Il NASO CURIOSO DEL GATTO

CUENTA HISTORIAS DE GOTAN

PUBBLICATO IL 16 Aprile 2024

Se è vero, come è vero, che la mamma del tango argentino venne ingravidata dal lirismo italiano, cerchiamo di conoscerlo e conoscendolo, amarlo un poco questo papà.
Cogliamo nel segno pensando che la passionalità italica, così ben tratteggiata dal melodramma tanto caro ai nostri progenitori abbia varcato l’Atlantico e fortemente intriso le musiche e le parole che stavano creando il tango in Argentina sul finire del 1800.
Ovviamente nel medesimo periodo in cui il tango argentino fioriva, il sentore di una struttura musicale differente dalla nostra giungeva, con il ritardo di un eco a noi e nuovi tanghi made in Italy si facevano strada.

 

Ad un certo punto la seconda guerra mondiale che travolse il mondo ma non toccò l’Argentina neutrale, pose fine ad una cultura musicale che in Europa, forse, avrebbe potuto evolversi ulteriormente verso nuovi orizzonti.
Di queste italiche glorie ne ho scelto una che, pari – pari, è stato copiato dagli argentini.
Anno 1936, nasce il tango “Scrivimi” (una storia di abbandono senza un addio formale) che propongo in una edizione datata 1939 dell’orchestra di “Aldo Visconti” e la voce del tenore “Emilio Renzi”, caratterizzato da una marcatura secca, come se la musica fosse compresa tra virgole, un vero “tangaccio”.
Mentre il clone argentino è datato 1942 per l’orchestra di “Roberto Firpo” e la voce di “Alberto Diale”.
In questa versione titolata “Escríbeme” si nota un ritmo più veloce certamente più consono ai “tempi” che cambiano (siamo nel periodo tra la guardia nueva e la epoca de oro).

Buon ascolto da Bruno Comastri (Tdj El Gatoloco)

Escribeme, Firpo – https://youtu.be/fXRIm1gMkVQ
Scrivimi, Visconti – https://youtu.be/hEmFMU45Fr8

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