. È un percorso che si apre e si chiude nel ballo, come un respiro. E siamo certi che da questa esperienza nasceranno nuovi orizzonti per tutti.»

Non abbiamo ancora parlato di Monica Paz, una presenza importante nel programma.

Monica Paz

Francesca Falcone: «È vero, Monica è una figura centrale. Ha realizzato una serie di interviste fondamentali ai grandi maestri del tango, e il suo contributo sarà presente nella terza sessione del convegno, “Identità, etnografie, sguardi”, moderata da Noretta Nori.
Si parlerà del valore della testimonianza, e della sua applicazione nella pratica. Monica porterà poi questa riflessione nei suoi workshop, insieme a citazioni emblematiche dei maestri con cui ha lavorato: Omar Chiche, Néstor La Vitola, Alberto Dassieu
Sono voci che raccontano il tango attraverso citazioni che diventano filosofia di movimento: “Ballo solo la musica che mi emoziona”, oppure “Se io starnutisco, tu starnutisci con me. È la connessione pura, quel sentire reciproco che costituisce l’essenza del tango.

Accanto a lei ci sarà Fabio Michelini, con il laboratorio “Dall’ascolto all’interpretazione coreutica: ballare la síncopa e altri stilemi del tango”.
Un percorso che unisce ascolto, musicalità e movimento, con il garbo e la competenza che li contraddistinguono.»

Lisa Avanzi e Fabio Michelini

Mi permetto un’ultima riflessione, che forse riassume tutto: il tango custodisce un patrimonio prezioso, quello di ricordarci — attraverso la connessione — la nostra parte di umanità. In un tempo che sembra dimenticarla, è forse questo il suo insegnamento più grande.

Francesca Falcone: «È verissimo, ed è una riflessione che condivido profondamente. In effetti, questo tocca anche altri percorsi di AIRDanza: penso al convegno che abbiamo dedicato alla Contact Improvisation, una tecnica di danza contemporanea basata sul sentire l’altro attraverso il contatto.

Il tango, come la contact, insegna a percepire il peso, il respiro, la presenza dell’altro con la comunione di due busti che diventano un solo busto.
Oggi viviamo in una società in cui il contatto fisico e umano è spesso guardato con sospetto, ma è proprio lì, nel tocco, che si ritrova l’essenza della nostra umanità.
Danzare significa entrare in connessione, non solo con il partner, ma con il mondo. E di questo abbiamo, oggi più che mai, un bisogno estremo.»

Ricordiamo che il Congresso Accademico sul Tango organizzato da AIRDanza si terrà a Roma dal 20 al 22 novembre.
Per iscrizioni e informazioni sarà possibile consultare le pagine ufficiali di AIRDanza cliccando direttamente qui! Convegni e call for papers | AIRDanza

La pagine social di AIRDanza e i canali di faitango .

Barbara Savonuzzi

 

 

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Barbara Savonuzzi
Sono autrice e collaboratrice culturale di Faitango. Veneziana d’origine, da sempre amo scrivere, leggere e lasciarmi attraversare dalla musica. La vicinanza del Teatro La Fenice ha nutrito fin da giovane la mia sensibilità e mi ha insegnato a riconoscere nella lirica il respiro dell’anima. Durante il lockdown, insieme all’amica Chiara Cecchinato, ho creato il blog “Un tango con il Tenore”. Sotto lo pseudonimo di Rosaspina Briosa ho iniziato a esplorare il dialogo tra lirica e tango, due linguaggi che, attraverso epoche e culture diverse, raccontano l’animo umano. Dal 2022 collaboro con Faitango, approfondendo la dimensione culturale del tango grazie al prezioso accompagnamento di Giuseppe Speccher ed Ernesto Valles Galmés, figure che hanno contribuito alla mia crescita e formazione. Mi occupo di interviste, reportage e approfondimenti, dando voce a chi fa cultura nel tango e contribuendo a costruirne una memoria contemporanea. Con la mia penna — che amo definire una scopa gentile, capace di far emergere la polvere luminosa dei piccoli grandi tesori del tango — cerco di restituire un ritratto autentico e attuale del tango italiano. Raccontarlo dal vivo, attraverso le voci di chi lo vive e lo custodisce, è per me una responsabilità e un privilegio: quello di restare imparziale e offrire spazio alle diverse visioni di tango che convivono oggi.

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