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Teatro dell’Olivo di Camaiore ha ospitato il 10 maggio la prima dello spettacolo Tango Bohème, ispirato all’opera di Giacomo Puccini. L’adattamento teatrale, curato da Carina Calderon e Alfredo Astesiano in occasione del centenario della morte del grande Maestro, si apre con una scena ambientata all’interno di una scuola di tango a Buenos Aires. I protagonisti, rispecchiando quelli dell’opera stessa – Mimì, Rodolfo, Musetta e Marcello – e l’ambientazione, seguono il più possibile la trama originale. Lo spettacolo ha ricevuto l’entusiastico plauso di un pubblico attento che ha apprezzato il giovane pianista Mattia Zappalà, capace di passare con vera passione dallo stile classico a quello tanguero con una nonchalance sorprendente per la sua giovane età. Federico Pierro, cantante argentino, ha brillato sulla scena con la sua voce e le sue doti recitative, trascinando l’intera compagnia. Leonardo Filedei, giovane tenore, ha lasciato un’impronta interessante nonostante la sua breve partecipazione, regalando al pubblico il piacere di ascoltare un tenore con una dizione perfetta, qualità sempre più rara ai giorni nostri. Roberta Cecotti, soprano, ha concluso con eleganza e maestria vocale l’ultima scena. Questi sono gli elementi del mondo lirico presenti nel Tango Bohème, frutto dell’impegno e della determinazione della coppia artistica Calderon/Astesiano.

Carina Calderon, nel ruolo di Mimì, ha incarnato il personaggio di una giovane ballerina che si avvicina al

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tango con l’entusiasmo dei primi passi, mentre Alfredo Astesiano ha dato vita a Rodolfo con carisma e autenticità.

Il mondo del tango,  oltre dal cantor Federico Pierro é rappresentato, dall’attrice Veronica Gonzales  nel ruolo di Musetta.
Con sicurezza, ha delineato il carattere psicologico del personaggio, accentuando tratti di leggerezza e sfrontatezza che sicuramente avrebbero incontrato l’approvazione di Giacomo Puccini. La sua interpretazione come cantante  del tango  “Malena” ha aggiunto quel tocco magico che ha permesso agli spettatori di seguire con entusiasmo lo sviluppo della trama, rivisitata del libretto originale di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.
La compagnia di ballo composta dagli allievi della scuola Non Solo Tango, di Carina Calderon, durante il loro primo debutto sul palcoscenico, ha mostrato notevole capacità di controllo emotivo e impegno.
La scenografia, caratterizzata da pochi elementi sul palco, è stata studiata per permettere agli spettatori di concentrarsi pienamente sul canto, sul ballo e sulle suggestive immagini fotografiche proiettate sul grande schermo durante il cambio di scena. Questo approccio ha particolarmente brillato nel quadro di Mimì, in cui un momento intimo della sarta è stato catturato con maestria. Il colore predominante, il rosso, su uno sfondo nero, insieme ai manichini immobili che improvvisamente prendono vita, ha creato un’atmosfera coinvolgente. La semplicità coreografica della danza, accompagnata dalla musica di “Tanguera” di Mariano Mores, ha affascinato e conquistato i cuori degli spettatori

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Nonostante alcune lacune, come la mancanza di una voce recitativa fuori campo e la presenza di ballerini professionisti, non hanno in alcun modo compromesso la proposta innovativa. Tuttavia, qual è il vero e profondo messaggio di questo connubio tra lirica e tango? È il tentativo di mettere in evidenza le connessioni intrinseche, proprio come avviene nell’abbraccio del Tango.

Sia la lirica che il tango sono “fari” che illuminano il percorso umano, riconoscendoci simili nelle emozioni che ci attraversano. Il discorso conclusivo di Alfredo Astesiano, disponibile sulla pagina Facebook Webradio Faitango  e sul canale YouTube di Faitango, mette in evidenza la genuina buona fede di questa affascinante connessione.
Infine, è importante sottolineare la crescente consapevolezza della ricchezza offerta dai piccoli teatri lirici, come il Teatro dell’Olivo.
Chiuso definitivamente nel 1955, il Teatro dell’Olivo è stato riaperto nel 2003 grazie alla determinazione del sindaco Gianpaolo Bertola, riportandolo alla sua piena funzionalità.

In Italia, nei suoi comuni, sono presenti numerosi teatri lirici che testimoniano la diffusione della lirica nel

 

passato e la necessità, oggi più che mai, dell’impegno di tutti per preservarla come patrimonio culturale. Altrettanto il tango potra definirsi vivo fintanto che continuerà ad essere parte integrante della nostra quotidianità culturale.

La dimostrazione del coinvolgimento sul palco deglia allievi della scuola di Carina Calderone Alfredo Astesiano, affiancati da professionisti del teatro e del tango argentino, ci palra di un tango sempre più inclusivo. Senza il contribuito e la disponibilità dell’assessore alla cultura Claudia Larini e del comune di Camaiore nel concedere i permessi del Teatro e così come è stato fondamentale il contributoeconomico della Fondazione Cassa Risparmio di Lucca questo spetattacolo non si sarebbe potuto realizzare.

Il 5 giugno al Teatro Puccini di Torre del Lago sarà possibile assistere alla replica, e la partecipazione numerosa rappresenterà un’opportunità per gratificare il lavoro di questa compagnia teatrale, definita dalla stessa Carina Calderon come “artisti popolari”, “artisti della strada per la gente del popolo”.
Barbara Savonuzzi

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