Che cosa sentiamo quando ci abbracciamo

PUBBLICATO IL 24 Gennaio 2015

Che cosa sentiamo quando ci abbracciamoPerché siamo attratti dal Tango? Anche se non vogliamo ballarlo o ascoltarlo, suscita in noi comunque una forte emozione: volendo o non volendo l’abbraccio ci intriga! Stimola in noi una brama ardente, un ricordo ancestrale! Vogliamo essere abbracciati così, vogliamo abbracciare così, in questo modo! Siamo disposti per questo a soffrire imparando, studiando i passi del Tango, il modo di guidare e di seguire, cambiamo addirittura il modo di vestirci e di comportarci. Ci sottoponiamo a dei grossi sforzi! Alla fine balliamo… e finalmente possiamo abbracciare e finalmente possiamo abbracciare ed essere abbracciati!

‘Ma come vogliamo essere abbracciati ed abbracciare?

Possiamo abbracciarci come tra madre e figlio, come tra amici dello stesso sesso o di sesso diverso, come tra amanti…

Ci abbracciamo per consolarci, per eccitarci, per calmarci, per esprimere amore o voglia di sesso? Sicuramente è così! Possiamo, ballando con un principiante, abbracciarlo in modo consolatorio ed affettuoso come tra madre e figlio e, ballando con un amico, l’abbraccio forse sarà pieno d’affetto.’[i]

Ogni abbraccio ha le sue modalità fisiche: tra madre/genitore e figlio la parte ‘madre/padre’ è quella che dà di più. Questo non significa rimediare ad ogni piccolo sbaglio o ballare i soliti balli di ‘beneficienza’. La parte genitore però è quella che si impegna, che guida anche se fa la parte della seguidora.

Il punto debole di questo modo di abbracciare -può capitare ad entrambi i ballerini- è che spesso si accudisce solamente e ci si dimentica di educare, cioè di migliorare il ballo del ‘figlio’. Vediamo chiaramente questo rapporto ‘familiare’ nella fisicità dell’abbraccio: la parte ‘genitore’ abbraccia più pienamente e raccoglie totalmente, mentre la parte ‘figlio’ è quella che si immerge fiduciosamente nell’abbraccio. Quindi l’abbraccio del ‘genitore’ risulta più pieno, mentre il figlio si appoggia fisicamente e metaforicamente di più.

L’abbraccio tra amici è invece ‘amichevole’, alla pari, giocoso. Qui le due parti cercano di rimediare ai cosiddetti sbagli dell’altro e l’aspetto ludico e di sperimentazione è visibile a tutti. Probabilmente, di fatto, si tende a non appoggiarsi fisicamente troppo all’altro, il bacino lo teniamo un po’ lontano che spesso porta -occhio!- ad un’iperlordosi lombare… comunque si prova di essere più corretti possibile e agevolare al massimo ciò che vogliamo ballare ed esprimere insieme, ma comunque si chiede all’amico anche di supportare le nostre imperfezioni. Quest’ultimo aspetto forse è il tendine d’Achille di questo tipo di abbraccio: non mettiamo più attenzione a come balliamo perché l’amico rimedia comunque…

‘Certo che quando abbracciamo qualcuno che ci attira, abbiamo tutta un’altra sensazione!’[ii]

L’abbraccio tra amanti… è sicuramente quello più ‘drammatico’! Esprime in tutto il nostro modo di accostarci ad un partner che ci interessa (anche) fisicamente. Quindi l’abbraccio può essere troppo ‘leggero’ o troppo ‘pesante’. Si tira magari il partner troppo verso di noi o si evita in tutti i modo di essergli vicino. Diventiamo troppo rigidi o troppo morbidi. Siamo incapaci di muoverci verso l’altro o magari lo investiamo e soprafacciamo con il nostro corpo, mole e/o peso. Lo afferriamo ‘stritolandolo’ o non diamo nessuna risposta ‘tonica’. Spesso la testa cade verso il partner come se non ci fidassimo delle nostre capacità danzanti e cercassimo invece un rapporto inizialmente intellettuale.

Comunque vogliamo a tutti i costi fare vedere come siamo bravi ed impressionare con un comportamento che può derivare dal regno degli animali (comportamento istintivo-selvaggio)o cerchiamo di non essere assolutamente un ‘animale tanguero’ e ci presentiamo super educati.

In ogni caso qui l’abbraccio si fa serio e niente viene perdonato (ahimè!)!

In un certo senso ogni tipologia di abbraccio, come abbiamo visto, assomiglia a una relazione quotidiana che riviviamo al ritmo di Tango.

Secondo il ruolo che abbiamo scelto per abbracciare, esprimiamo le sensazioni che cerchiamo. Simile al travestimento carnevalesco scegliamo oggi di essere magari il Casanova e la vamp, l’uomo serio e la ballerina premurosa, l’uomo preda e la donna vittima e così via. Con un po’ di allenamento possiamo, in milonga, impersonare nella stessa serata personaggi diversi. Con un certo partner siamo così e con un altro cosà.

La milonga come un ballo di Carnevale… nella tradizione tanguera ci sono stati spesso grandi balli durante il periodo del Carnevale. Basti pensare alla ‘nostra’ Cumparsita (che i DJ del Tango mettono di solito come ultimo brano della serata) che fu composta a Montevideo alla fine del 1915 proprio per una festa carnevalesca Federacion de Estudiantes del Uruguay.

‘Una delle trasgressioni più abituali nelle milongas tipicas è di far vedere agli spettatori un tipo d’abbraccio, mentre lo si fa sentire al partner in tutt’altro modo!’[ììì]

Questo è un ‘divertimento’ abituale dei Viejos Milongueros. Probabilmente hanno ballato così tanto…, ma ovviamente proviene anche dal fatto che una volta ballare il Tango (ancora negli anni ’90) era una cosa trasgressiva, da compiere di nascosto e perciò non era permesso esprimere un gradimento e un’attrazione davanti ad altri ballerini. Oggi con il turismo queste espressioni fanno parte della nuova iconografia tanguera, più efficaci in un contesto d’esibizione: in milonga, ancora oggi, stonerebbero un po’ (almeno a mio parere).

Comunque, le generazioni porteñe che ballano da almeno 30 anni sono ancora molto riservate e anche l’invito reciproco e la camminata del ballerino verso la sua dama avviene in modo ‘felpato’ fino all’abbraccio vero e proprio. Poi una volta abbracciati.. beh non si balla in milonga per esibirsi, con atteggiamenti vistosi e passi particolari, ma per abbracciare proprio questa persona e non un’altra e la dedizione reciproca al proprio partner deve essere totale, altrimenti il partner non cercherà di ripetere questa esperienza un altra volta.

‘Determinante per un abbraccio sarà poi anche il vostro umore, il tipo di partner e la musica. Per questa ragione i milongueros lasciano passare qualche secondo prima d’iniziare a ballare! Non solo vogliono sentire quale tipo di musica verrà suonata e non solo vogliono conversare con il partner del più o del meno, ma anche indovinare l’abbraccio ideale.’[iv]

I segnali corporei che il partner ci trasmette, mentre ascoltiamo principalmente la musica, oltre a conversare, ci fa intuire come sarà il ballo. Si tratta di un vero linguaggio corporeo. Ci può aiutare a ‘rispondere’ già in anticipo con un ‘ruolo danzante’ rispetto ad un altro. Se il ballerino ci trasmette d’impersonificare un ‘casanova’ possiamo rispondere con ‘la ragazza timida’ o ‘la vamp’ e lo stesso vale per i ballerini.

Super gratificante per il ballerino sarà quando, durante una tanda, cambiate da ‘ragazza timida’ in ‘vamp’ o, per la ballerina, quando il ballerino da ‘ragazzo poco espansivo’ diventa ‘seduttore’ e così via.

Ovviamente gli sviluppi possono essere infiniti… lascio a voi di sperimentarli.

Firenze gennaio 2015 © Patricia Müller
Tango de Salón Apilado dal 1995
www.kidojo.itwww.tangodesalon.it
info@kidojo.it
https://www.youtube.com/user/MullerPatricia/

FAcebook  patricia.muller.92317

[i] Da ‘Tango Argentino a Buenos Aires, 36 stratagemmi per ballarlo felicemente’ di Patricia Müller, pag. 135, http://tango-dancers.com/tango-argentino-a-buenos-aires/
[ii]
Ibid.
[iii] Ibid.
[iv] Ibid.

icona patricia muller

HA SCRITTO PER NOI #

Patricia Müller – maestra di Tango e di TJ, ricercatrice e scrittrice, coreografa. Dal 1995 studia il Tango de Salón Apilado (cioè lo stile milonguero) con Yvonne Meissner, dal 1996 presso l’A.P.D. Ki Dojo, Firenze insegna ed dal 1998 organizza esclusivamente stages con maestri Milongueros. La sua didattica è divertente, ma accurata. Organizza il TangoCaféFirenze (prima milonga tipica a Firenze con tandas y cortinas). Dal 1998 ha esibiti le sue coreografie di Tango de Salón Apilado in vari teatri ed è una ricercatrice raffinata della storia e musica tanguera (anche con un film multilingue sugli ebrei nel Tango). Inoltre è massofisioterapista, operatrice di attività motorie/CONI e autrice di libro su vari argomenti del Tao e Tango. Contatto: www.kidojo.it - tango@kidojo.it www.tangodesalon.it - www.facebook.com/patricia.muller.92317 https://www.youtube.com/user/MullerPatricia

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