Considerazioni tanguere

Sul tango e...

PUBBLICATO IL 11 Febbraio 2019

La Cumparsita lascia i presenti a finire la serata con il rituale cambio di scarpe e il ritorno a casa.
Una volta sotto le coperte come accade oramai da più di dieci anni, faccio le mi considerazioni sulla serata. Sola nel mio letto con le coperte rimboccate fin sopra i capelli, provo ancora la strana sensazione di essere sì in pigiama, ma di sentire ancora le note del tango risuonare nella mia mente, restando pertanto sospesa tra la realtà e l’illusione.
Questa sera sono stata guardata più del solito, sia dalle donne che dagli uomini presenti in sala, mi sono sentita un po’ il centro, ma forse era solo per via del vestito che mi faceva sembrare una sirena.
Le donne, mie amiche, mi fermavano per farmi i complimenti e io ballavo più leggera del solito anche se in parte temevo l’eventuali critiche da parte dei più esperti proprio per il fatto che davo più nell’occhio.
Forse durante una tanda, con un bravo e affascinante tanguero mi è mancato il controllo dei miei movimenti, del mio asse, della mia postura. Forse ho ascoltato troppo il suo corpo e la sua vicinanza. Già questo è un mio difetto! Mi faccio coinvolgere! Non ballo solo con la tecnica, ma ballo soprattutto con il cuore.
Ma come potrei  ballare senza sentire? Come potrei fare a eseguire passi solo pensando alla corretta posizione della testa, dei piedi, del busto? Come potrei ballare con il ballerino di turno senza considerarlo? Senza guardarlo? Senza interrogarsi cos’è il tango e cosa vuol dire amare il tango? Senza chiedersi ogni volta perché ballo il tango? Dopo tanti anni è ancora un mistero.
Il tango provoca in me delle sensazioni meravigliose, dei cambiamenti sulla fisiologia del mio corpo, sul mio battito cardiaco, sulla mia respirazione, sul calore che pervade il mio cuore, tanto facili da sentire quanto difficile è spiegarne la causa.
Una cosa è certa ci sono due modi di ballare il tango o lo si fa superficialmente o si va in profondità o addirittura verso il cielo, verso l’infinito! Ecco forse il tango è una cosa che riguarda lo spirito non solo il corpo, l’anima non solo il fisico. Il tango divide e lacera l’anima con sentimenti profondi e contraddittori, poiché del tango si diventa “servi” volontari, dove la fatica, il disgusto per certi atteggiamenti di tangueros bigotti, di comportamenti antisociali, si sono sempre mescolati alla passione e alla fiducia che un giorno possa cambiare qualcosa, dove ci si scoraggia ma si rimane entusiasti.
E’come se fosse un gioco dove ognuno ha le sue ragioni per continuare a giocare, pur sempre ignorando le motivazioni individuali degli altri. Non lo si capisce, non lo si spiega. Nonostante le delusioni, in questo tango che appunto illude, tutto è ancora stupendo, anche se non lo comprendiamo del tutto. Chi sono queste persone che vengono a ballare in milonga?
Chi sono queste donne sedute composte, schiena dritta, gambe accavallate? Chi sono coloro che ballano in sala, seguendo una ronda, ballando ognuno con il suo stile? Chi è colui che organizza? Che fa eventi? Chi sono coloro che suonano la musica del tango? Chi sono i compositori di brani di tango? Chi sono i dj?
Alla fine c’è sempre una sorta d’insoddisfazione! Se faccio un passo indietro, mi vedo solo a imparare sempre di più come ci si deve muovere, come tenere l’abbraccio, ecc, a ballare, a sentire le sensazioni più vicine a me, sempre più a fare nuove scoperte su di me e sugli altri, e ancora, sono curiosa di sapere altro, di imparare altro!
Infatti non ho scoperto ancora tutto e continuo a ceracre cosa il tango significhi per me, per gli altri, per tutti quelli che in qualche modone hanno bisogno!!!

HA SCRITTO PER NOI #
Maria Caruso

Marilù (Maria Caruso) Marina de Caro ha visto il primocielo a San Felipe (Venezuela), ha fatto il primo ocho atras a Pisa. E’ in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga

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