DANIELA DANTE LA POETESSA DELLA LUCE

Daniela Dante, poetessa e artista bresciana, intreccia la parola scritta con il teatro civile, dando voce a emozioni e storie profonde. Ha pubblicato quattro libri di poesia, l’ultimo, Del Vivere (Pellicano Edizioni, 2023), è stato finalista in prestigiosi concorsi letterari. Le sue liriche trovano spazio in antologie internazionali e nelle performance teatrali in cui la poesia diventa corpo e voce. I numerosi riconoscimenti internazionali ricevuti – Fusibilia, Ed. Valle Sabbia, Mondo Fluttuante, Ali Penna d’Autore, Edizioni Kanaga, Aletti, Klubi Letrar Istog, Rime sul Lago, Mediterranean Poetry, Etna Book, Il chiaro del bosco, L’amore di Silvia Soave, Alberoandronico, Città di Cefalù, Note sul mare – confermano la sua straordinaria sensibilità, radicata in una visione della vita concreta, vissuta, quella in cui si è disposti a sporcarsi le mani.

Non si allontana mai dal riconoscere la sofferenza del vivere umano, eppure la sua poesia non è mai disperata: porta con sé una dolce fermezza, una mitezza che si fa resistenza. È questo l’aggettivo che istintivamente mi è venuto in mente leggendo i suoi versi, perché, come disse Fabrizio De André: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”

Dall’intervista realizzata per la WebRadio Faitango, nella rubrica Ritratti – Donne che Cantano, emerge un ritratto singolare e intenso della sua poetica. Vi invitiamo ad ascoltarla, sia attraverso il podcast disponibile sul sito di FaiTango, sia seguendo la trasmissione in onda nei seguenti orari:

𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟎𝟖 𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟑:𝟑𝟎
𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝟎𝟗 𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟏:𝟎𝟎
𝐌𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀ 𝟏𝟏 𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟑:𝟑𝟎
𝐆𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟏𝟑 𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟗:𝟎𝟎

Con grande piacere pubblichiamo la poesia che Daniela Dante ha voluto dedicare in esclusiva a Faitango, come riconoscimento del nostro contributo alla cultura tanguera e come omaggio al Tango, sua profonda passione.

AHI TANGO
ahi tango, perché ti amo
t’amo tanto?
Ogni brano che dal passato
giunge a me m’inebria
scende nelle vene
mi avvolge
penetra suadente nella pelle
ma, non è questo lo so
non solo questo.
Forse il ricordo che m’arriva
di esistenze passate
nelle strade di Buenos Aires
gonfie di vita, miseria e violenza
no, nemmeno questa risposta basta.
È che solo nell’abbraccio
nella fusione, sottile percezione
d’ascolto intimo e unico,
in quel tango sento
che la morte la sua ombra
s’allontanano da noi
nel passo che unisce, lì c’è vita
solo vita, in quell’attimo infinita.

 

 

Barbara Savonuzzi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui